La Svizzera tenta di sedurre le aziende giapponesi

Le imprese giapponesi investono troppo poco nella Confederazione, ha rilevato a Tokyo la ministra dell'economia Doris Leuthard. La Svizzera vorrebbe invece proporsi quale porta d'accesso per le ditte nipponiche interessate al mercato europeo.
Una delegazione economica svizzera, guidata dalla consigliera federale Doris Leuthard, sta tentando in questi giorni di riequilibrare la bilancia commerciale tra Svizzera e Giappone. Un accordo di libero scambio tra i due paesi è in vigore dal 1. settembre di quest’anno.
La bassa imposizione fiscale che la Svizzera applica alle imprese, abbinata all’alta qualità di vita, hanno attirato numerosi gruppi statunitensi ed europei. Diversa la situazione per le aziende asiatiche, le quali sembrano meno ricettive.
Nel corso di un simposio svoltosi martedì a Tokyo, Doris Leuthard ha rammentato ai dirigenti aziendali dei due paesi che vi sono asimmetrie negli scambi: le esportazioni e gli investimenti diretti dalla Svizzera sono considerevolmente più elevati, nonostante l’economia nipponica sia più grande.
Meno investimenti dal Giappone
«Gli investimenti diretti svizzeri hanno creato circa 65’000 posti di lavoro in Giappone, mentre i modesti investimenti giapponesi sono all’origine di soltanto 4’000 impieghi in Svizzera», ha osservato Leuthard.
Le statistiche sui flussi di denaro confermano la constatazione della ministra elvetica: nel 2007 gli investimenti diretti in Giappone sono cresciuti del 2,9% a 13,7 miliardi di franchi; nel senso inverso sono al contrario diminuiti di 44 milioni a 932 milioni.
La differenza è stata in parte colmata dagli investimenti indiretti, effettuati dal Giappone tramite l’intermediario di fondi in Svizzera (per un totale di circa 7 miliardi di franchi). La quantità di denaro che le aziende giapponesi sono disposte a investire in Svizzera rimane ciononostante limitata.
Da una recente indagine condotta dalla società di consulenza Ernst & Young su 700 aziende risulta che la piazza economica svizzera è considerata la più attraente al mondo dopo quella tedesca. Per le aziende asiatiche interrogate, la Svizzera si classifica tuttavia soltanto al settimo posto (quinto in Europa).
Porta d’accesso all’Europa
Le statistiche rilevano pure che le aziende asiatiche sono meno interessate al regime fiscale in Svizzera rispetto a quanto lo siano le società di altri continenti.
«Prima di decidere dove installarsi, le ditte giapponesi prendono in considerazione la possibilità di ingaggiare personale che parla inglese, il livello delle imposte, la vicinanza ai consumatori, le modalità di distribuzione e i costi della manodopera», spiega a swissinfo.ch Michiaki Watanabe, direttore generale della filiale svizzera dell’Organizzazione giapponese per il commercio estero (Jetro).
«Hanno inoltre tendenza a scegliere la sede della loro ditta all’interno dell’Unione europea, così da coprire il mercato europeo».
La Svizzera, forte degli accordi di libero scambio conclusi non solo con il Giappone ma pure con l’Ue, vorrebbe dal canto suo proporsi in quanto porta d’accesso al mercato europeo.

Altri sviluppi
Organizzazione svizzera per la promozione delle esportazioni (Osec)
Made in Switzerland
I prodotti giapponesi, come ad esempio parti elettroniche o componenti automobilistiche, potrebbero beneficiare di dazi ridotti se fossero assemblati e finiti in Svizzera, ritiene Ernst & Young. La merce, si è sottolineato a Tokyo, dovrebbe però essere commercializzata come un prodotto “Made in Switzerland” per almeno il 60%.
Daniel Küng, a capo dell’ente svizzero per la promozione delle esportazioni (Osec) si vuole ad ogni modo ottimista: «Anche grazie ai numerosi vantaggi legati all’accordo di libero scambio – ha detto nella metropoli nipponica – l’interesse delle aziende nipponiche ad aprire una sede regionale in Svizzera è sempre più marcato».
Matthew Allen, swissinfo.ch, Tokyo
(traduzione e adattamento dall’inglese di Luigi Jorio)
Sul suolo svizzero sono attive circa 100 aziende nipponiche; le imprese svizzere in Giappone sono circa 140.
566 aziende sono associate alla Camera di commercio giapponese di Düsseldorf, 356 a quella di Amsterdam e 316 a quella di Londra. Decisamente meno le società che fanno parte della Camera di commercio di Ginevra (46) e di Zurigo (22), indica Jetro.
Tra le principali aziende giapponesi in Svizzera vi à il fabbricante automobilistico Nissan, che nel 2006 ha spostato la sua sede europea dalla Francia al canton Vaud.
Vi è poi la Hitachi Medical Corporation, a Zugo da dodici anni, il produttore di chip Elpida Memory (canton Ginevra) o ancora il gruppo chimico Sekisui Chemical (canton Lucerna).
Un accordo di libero scambio tra Svizzera e Giappone è in vigore dal 1. Settembre 2009. La Confederazione è il primo paese al di fuori dell’Asia ad aver concluso una simile intesa con Tokyo.
Il Giappone è il principale partner commerciale della Svizzera dopo l’Unione europea e gli Stati Uniti.
Esportazioni svizzere in Giappone (2008): principalmente prodotti chimici e farmaceutici, orologi e macchine per un valore di 7 miliardi di franchi (+4,9% rispetto al 2007)
Importazioni svizzere dal Giappone (2008): soprattutto automobili, apparecchi elettronici, metalli preziosi e articoli di bigiotteria per un valore di 4,1 miliardi di franchi.
Nel primo trimestre del 2009 le esportazioni svizzere verso il paese del Sol levante sono sorprendentemente aumentate del 13,7%, mentre le importazioni dal Giappone sono calate del 25%.

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