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Banconote svizzere.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

la terra trema spesso anche in Svizzera senza fare troppi danni. Un terremoto di magnitudo 3,8 sulla scala Richter è stato registrato la notte scorsa alle 3:35 vicino a Yvonand nel Canton Vaud. Alle nostre latitudini una scossa di questa magnitudo non provoca danni.

Il Servizio sismico svizzero (SED) del Politecnico federale di Zurigo registra ogni anno tra i 1'000 e i 1'500 terremoti. Però meno di venti di questi sono percepiti dalla popolazione.

Niente panico dunque e buona lettura.

Banconote svizzere.
KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY

La Banca nazionale svizzera registrerà un risultato record nel primo trimestre del 2024.

A fare questa previsione sono gli economisti di UBS, secondo i quali l’utile della BNS nel primo trimestre dovrebbe aggirarsi tra i 50 e i 60 miliardi di franchi. Si tratterebbe di un record assoluto e supererebbe quello precedente stabilito nel secondo trimestre del 2020 che ammontava a 39 miliardi di franchi.

L’utile record sarebbe dovuto alla debolezza del franco svizzero. Secondo gli esperti di UBS, il solo andamento del tasso di cambio ha portato a un profitto tra i 35 e i 40 miliardi. Nei primi tre mesi il franco si è infatti deprezzato di poco meno del 5% rispetto all’euro e di oltre il 7% rispetto al dollaro statunitense.

Gli economisti di UBS calcolano che la BNS potrebbe realizzare un utile annuo che potrà oscillare tra i 65 miliardi ai 105 miliardi di franchi. Nonostante queste rosee previsioni, UBS ritiene che la Confederazione e i cantoni dovrebbero essere cauti nel preventivare dividendi della BNS in quanto la loro distribuzione rimane incerta. I risultati ufficiali la BNS li presenterà giovedì.

Un laboratorio di chimica.
KEYSTONE

Preoccupato il settore della formazione, della ricerca e dell’innovazione: i fondi per il periodo 2025-2028 sono insufficienti.

I fondi federali messi a disposizione per la ricerca e l’innovazione non sono sufficienti. Lo hanno segnalato le quattro associazioni che rappresentano il mondo elvetico della formazione e della ricerca: Swissuniversities, Consiglio dei Politecnici federali, Fondo nazionale svizzero e Accademie svizzere delle scienze.

Per il periodo 2025-2028 il Consiglio federale prevede un limite di spesa massimo di 29,2 miliardi di franchi, un importo di 500 milioni inferiore di quello “già scarso” posto in consultazione. Secondo le associazioni ciò portarà a una riduzione dei servizi e alla sospensione di progetti. A soffrirne sarebbero gli atenei.

È la prima volta dagli anni ’90 che il mondo della formazione e della ricerca elvetico disporrà di una quantità inferiore di fondi federali rispetto al periodo precedente. Se la situazione dovesse restare tale, avvertono le associazioni, questa politica del Consiglio federale “rischia di far perdere i fattori di successo per il futuro della Svizzera“. La parola spetta ora al Parlamento.

Marco Sieber alla cerimonia di diploma.
KEYSTONE/Copyright 2024 The Associated Press. All rights reserved.

La Svizzera ha di nuovo un astronauta: Marco Sieber da oggi fa parte dell’Agenzia spaziale europea (ESA).

Marco Sieber è solo il secondo svizzero a diventare astronauta dopo il vodese Claude Nicollier, che trascorse oltre mille ore nello spazio, l’ultima delle quali nel 1999. Il 35enne bernese ha ricevuto il suo diploma al termine di un anno di istruzione. Il nativo di Kirchberg e i suoi colleghi sono stati selezionati fra 22’500 candidati.

In totale i neodiplomati sono cinque. Le matricole raggiungono i sei colleghi della classe del 2009, portando a undici il corpo astronauti dell’agenzia continentale. Vecchi e nuovi astronauti tra il 2026 e il 2030 partiranno in missione verso la Stazione spaziale internazionale (ISS). L’obiettivo sarà di condurre esperimenti scientifici.

Nel corso della loro formazione, Sieber e gli altri aspiranti hanno dovuto apprendere soprattutto nozioni teoriche in biologia, medicina e fisica. Anche un corso di fotografia faceva parte dell’istruzione. Gli astronauti in erba hanno pure studiato il russo, lingua che bisogna palleggiare per lavorare sull’ISS.

Il Böögg che di quest'anno che non è stato bruciato.
KEYSTONE/© KEYSTONE / ENNIO LEANZA

Dovremo aspettare il 22 giugno per sapere come sarà l’estate: il Böögg verrà bruciato in quella data ad Heiden nel Canton Appenzello Esterno.

Se l’estate che ci attende sarà bella o brutta lo sapremo solo il 22 giugno prossimo. Lo scorso 15 aprile, infatti, a causa delle forti raffiche di vento durante i festeggiamenti della Sechseläuten a Zurigo, la tradizionale accensione del Böögg, il pupazzo che rappresenta l’inverno, era stata annullata.

Oggi gli organizzatori fanno sapere che l’appuntamento per l’accensione del Böögg non è annullato ma solo rimandato: il 22 giugno il pupazzo sarà bruciato ad Heiden nel Canton Appenzello Esterno. Località scelta non a caso. Alla festa zurighese di quest’anno era ospite proprio il cantone di Appenzello Esterno.

Quest’anno per la prima volta – con l’eccezione degli anni del coronavirus – il Böögg non era stato fatto bruciare alla Sechseläuten (una festa popolare che risale al XVI secolo). Secondo la credenza popolare, più velocemente esplode la testa del famoso pupazzo imbottita di petardi, più l’estate dovrebbe essere bella e calda.

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