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Quanto è verde la popolazione svizzera?

persone in coda in un aeroporto
In Svizzera sono le giovani generazioni (tra i 18 e i 35 anni) a produrre più emissioni, soprattutto a causa di una minoranza che prende spesso l'aereo. Keystone/patrick B. Kraemer

Qual è l'impronta di carbonio media in Svizzera? Chi inquina di più: giovani o anziani, ricchi o poveri, abitanti delle città o della campagna? Un nuovo studio offre un'immagine dettagliata delle emissioni individuali di CO2 e suggerisce che la popolazione svizzera sottovaluta ampiamente il proprio impatto sul clima. 

Le emissioni di gas serra in Svizzera sono in costante diminuzione dal 1990. Tuttavia, in quanto cittadini di una delle nazioni più ricche del mondo, gli svizzeri e le svizzere hanno un’impronta di carbonio più grande della maggior parte degli altri abitanti del pianeta. Una recente indagineCollegamento esterno sulle persone residenti nella Confederazione fornisce dettagli sulle abitudini di consumo e sull’impatto ambientale di diversi gruppi di popolazione. 

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Il reddito e l’età sono fattori decisivi in materia emissioni di CO2, come evidenzia l’indagine condotta dall’istituto di ricerca demoscopica Sotomo per conto dell’azienda di energie rinnovabili Helion. La gioventù adulta ha l’impronta maggiore (11,3 tonnellate di emissioni di CO2 annuali pro capite); la media è di 10,5 tonnellate. Ma questa cifra elevata è in gran parte dovuta a una minoranza di giovani tra i 18 e i 35 anni che consumano molto e volano spesso, secondo lo studio. 

A generare meno emissioni sono le donne anziane, che guidano meno e possiedono meno auto. 

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Non sorprende che le persone che guadagnano di più (reddito mensile lordo superiore a 16’000 franchi) abbiano la maggiore impronta di carbonio (14,8 tonnellate di CO2 all’anno). Lo studio evidenzia che volano e fanno acquisti più spesso e vivono in case e appartamenti più grandi. Parte del loro maggiore impatto ambientale è però compensato dal fatto che sovente guidano auto elettriche o risiedono in case efficienti dal punto di vista energetico, ben isolate e dotate di pompe di calore o pannelli solari. 

Il divario tra città e campagna in Svizzera è un argomento ricorrente. Negli ultimi anni è risultato palese durante la votazione sulla legge svizzera sul CO2, bocciata alle urne a causa della forte resistenza e mobilitazione delle aree rurali. Tuttavia, lo studio Sotomo non ha riscontrato grandi differenze in termini di impronta di carbonio tra chi vive in città e chi in campagna o tra le tre principali regioni linguistiche del Paese (Svizzera francese, tedesca e italiana). 

In media, le donne sono responsabili dell’emissione di una quantità di CO2 leggermente inferiore rispetto agli uomini. Si ritiene che ciò sia dovuto principalmente alla mobilità, in quanto gli uomini svizzeri guidano più spesso delle donne. Il divario di genere in termini di emissioni è più pronunciato tra le generazioni più anziane. 

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Una delle principali conclusioni del sondaggio è che la maggior parte della popolazione elvetica sottovaluta il proprio impatto ambientale. La maggioranza (56%) ritiene di essere più rispettosa del clima rispetto alla media. Solo il 10% ha dichiarato che il proprio comportamento è probabilmente più dannoso. 

Come mostra il grafico qui sopra, la discrepanza tra l’autovalutazione e il comportamento effettivo è particolarmente ampia tra le persone che guadagnano di più. Tra coloro che guadagnano oltre 16’000 franchi al mese, circa un quarto ha dichiarato di pensare di emettere più della media. Ma in realtà la proporzione è del 79%. 

In un’altra domanda del sondaggio, la stragrande maggioranza (71%) delle persone intervistate si è detta d’accordo sul fatto che, come individui, devono contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Nonostante questa volontà di agire, il 59% delle persone partecipanti ha dichiarato che la crisi climatica “dà loro sui nervi”. 

Inoltre, molte persone ritengono di aver già apportato modifiche alla propria vita quotidiana per favorire la transizione climatica. Meno della metà (45%) sostiene di dover modificare ulteriormente il proprio comportamento per contribuire alla protezione del clima. 

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Nel 1960, Stati Uniti, Russia e Germania erano responsabili di oltre la metà di tutti i gas serra prodotti nel mondo. Dagli anni Settanta, la Cina ha scalato costantemente la classifica dei Paesi con la maggiore impronta climatica e ora occupa il primo posto. 

Cina, Stati Uniti e India non sono solo i Paesi che emettono di più al mondo, ma anche le nazioni più popolose del pianeta (con una popolazione complessiva di tre miliardi di persone). 

Non tutti gli abitanti del pianeta hanno lo stesso impatto sul clima. Una persona che vive in Cina è responsabile dell’emissione di 7,2 tonnellate di CO2 all’anno – circa la metà di una persona in Svizzera o negli Stati Uniti, secondo gli ultimi datiCollegamento esterno sulle emissioni pro capite basate sul consumo compilati dal Global Carbon Project. Il dato svizzero è simile a quello dell’indagine Sotomo/Helion, che si è basata sui valori utilizzati dal calcolatore svizzero dell’impronta climaticaCollegamento esterno e dal calcolatore di carbonioCollegamento esterno dell’Agenzia federale tedesca per l’ambiente.   

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La relazione tra ricchezza ed emissioni è complessa. Molti Paesi, soprattutto quelli industrializzati come la Svizzera, dimostrano che è possibile continuare a crescere senza inquinare di piùCollegamento esterno. Si tratta del cosiddetto “disaccoppiamento”, ovvero la dissociazione della crescita della popolazione e del pil dall’aumento delle emissioni. 

Tra il 2000 e il 2020, la popolazione svizzera è cresciuta del 20%, raggiungendo gli 8,7 milioni, soprattutto a causa dell’immigrazione. Il pil pro-capite è aumentato del 25%, passando da 65’000 a circa 80’400 franchi all’anno. Nello stesso periodo, le emissioni domestiche e quelle legate alle importazioni (o grigie) sono diminuite del 13%, secondo l’Ufficio federale di statistica. 

Ciò significa che oggi una persona che vive in Svizzera ha, in media, un reddito più alto rispetto a 20 anni fa, ma genera complessivamente meno emissioni. Lo stesso si può dire per chi vive, ad esempio, negli Stati Uniti, in Germania, Francia e Italia. 

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Traduzione di Luigi Jorio

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