The Swiss voice in the world since 1935

Giochi di alleanze in un federalismo competitivo

Jörg De Bernardi promuove gli interessi del Ticino a Berna swissinfo.ch

Sullo scacchiere delle relazioni confederali si muovono nuove pedine: gli addetti cantonali agli "affari esterni". Sono un segno tangibile di un federalismo mutato. Più competitivo. Ma ciò, secondo il delegato ticinese, significa anche "più opportunità".

Oggi “tutti i cantoni hanno una persona di riferimento che funge da coordinatore delle relazioni esterne. Il peso dipende molto dalle responsabilità che le sono affidate, sia nei confronti della Confederazione, sia in seno all’amministrazione del proprio cantone”, spiega a swissinfo.ch Jörg De Bernardi, che dal mese di marzo è delegato del Ticino per i rapporti confederali.

Agli osservatori appare comunque chiaro che il delegato ticinese a Berna è molto attivo. Lo si incontra spesso nei corridoi del Palazzo federale. Agli appuntamenti delle autorità cantonali con quelle federali non manca mai. Non sembra neppure una coincidenza che questi incontri si siano moltiplicati negli ultimi mesi.

Il delegato si sposta in continuazione tra Bellinzona e Berna. “Vivo in treno”, scherza. Delle lunghe ore in treno approfitta per scrivere rapporti e preparare documenti, che spesso non ha tempo di redigere in ufficio perché la sua agenda è fitta di colloqui e riunioni. Un ufficio che nella capitale federale si trova proprio di fianco alla stazione ferroviaria.

Il Ticino è il secondo cantone insediatosi anche con un proprio ufficio a Berna. Il primo a compiere questo passo è stato Ginevra nel 2008. Non è escluso che presto Basilea faccia altrettanto. Una conseguenza del federalismo competitivo che mette maggiormente sotto pressione i cantoni periferici?

“In primo luogo occorre precisare che non si tratta di una competizione sfrenata. Nel federalismo svizzero c’è ancora una forte solidarietà”, risponde De Bernardi. L’accresciuta concorrenza interna nella Confederazione d’altra parte, secondo il ticinese, incentiva la creatività e stimola lo spirito d’iniziativa dei cantoni. “Nel senso che valorizza quello che apportano come valore aggiunto al benessere comune della Confederazione”.

La vicinanza con l’Italia come atout

Queste nuove regole del gioco offrono l’occasione di profilarsi anche ai cantoni periferici. Proprio per la sua posizione geografica, il Ticino ha in mano un’ottima carta da giocare: quella delle relazioni transfrontaliere con l’Italia, rileva Jörg De Bernardi. L’Italia è il secondo partner commerciale della Svizzera, dopo la Germania.

“Sviluppare efficacemente i rapporti con le regioni di confine significa acquistare peso nella Confederazione, poiché così il Ticino a Berna sarebbe visto come un profondo conoscitore della Lombardia, la cui importanza in Italia è notevole, sia sul piano economico che su quello politico”. D’altra parte, “per collaborare in modo più incisivo con le vicine Regioni e province italiane e approfittare di quanto esse possono offrirgli, il Ticino deve trovare delle soluzioni a Berna”.

Accordi e trattati con paesi esteri, infatti, sono di competenza della Confederazione. Il Ticino non può dunque trattare direttamente con Roma. “E anche su una serie di questioni transfrontaliere che sono di competenza del cantone, Berna ha un ruolo determinante. Basti pensare al mercato del lavoro, ai trasporti, agli investimenti, alla cultura”.

Saper anticipare

La sfida per il cantone è di “riuscire a giocare d’anticipo” su tutti i fronti, afferma il delegato. “Il coordinamento corretto della tempistica è fondamentale se si vogliono influenzare delle decisioni o se si vuole che siano trattati determinati temi”, sottolinea De Bernardi. “Non serve a nulla arrivare a una riunione con incarti solidi, se non si possono presentare perché l’ordine del giorno è già stato stabilito”.

Benché tutti i grandi disegni di legge federali prima di essere sottoposti al parlamento seguano una procedura di consultazione che coinvolge anche tutti i cantoni, secondo il delegato, nei casi in cui un cantone ha degli interessi specifici “idealmente dovrebbe seguirli ancora prima che arrivino in questa fase”.

L’esperienza acquisita da Jörg De Bernardi nelle sue precedenti attività di funzionario e diplomatico presso la Segreteria di stato dell’economia (SECO) gli consente di conoscere perfettamente i meccanismi della Confederazione e di affermare che “molti incarti ricevono l’impronta di fondo quando sono ancora a livello tecnico”.

Riuscire ad intervenire in questa fase, ossia “quando sono ancora malleabili e fuori dal grande dibattito politico” ha inoltre il vantaggio di “non richiedere un grande dispendio di forze, di mobilitazione, di campagne. Basta semplicemente favorire uno scambio tempestivo di informazioni sulle posizioni e sugli interessi reciproci. Così si evitano malintesi e sviluppi poco opportuni per il cantone”.

Creare alleanze

Ovviamente la tempistica da sola non basta a garantire il successo alle rivendicazioni di un cantone. Per contare di più a Berna, bisogna “essere ben preparati e documentati, agire con intelligenza, muoversi con furbizia, mostrare grinta e creare alleanze”, sottolinea il delegato.

Una strategia che Jörg De Bernardi illustra con un esempio concreto: la lotta delle autorità ticinesi contro la chiusura per 900 giorni della galleria autostradale del San Gottardo, prevista dal Dipartimento federale dei trasporti tra il 2020 e il 2025, per i lavori di risanamento.

L’ampia collaborazione messa in atto per cercare “alternative valide”, per De Bernardi “è già un successo di processi, anche se per i risultati bisogna ancora aspettare”. Il delegato è però fiducioso sulle possibilità ticinesi di vincere la partita con il sostegno di altri cantoni.

“Non si deve dimenticare che il primo cantone destinatario delle importazioni dall’Italia è quello di Basilea, seguito da Vaud. Il Ticino è solo in terza posizione. La chiusura coinvolgerebbe anche i cantoni su tutto l’asse del San Gottardo. Bisogna fare in modo che siano coscienti dell’impatto che avrebbe una chiusura di lunga durata di una galleria d’importanza nazionale e internazionale”. E il federalismo è fatto anche di coalizioni.

Il delegato del cantone per i rapporti confederali ha tre compiti principali.

Di gran lunga il più importante è la tutela degli interessi del Ticino. In questo ambito il delegato si occupa sia dei rapporti con la Confederazione, sia di quelli con altri cantoni.

Il secondo compito è di cercare di far aumentare il numero di ticinesi nell’amministrazione federale (politica del personale).

Il terzo è di dare visibilità al Ticino (per esempio organizzando eventi o partecipando a eventi comuni).

Il delegato ha stretti contatti anche con la deputazione parlamentare ticinese a Berna, ma riceve i compiti direttamente dal governo cantonale, al quale deve rendere conto del proprio operato.

Jörg De Bernardi ha indicato a swissinfo.ch che il suo tempo di lavoro è suddiviso nella misura di un terzo a Bellinzona e di due terzi a Berna.

Gli ultimi dati disponibili concernenti lo spostamento di frontalieri in uscita dal cantone Ticino risalgono al 2000, in occasione del censimento federale della popolazione.

I lavoratori che viaggiavano quotidianamente verso l’estero (quindi l’Italia) erano allora 429. A recarsi ogni mattina in Svizzera, partendo da sud, sono invece circa 50 000 persone (dati inizio 2011).

Nel 2002 è entrato in vigore l’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone.

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR