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“No all’esclusione, no a condizioni arbitrarie”

Il consigliere nazionale evangelico Heiner Studer, l'ex consigliera federale Ruth Dreifuss ed il sindacalista Renzo Ambrosetti (da sinistra a destra) uniti contro le nuove leggi Keystone

Lunedì a Berna, una trentina di organizzazioni politiche, sindacali, religiose e a difesa dei diritti umani hanno attaccato le nuove leggi sull'asilo e sugli stranieri in votazione il 24 settembre.

Il Comitato 2xNO, guidato dall’ex consigliera federale Ruth Dreifuss, giudica arbitrarie le nuove leggi, ritenendole degli strumenti d’esclusione.

“No all’esclusione, no a condizioni arbitrarie”. Con questo slogan, ad un mese dalle votazioni federali, è tornato alla carica il Comitato 2xNO, all’origine dei referendum contro la revisione della legge sull’asilo e di quella sugli stranieri.

“Le due leggi rispecchiano lo stesso spirito di chiusura e di diffidenza nei confronti degli stranieri, ritenuti potenziali approfittatori”, ha dichiarato a Berna l’ex ministra socialista Ruth Dreifuss, presidente del comitato.

“Esse si allontanano dai valori democratici svizzeri e non risolvono alcun problema. Al contrario: queste due leggi sono vere e proprie fabbriche di sans-papiers”, ha aggiunto.

Effetti perversi

Nel settore dell’asilo, la revisione della legge rischia di non più tener conto della realtà delle persone perseguitate.

Il comitato critica in modo particolare la regola della non entrata in materia (NEM) sulla domanda di un richiedente che, nel giro di 48 ore, non presenta documenti di viaggio o d’identità validi. In questo modo, la legge non farà altro che ingrossare il problema dei richiedenti respinti costretti a entrare nella clandestinità.

Per il consigliere nazionale argoviese Heiner Studer (Partito Evangelico) questa regolamentazione è inadeguata per combattere gli abusi, perché le persone veramente perseguitate non dispongono di documenti. Anzi, i richiedenti cercheranno di procurarsi documenti falsi.

Più lavoro nero

La nuova legge sugli stranieri, limitando l’accesso dei cittadini degli Stati non membri dell’Unione europea (UE) o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), non tiene conto delle esigenze del nostro mercato del lavoro.

Impedisce di regolarizzare le circa 80’000 persone sprovviste di permesso di lavoro che vivono e lavorano in Svizzera, segnatamente nei settori alberghiero, della ristorazione, dell’economia domestica o sanitaria, dell’agricoltura e della costruzione. La legge tende a legalizzare e incoraggiare il lavoro nero, con perdite fiscali per 400 milioni di franchi all’anno.

Discriminazione

Queste leggi – ha ribadito Ruth Dreifuss – non corrispondono a una politica migratoria coerente e umana, che risponda alle necessità nazionali e ai diritti delle persone interessate.

Una volta ammessi in Svizzera, rifugiati e stranieri continueranno a essere discriminati. Addirittura, secondo il comitato, la discriminazione diverrà “normale” e conforme alle nuove norme legislative.

swissinfo e agenzie

Il governo, la maggioranza del parlamento e buona parte della destra (democratici di centro, liberali e democristiani) sono favorevoli alle revisioni delle leggi sull’asilo e sugli stranieri.

Un comitato borghese si è tuttavia unito alla sinistra per combattere l’inasprimento della politica svizzera in materia d’asilo.

Oltre al comitato borghese, gli oppositori sono riuniti nel Comitato 2xNO e nella Coalizione per una Svizzera umanitaria.

La nuova legge sull’asilo sopprime l’aiuto sociale ai richiedenti respinti e raddoppia il periodo massimo di detenzione in attesa di un rinvio forzato (2 anni).

L’ammissione per motivi umanitari viene inoltre esclusa. Più facili invece il ricongiungimento famigliare e l’accesso al mercato del lavoro per i richiedenti ammessi provvisoriamente.

La nuova legge federale sugli stranieri privilegia i cittadini provenienti dall’Unione europea, mentre limita l’immigrazione degli extracomunitari ai soli lavoratori qualificati.

La revisione prevede pure un inasprimento delle disposizioni per la concessione dei permessi di lavoro e per il ricongiungimento famigliare.

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