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Porte sbarrate al legno tropicale illegale

La deforestazione in atto nel bacino del Congo. WWF-Canon/Michel Gunther

Greenpeace e WWF hanno raggiunto un'intesa con l'Associazione svizzera ramo porte (ASRP) per limitare il commercio illegale di legno tropicale.

In seguito all’accordo, l’ASRP, che utilizza il 30% del legno tropicale importato in Svizzera, lavorerà solo con legno certificato.

L’accordo sottoscritto lunedì è frutto di due anni di trattative sotto l’egida del Segretariato di stato dell’economia (Seco) e mira a lottare contro lo sfruttamento abusivo delle foreste tropicali.

Nel documento sottoscritto dalle parti viene ricordato che lo sfruttamento illegale del legno è contrario ad un uso sostenibile delle foreste.

Le associazioni ambientaliste riconoscono però l’esigenza dell’economia a far uso del legno.

I membri dell’ASRP importano ogni anno legname tropicale per una somma inferiore ai dieci milioni di franchi: si impegnano ora ad accettare solo legno certificato dal Forest Stewardship Council (FSC), un marchio che garantisce uno sfruttamento socialmente ed ecologicamente responsabile.

Il legno dovrà inoltre essere accompagnato da una dichiarazione d’origine.

Lunga preparazione

Il raggiungimento di un’intesa non era cosa ovvia ed è stato il frutto di sforzi non indifferenti, ha affermato il responsabile della campagna di Greenpeace Stefan Füglister.

L’accordo non è una foglia di fico, e l’organizzazione intende quindi impegnarsi affinché sia rispettato.

Secondo Hans-Peter Fricker, direttore di WWF Svizzera, la soluzione trovata potrebbe fungere da segnale positivo per tutto il settore, dando il via magari ad una serie di accordi analoghi negli altri paesi.

Un auspicio condiviso anche dal presidente della ASRP Roger Herzig: «Se non avremo imitatori, il nostro sforzo sarà solo una goccia nel mare».

Anche il Seco, per bocca di Hans-Peter Egler, sottolinea come si tratti della prima intesa di questo tipo in Europa fra il ramo dell’import e le associazioni di difesa dell’ambiente.

Con la cooperazione su basi volontarie si può raggiungere di più che con i divieti, osserva il Seco, precisando che l’intesa rappresenta un modello di commercio equo che potrebbe essere adottato da altri rami.

La Confederazione sostiene questi impegni e invita i consumatori a fare altrettanto, pretendendo solo legname certificato.

Esperti ad Interlaken

Da martedì, la Svizzera ospita a Interlaken (BE) la conferenza annuale dell’Organizzazione internazionale del legno tropicale (ITTO).

Il convegno durerà fino al 23 luglio e, come l’accordo, è il risultato di svariati anni di sforzi sul piano multilaterale.

È infatti da 20 anni che le Nazioni Unite, dei singoli Stati e delle organizzazioni private cercano di impegnarsi per salvare dallo sfruttamento selvaggio le foreste, che rappresentano il polmone del pianeta.

Tali sforzi si sono spesso arenati di fronte alle riserve dei paesi in via di sviluppo per cui il legno è una delle risorse economiche più importanti.

swissinfo e agenzie

Ogni anno, a livello mondiale, vengono tagliati 190 milioni di m3 di legno tropicale;
Due terzi della flora e della fauna terrestre dipendono dagli ecosistemi forestali per la loro sopravvivenza;
La Svizzera importa all’anno circa 30’000 m3 di legno tropicale.

Gli sforzi per proteggere i boschi tropicali sono in corso da 20 anni.

Nel 1983 veniva firmato un primo accordo per la protezione delle foreste tropicali in grave pericolo.

Due anni dopo, era fondata l’Organizzazione internazionale del legno tropicale (ITTO). Oggi raggruppa una sessantina di paesi, tra i quali la Svizzera.

Durante il vertice di Rio del 1992, il principio della gestione sostenibile del patrimonio boschivo è stato inserito nell’Agenda 21. Queste norme non hanno tuttavia alcun valore vincolante.

Nel maggio del 2000 è stato fondato il Forum delle foreste dell’ONU. In occasione della conferenza del 2004 a Ginevra, la Svizzera ha chiesto l’introduzione di una convenzione internazionale sulle foreste.

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