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Le bandiere di Israele e Palestina.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

oggi vi segnalo un sondaggio "Svizzera, come stai?", dedicato è vero soprattutto agli svizzeri e svizzere residenti nella Confederazione, ma sicuramente non verrà disdegnato neppure il parere di chi vive all'estero.

Di cosa di tratta? In breve, si vuol capire quanto sia importante per voi l'equilibrio tra lavoro e vita privata nella scelta di una carriera? Rispondete a questa e altre domande del sondaggio della Società svizzera di radiodiffusione (SSR).

Le bandiere di Israele e Palestina.
KEYSTONE

La Svizzera non ritiene che esistano attualmente le condizioni per il riconoscimento dello Stato palestinese.

Contrariamente ad altri Paesi europei la Svizzera ritiene che non esistano attualmente le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese. E questo nonostante la stessa Confederazione sostenga da anni la creazione di uno Stato palestinese sovrano nell’ambito della “soluzione a due Stati”.

La comunicazione ufficiale di Berna è stata data prendendo atto della decisione di diversi Stati europei (Irlanda, Norvegia e Spagna) di riconoscere bilateralmente la Palestina. La Confederazione, comunica il Dipartimento federale degli affari esteri, prenderà in considerazione tale riconoscimento solo se potrà dare un contributo concreto al processo di pace in Medio Oriente.

Come noto, la Confederazione si era già astenuta dal voto in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’adesione della Palestina all’ONU. In quell’occasione, aveva dichiarato che tale adesione non era appropriata al momento e non potrebbe contribuire a un rasserenamento della situazione e agli sforzi di pace in Medio Oriente.

Una scritta Palestina Libera e stop al genocidio.
KEYSTONE/© KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI

Un agente di polizia si sarebbe infiltrato nella Federazione degli studenti di Neuchâtel, spacciandosi per uno studente.

L’accusa è grave. Secondo la polizia di Neuchâtel, però, non si è trattato in alcun modo di un’infiltrazione, ma di una presenza della polizia in relazione all’occupazione dell’Università e alle proteste per il conflitto in Medio Oriente. L’obiettivo è quello di prevenire eventuali conflitti tra i militanti di entrambe le parti.

Come informa la polizia, in questo contesto, gli agenti della polizia di Neuchâtel, in borghese o in uniforme, visitano regolarmente i luoghi in cui si svolgono azioni nello spazio pubblico. Martedì, uno degli agenti si è trovato a una riunione della Federazione degli studenti di Neuchâtel. Ha poi lasciato i locali su richiesta di un membro della federazione.

Secondo Arcinfo, il poliziotto ha dichiarato di essere uno studente. Si è rifiutato di identificarsi per capire a quale facoltà appartenesse. Sulla possibile infiltrazione è stata presentata un’interrogazione al Gran Consiglio. Nel frattempo, il Collettivo studentesco per la Palestina ha accettato di porre fine all’occupazione della Facoltà di Scienze dell’Università di Neuchâtel trovando un accordo con il rettorato.

Immagine dall'alto del complesso alberghiero del Bürgenstock.
© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER

Per la sicurezza della Conferenza sulla pace in Ucraina spazio aereo chiuso e sul terreno 4’000 uomini dell’esercito.

Proprio come per il Forum economico mondiale di Davos, anche in occasione della Conferenza sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (Canton Nidvaldo) del 15 e 16 giugno lo spazio aereo sovrastante il resort di lusso sarà vietato al traffico aereo privato, mentre piloti di jet e soldati – circa 4’000- garantiranno la sicurezza della manifestazione.

Il Consiglio federale ha chiarito oggi che trattandosi di un incontro internazionale di livello molto elevato tali misure s’impongono. La restrizione dello spazio aereo, decisa oggi dal Governo federale, sarà effettiva dal 13 giugno dalle 8 locali fino alle 20 del 17 giugno e si limiterà a una zona incentrata sul Bürgenstock, poco lontano dalla città di Lucerna.

Il Parlamento non dovrà approvare l’impiego della truppa perché i tempi sono troppo stretti, fa sapere il Governo. Nessun messaggio, insomma, ma un rapporto in autunno. Secondo la normativa vigente ci vorrebbe il nullaosta delle Camere se la chiamata in servizio concerne più di 2’000 militari o l’impiego dura più di tre settimane.

La pubblicità a favore della 13esima.
KEYSTONE/© KEYSTONE/ PETER SCHNEIDER

La tredicesima per i pensionati sarà finanziata con un aumento dei contributi salariali ed, eventualmente, con un aumento dell’IVA.

La tredicesima per i pensionati e pensionate è stata voluta dall’iniziativa dell’Unione sindacale svizzera e accettata il 3 marzo scorso da oltre il 58% dei votanti. L’entrata in vigore è prevista per il 2026 e secondo il Consiglio federale causerà spese supplementari fino a circa 4,7 miliardi di franchi all’anno entro il 2030.

Come finanziare questa nuova uscita? Le varianti previste sono due. Da un lato, un aumento dei contributi salariali di 0,8%: una misura che genererebbe circa 3,8 miliardi di franchi nel 2030. Dall’altro, un aumento parallelo di questi contributi (+0,5%) e dell’imposta sul valore aggiunto (+0,4%). Questa variante genererebbe circa 3,9 miliardi.

Nonostante le critiche, il Governo mantiene dunque il suo progetto. Il Consiglio federale sottolinea che i tempi per l’attuazione della 13esima rendita sono stretti. Il Parlamento potrà occuparsi del dossier in autunno. Nel contempo, l’Esecutivo sta già lavorando alla nuova riforma della pensione per gli anni successivi al 2030: saranno esaminate misure come l’innalzamento dell’età pensionabile e altre opzioni di finanziamento.

  • Finanziamento della 13esima, ecco le varianti sul tavolo. Così intitola il suo contributo il Corriere del TicinoCollegamento esterno.
  • L’esito della votazione popolare in un articolo del collega Luigi Jorio su swissinfo.ch.
  • Pensioni svizzere, la 13esima arriverà presto anche in Italia. Un contributo del collega Leonardo Spagnoli su tvsvizzera.it.

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