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I giovani svizzeri in Italia e quella voglia di politica

ragazzi in una strada
L'Unione Giovani Svizzeri è nata nel 2010 ed è stata la prima associazione al mondo che raggruppa ragazzi e ragazze di nazionalità elvetica. tvsvizzera

Qual è il rapporto che i e le giovani svizzeri che vivono in Italia hanno con la politica elvetica? E quali sono i temi che li toccano più da vicino? Ne abbiamo discusso con alcuni di loro durante il Congresso del Collegamento Svizzero in Italia organizzato a metà maggio a Trento.

“Quanti di voi voteranno alle elezioni federali di ottobre?”. Tra la dozzina di ragazzi e ragazze presenti nella sala, circa la metà alza la mano. Un perfetto spaccato della Svizzera, apparentemente, poiché alle ultime elezioni del 2019 il tasso di partecipazione era stato del 45%.

I ragazzi e le ragazze che partecipano all’assemblea dell’Unione Giovani Svizzeri Collegamento esterno(UGS) forse non sono l’esatto riflesso di tutti i loro coetanei elvetici che vivono in Italia. Molti di quest’ultimi probabilmente si disinteressano della politica svizzera.

Unione Giovani Svizzeri

L’organizzazione è nata nel 2010 con il sostegno del Collegamento svizzero in Italia ed è stata la prima associazione nel mondo che raggruppa ragazzi e ragazze di nazionalità elvetica.

Il gruppo è stato costituito con la volontà di creare una rete nazionale tra tutti i giovani svizzeri che vivono nella Penisola, al fine di avvicinarli e di creare sinergie.

Per diversi giovani che hanno fatto il viaggio fino a Trento per partecipare al Congresso del Collegamento Svizzero in Italia però non è così. “Mi ritaglio quasi tutti i giorni un momento per seguire l’attualità al telegiornale svizzero”, afferma Laetitia.

Coinvolgendo costantemente la cittadinanza nel processo decisionale, la democrazia semidiretta della Confederazione ha molti sostenitori e sostenitrici tra i giovani svizzeri all’estero.

A volte, però, è un po’ difficile “stare al passo”, ammette Niccolò. “La politica svizzera mi interessa, in particolare quei temi che possono essere traslati nel Paese in cui vivo, ad esempio il sistema pensionistico e il suo futuro. Però quando devo dire la mia su referendum e iniziative a livello cantonale faccio fatica a forgiarmi un’opinione, non vivendo nel territorio”.

Ai politici e alle politiche che li dovranno rappresentare, i membri dell’UGS chiedono soprattutto coerenza, di mantenere le promesse e, non da ultimo, di “ascoltarsi reciprocamente” per poter così portare avanti progetti ancora più forti, come sottolinea Luca.

Cultura del compromesso

Il fatto di ascoltarsi e lavorare insieme, cercando di superare le barriere partigiane, è forse uno degli aspetti che alcuni giovani svizzeri vorrebbero vedere applicato un po’ più spesso anche nella vita politica italiana. Anche nella Confederazione i dibattiti possono a volte essere molto vivaci e i contrasti insanabili. Tuttavia, la ricerca del compromesso, indispensabile in una democrazia semidiretta come quella elvetica, potrebbe fungere da esempio per riuscire a svolgere un vero “lavoro di squadra al fine di arrivare a un obiettivo”, osserva Laetitia.

“In Svizzera la politica è un po’ più morigerata rispetto all’Italia”, gli fa eco Niccolò. Ma non è per forza un male. Meglio un confronto costruttivo che un dibattito dove si pensa solo a prevalere, riassume Laetitia.

La possibilità di votare per via elettronica – una delle richieste ricorrenti della diaspora svizzera – è un tema che sta a cuore anche a molti tra i più giovani. Alcuni di loro sottolineano pure la questione climatica, i rapporti con l’Unione Europea, l’uguaglianza salariale uomo-donna…

Studiare in Svizzera

Ma il tema che li tocca più da vicino è un altro. “Per noi uno degli aspetti fondamentali è quello delle borse di studio”, sottolinea Bianca Rubino, vicepresidente dell’UGS. Molti ragazzi e ragazze di origine svizzera che hanno finito il liceo in Italia desiderano proseguire il loro percorso accademico nella Confederazione. È il caso ad esempio di Emma*, non ancora maggiorenne e che partecipa alla riunione dell’UGS anche per ottenere informazioni sulle possibilità esistenti per ottenere una borsa.

Laetitia ha dal canto suo studiato in Svizzera. “Paradossalmente per me è stato quasi più facile studiare in Svizzera che in Italia. Come cittadina elvetica si hanno delle agevolazioni. Anche mio fratello si è trasferito in Svizzera per seguire un apprendistato”, afferma.

+ Il sistema delle borse di studio in Svizzera sul sito educationsuisseCollegamento esterno

L’informazione in merito alle possibilità di far capo a un sostegno finanziario da parte dei Cantoni (competenti per le borse di studio) è considerata piuttosto soddisfacente, anche se forse – sottolinea Niccolò – “si potrebbe fare un po’ di più per pubblicizzare queste possibilità”. Va anche detto che non è sempre semplice districarsi, poiché ogni Cantone ha regole diverse.

Anche in altri ambiti, il livello di reperibilità delle informazioni potrebbe essere migliorato. “Per effettuare il servizio militare in Svizzera ho avuto diverse difficoltà per capire come fare”, osserva Raffaele Sermoneta, neopresidente dell’UGS.

E in quanto svizzeri all’estero si sentono presi abbastanza in considerazione dalle istituzioni svizzere? In generale, il servizio fornito ai cittadini e alle cittadine all’estero dalla Confederazione è giudicato molto positivamente dai ragazzi e dalle ragazze presenti a Trento. Ad esempio, quando bisogna ricevere dei documenti “il sistema è molto efficiente”, sottolinea uno di loro.

A livello politico il bilancio è un po’ più in chiaroscuro. “Siamo forse un po’ dimenticati”, osserva Niccolò. Già il termine con cui vengono definiti gli svizzeri e le svizzere all’estero – la Quinta Svizzera – “è sintomatico del fatto che veniamo sempre visti come un qualcosa di esterno alla Confederazione”. 

“È abbastanza logico, perché i politici e le politiche per le elezioni si riferiscono soprattutto alla popolazione in patria, gli fa eco Luca. Però rappresentiamo una cifra importante e anche il nostro contributo è importante; quindi, sarebbe bello che si ricordassero un po’ più di noi”.

* nome noto alla redazione

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