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Protezione dei dati personali insufficiente su internet

Internet e le tecnologie digitali: una nuova sfida per gli organi di sorveglianza della protezione dei dati personali imagepoint

I giganti di internet, come Google, Facebook o Twitter, raccolgono milioni di dati che possono essere impiegati a fini commerciali, mentre gli utenti non dispongono di nessun controllo. È quanto denuncia l'Incaricato federale della protezione dei dati, chiedendo urgentemente cambiamenti legali.

Video sorveglianza degli impiegati, sistemi biometrici di riconoscimento dell’identità, ricerche sull’essere umano, censimento della popolazione 2010: anche negli ultimi mesi non è mancato di certo il lavoro per l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT), Hanspeter Thür, e per i suoi collaboratori.

Ma a dare maggiormente filo da torcere agli addetti federali alla protezione della sfera privata dei cittadini è da qualche tempo il costante sviluppo di nuove applicazioni su internet, che raccolgono e sfruttano i dati personali di milioni di utenti.

“Non passa giorno senza che i giganti della rete elettronica propongano nuovi tool e nuovi servizi, sempre secondo lo stesso modello: ti offro un prodotto interessante e tu mi dai i tuoi dati personali”, ha fatto notare Hanspeter Thür, presentando lunedì a Berna il 17esimo rapporto di attività dell’IFPDT.

“Gli utenti hanno l’impressione di poter disporre di servizi gratuiti, ma si tratta soltanto di un’illusione: in realtà pagano fornendo centinaia di informazioni utili, che vengono impiegate ad esempio per scopi pubblicitari e commerciali”, ha aggiunto l’Incaricato federale. “I giganti della rete elettronica finanziano in parte le loro attività attraverso l’impiego di questi dati, all’insaputa dei loro clienti”.

Interessi commerciali

Le informazioni vengono vendute ad aziende interessate a farne uso per proporre prodotti mirati agli utenti. “Più la raccolta e l’analisi di questi dati è abbondante e precisa, più alte sono le entrate commerciali”, rileva l’IFPDT nel suo rapporto annuale.

Facebook raccoglie sistematicamente informazioni attraverso un servizio che permette ai membri di sincronizzare le loro agende e i loro taccuini, cita a titolo di esempio l’ufficio federale. Twitter dispone di uno strumento di localizzazione che consente di seguire gli utenti, passo dopo passo. Una persona che si trova dinnanzi ad un negozio di vestiti, può quindi ricevere automaticamente un SMS pubblicitario.

Grandi possibilità di trasmettere pubblicità mirata sarebbero inoltre offerte dal nuovo telefono Android di Google, attraverso il suo programma di navigazione. Il gigante di internet ha inoltre suscitato un’ondata di proteste in febbraio, lanciando la rete sociale Google Buzz che non garantiva esplicitamente parametri sufficienti di confidenzialità nei contatti tra i partecipanti.

Nessun controllo

“L’impiego dei dati di milioni di utenti è una vera e propria manna per i giganti della rete elettronica. Conoscono le preferenze e gli interessi dei loro clienti, sanno dove si trovano e con chi sono in contatto”, osserva ancora l’IFPDT. “Grazie a programmi di analisi estremamente efficaci riescono a produrre degli algoritmi, che consentono di stabilire profili quasi perfetti della personalità degli utenti e delle loro abitudini di consumo”.

“Ci troviamo di fronte ad una rete mondiale tentacolare e non trasparente, che offre un enorme potenziale ad alcune grandi aziende per tracciare milioni di profili personali. Gli utenti non hanno invece nessuna possibilità di controllare in che modo vengono utilizzati i loro dati e non riescono neppure a capire perché sono sollecitati da offerte commerciali specifiche”, spiega a swissinfo Jean-Philippe Walter, responsabile del segretariato dell’IFPDT.

Tra i rischi per gli utenti vi è inoltre la manipolazione o l’utilizzazione impropria dei loro dati. “Se un’informazione viene impiegata fuori dal contesto in cui è stata raccolta, può essere male interpretata e portare a conseguenze spiacevoli. Già oggi, ad esempio, non pochi datori di lavoro verificano su internet eventuali dati che concernono collaboratori o candidati ad un impiego”, aggiunge Jean-Philippe Walter.

Protezione insufficiente

Muovendosi online in un mondo virtuale, molte persone dimenticano quelle regole di prudenza che seguono molto più attentamente nella realtà materiale. Su internet vengono ad esempio accettati e sottoscritti ogni giorno contratti e condizioni generali, che non sono nemmeno letti e capiti dai navigatori. E che, spesso, vengono poi modificati dai fornitori di servizi online senza nemmeno avvertire gli utenti.

La protezione giuridica attuale degli utenti è insufficiente, afferma l’IFPDT, sollecitando le autorità ad adottare rapidamente modifiche legislative. Ogni fornitore di servizi online dovrebbe essere tenuto per legge a proporre unicamente prodotti che garantiscono la protezione della sfera privata.

“Attualmente gli utenti possono impedire ai fornitori di servizi internet di raccogliere e impiegare i loro dati, solo se intervengono e lo richiedono attivamente”, spiega Jean-Philippe Walter. “Va invece stipulato il contrario. Per difetto, i fornitori dovrebbero poter raccogliere informazioni, solo quando gli utenti lo desiderano esplicitamente e ne fanno richiesta”.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

Compiti attribuiti dalle autorità all’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza:

•Sorveglianza sugli organi federali e sui privati

•Assistenza e consulenza degli organi federali, dei cantoni e dei privati

•Presa di posizione su progetti legislativi federali

•Collaborazione con autorità svizzere e straniere incaricate della protezione dei dati

•Informazione pubblica

•Gestione e pubblicazione del registro delle collezioni di dati

•Consulenza agli organi federali e mediazione nell’ambito dell’applicazione della legge federale sul principio di trasparenza dell’amministrazione (LTras)

L’articolo 13 della Costituzione federale sancisce che ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, della sua abitazione, della sua corrispondenza epistolare nonché delle sue relazioni via posta e telecomunicazioni.

Ognuno ha inoltre il diritto d’essere protetto da un impiego abusivo dei suoi dati personali.

Per sancire legalmente questa protezione è stata approvata la legge federale sulla protezione dei dati (LPD), in vigore dal 1° luglio 1993.

I dettagli sono regolati dall’Ordinanza federale sulla protezione dei dati (OLPD), pure in vigore dal 1° luglio 1993.

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