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Influenza pandemica: i sei gradi d’allerta

In diversi aeroporti, nella foto Seul, sono stati introdotti rilevatori di temperatura per individuare i passeggeri con febbre. Keystone

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) prevede sei fasi di sviluppo di una pandemia. Lunedì l'OMS ha deciso di passare dalla fase tre alla quattro su un massimo di sei. Il rischio aumenta, ma questo non significa ancora l'arrivo certo di una pandemia.

Nell’attuale fase quattro, l’obiettivo principale è quello di contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e attuare così le contromisure, compreso lo sviluppo di un vaccino.

In Svizzera la decisione di passare dalla fase tre alla fase quattro è di competenza del Consiglio federale (governo). L’ordinanza sulla pandemia prevede che durante il periodo di minaccia pandemica o pandemia il governo istituisca, su proposta del Dipartimento federale dell’interno, uno stato maggiore incaricato di fornire consulenza e di assistere Confederazione e Cantoni nel coordinamento delle misure esecutive.

Le fasi di sviluppo

Le fasi di sviluppo di una pandemia dell’OMS sono state definite nel 1999 e riviste nel 2005. Le fasi sono applicabili a tutti i paesi del mondo e forniscono un quadro globale per aiutare i paesi nella fase di preparazione e nella fase di risposta alla pandemia.

Le fasi di sviluppo pandemico riviste sono uno strumento di pianificazione e corrispondono solamente in modo approssimativo al rischio pandemico. La trasmissione del virus da uomo a uomo è l’elemento centrale nella definizione delle varie fasi.

Le nuove fasi di sviluppo dell’OMS distinguono meglio il periodo di preparazione e di risposta alla pandemia e includono le fasi di post picco e di post pandemia per le attività di recupero.

Secondo gli esperti dell’OMS queste fasi non sono uno strumento che consente di prevedere cosa accadrà durante una pandemia e non si susseguono sempre nell’ordine numerico indicato.

“Se osserviamo che la trasmissione del virus nelle comunità non è sostenuta”, ha sottolineato Gregory Hartl, portavoce dell’OMS, “potremmo restare alla fase quattro o addirittura tornare alla fase tre. Le fasi non devo seguirsi in ordine numerico, si possono saltare, si può tornare indietro o andare avanti, quel che conta sono i fatti scientifici”.

Fase 1

Nessun virus potenzialmente pandemico in circolazione negli animali viene identificato nell’uomo.

Fase 2

Un virus influenzale animale, in circolazione fra animali domestici o selvaggi, causa infezioni nell’uomo ed è per questo considerato una potenziale minaccia pandemica.

Fase 3

Un virus influenzale animale o umano riassortito provoca casi sporadici o piccoli focolai influenzali nell’uomo. La trasmissione da uomo a uomo è limitata a determinati casi – ad esempio quando avviene un contatto ravvicinato fra una persona infetta e il personale medico – ma non ha raggiunto una diffusione tale da causare focolai epidemici su vasta scala.

Questi casi non indicano che il virus abbia assunto una capacità di trasmissione tale da poter causare una pandemia.

Fase 4

Caratterizzata dalla provata trasmissione da uomo a uomo di un virus riassortito in grado di provocare focolai epidemici su vasta scala. Il rischio dello scoppio di una pandemia aumenta, ma questo non significa ancora l’arrivo certo di una pandemia.

Fase 5

Contraddistinta dalla trasmissione da uomo a uomo del virus in almeno due paesi in una delle sei regioni definite dall’OMS. Mentre la maggior parte dei paesi non registra alcun caso di contagio, la dichiarazione di fase cinque è un segnale forte che indica l’arrivo imminente di una pandemia.

Rimane poco tempo per mettere a punto l’organizzazione, la comunicazione, e l’implementazione delle contromisure.

Fase 6

È la fase pandemica, caratterizzata da focolai su vasta scala in almeno un paese in una diversa regione dell’OMS. La pandemia è nel pieno del suo corso.

Post picco

I casi cominciano gradualmente a scendere al di sotto del picco nella maggior parte dei paesi. Non è sicuro che si verifichi nuove ondate. È necessario tuttavia prepararsi ad un’eventuale seconda ondata.

Post pandemia

L’attività influenzale torna ai livelli normali, tipici dell’influenza stagionale. È importante comunque mantenere la sorveglianza.

swissinfo, Andrea Arcidiacono con agenzie

Alcune fiale di un virus suino inoffensivo per l’uomo sono esplose il 27 aprile verso le 18 su un treno Intercity che stava per giungere a Losanna. Il convoglio è stato bloccato poco prima di arrivare in stazione in attesa di assicurarsi che non vi fossero rischi di contaminazione.

“L’incidente, all’inizio inquietante, si è finalmente rivelato poco grave” ha dichiarato il portavoce della polizia vodese, Jean- Christophe Sauterel. Un tecnico del Laboratorio centrale di virologia degli Ospedali universitari di Ginevra era andato a prendere le fiale all’istituto veterinario di Zurigo.

Al ritorno le fiale sono esplose perché nell’involucro dove erano state riposte il ghiaccio secco era stato mal posizionato. “Siamo dispiaciuti per quanto accaduto”, ha detto Laurent Kaiser, responsabile del laboratorio ginevrino, ricordando che ogni giorni vengono trasportati virus in queste condizioni. Alcuni vengono addirittura inviati per posta.

Per rispondere alle domande dei cittadini, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha messo in funzione una linea telefonica.

Per informazioni si può telefonare al numero ++41 (0)31 322 21 00 durante gli orari d’ufficio dalle 8 alle 18.

Ragguagli sono pure disponibili sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica, all’indirizzo
http://www.bag.admin.ch/pandemie/index.html?lang=it

Lavatevi le mani più volte al giorno accuratamente con acqua e sapone.
Evitate il contatto con persone che non stanno bene, che hanno la febbre o tossiscono
Seguite una buona igiene di vita: dormire sufficientemente, mangiare sano e praticare sport.

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