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Caso Gheddafi: rapporto parlamentare solo nel 2011

Rischiano di prolungarsi i lavori della sottocommissione del Consiglio degli Stati che si occupa del dossier Svizzera-Libia: è probabile che il suo rapporto sarà pubblicato solo nel marzo 2011 invece che alla fine di quest'anno come previsto.

Poiché il rapporto deve far luce su numerosi aspetti dell’intricata vicenda è normale che la sua elaborazione prenda tempo, ha affermato il presidente della sottocommissione Peter Briner del Partito liberale radicale, confermando le informazioni sul probabile rinvio del rapporto, pubblicate dai domenicali “SonntagsZeitung” e “Zentralschweiz am Sonntag”.

La sottocommissione, di cui fanno parte alcuni membri della Commissione della gestione (CdG), intende stilare una “cronologia dettagliata” degli avvenimenti che hanno preso avvio dal movimentato arresto di Hannibal Gheddafi, figlio del leader libico Muammar, avvenuto il 15 luglio 2008 a Ginevra.

Una delle questioni su cui dovrà fornire chiarimenti – ha precisato Briner – è la repentina sostituzione dell’ambasciatore a Tripoli Daniel von Muralt: questi aveva lasciato la capitale libica per ritirarsi in pensione anticipata nell’aprile 2009, nel pieno della crisi elvetico-libica. Un fatto che aveva suscitato sorpresa, visto che dirigeva l’ambasciata elvetica solo da fine gennaio 2008 e gli mancava meno di un anno al pensionamento regolare.

Le ricerche della “SonntagsZeitung” sembrano d’altro canto confermare le affermazioni fatte nei giorni scorsi dal presidente del Partito socialista Christian Levrat: Hans-Rudolf Merz, presidente della Confederazione nel 2009, sarebbe stato informato dei piani d’azione per fare uscire dalla Libia i due ostaggi Max Göldi e Rachid Hamdani, ben prima del suo sfortunato viaggio di scuse a Tripoli del 20 agosto 2009. Lo avrebbe informato una prima volta a fine 2008 il suo predecessore Pascal Couchepin e una seconda volta il Dipartimento federale degli affari esteri all’inizio del 2009. La sottocommissione della CdG ha interrogato Merz per circa due ore lo scorso 24 giugno.

swissinfo.ch e agenzie

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