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A Walter Gehring il prestigioso premio Balzan

Walter Gehring Keystone Archive

Si è svolta mercoledì a Roma la cerimonia di consegna del premio Balzan.

Tra i vincitori, il pioniere della biologia evolutiva Walter Gehring, del Biozentrum dell’Università di Basilea

Il 2002 si sta rivelando un anno di grandi soddisfazioni per la scienza elvetica. Dopo l’assegnazione del premio Nobel per la chimica a Kurt Wuethrich, la ricerca svizzera è stata insignita di un altro prestigioso riconoscimento.

Walter Gehring, biologo del Biozentrum dell’Università di Basilea ha ricevuto a Roma il Premio Balzan per la biologia dello sviluppo.

Il Premio Balzan

Ogni anno, la Fondazione Internazionale Balzan conferisce quattro premi ad altrettanti studiosi, due dedicati a discipline scientifiche, due a discipline umanistiche.

Le materie premiate variano di anno in anno. “Normalmente scegliamo settori della ricerca trascurati dagli altri riconoscimenti internazionali”, dice Luisa Buerkler-Giussani, presidente del Consiglio della Fondazione, “come la filosofia, la ricerca di base in campo biologico o la storia dell’arte.”

I vincitori di quest’anno, i cui nomi erano stati annunciati il 9 settembre a Milano, sono la sociologa francese Dominique Schnapper, lo storico statunitense Anthony Grafton, il geologo francese Xavier Le Pichon e lo svizzero Walter Gehring, pioniere della biologia dello sviluppo e della genetica evolutiva.

Le scoperte sul moscerino della frutta

Discepolo del grande genetista di Zurigo Ernst Hadorn, Walter Gehring si è occupato fin dagli anni ’70 delle mutazioni della Drosophila melanogaster, il moscerino della frutta.

Negli anni ’80, ha individuato nel DNA del moscerino uno speciale gruppo di geni, i cosiddetti geni omeotici. Ognuno di loro è responsabile dello sviluppo embrionale di una specifica struttura anatomica, come le zampe, le ali o le antenne.

“Sono gli architetti del corpo. Funzionano come interruttori generali”, spiega Gehring, “una volta attivati, regolano l’espressione di migliaia di altri geni. Spostando un gene omeotico nel DNA della drosofila, si producono mutazioni che consistono nella comparsa di interi organi fuori posto: per esempio zampette al posto delle antenne, o ali al posto degli occhi.”

Nel 1984, Walter Gehring ha scoperto che tutti i geni omeotici contengono una caratteristica sequenza di molecole, definita omeobox. In seguito, lo scienziato ha individuato geni contenenti l’omeobox anche nel DNA di organismi più complessi, come i mammiferi.

La storia evolutiva dell’occhio

Nel 1995, Gehring ha scoperto che il gene regolatore dello sviluppo dell’occhio nel DNA del moscerino è identico a quello di numerose altre specie: vermi, rettili, mammiferi.

Le implicazioni di questo risultato in campo evolutivo sono di portata storica. “In natura”, spiega il biologo, “esistono migliaia di apparati visivi diversi. Dagli occhi umani, dotati di una lente e una retina, agli occhi degli insetti, composti di più lenti, fino ai semplicissimi occhi di alcuni vermi di acqua dolce, formati da due sole cellule.”

“Un tempo si credeva che questi organi avessero un’origine evolutiva differente, che si fossero sviluppati separatamente. La mia scoperta dimostra che nel percorso evolutivo della vita è comparso un solo prototipo di occhio. Successivi adattamenti hanno differenziato quel singolo prototipo.”

Le applicazioni mediche

Ora lo scienziato e i suoi collaboratori stanno considerando le potenziali applicazioni mediche del loro lavoro in campo genetico.

“In collaborazione con oftalmologi di Zurigo e Losanna, stiamo tentando di mettere a punto una terapia per la retinite degenerativa”, spiega Gehring, “una grave patologia che si manifesta nelle persone anziane e che ha colpito anche mia madre.”

Il contributo economico del Premio Balzan servirà in parte a finanziare le ricerche in questa direzione.

Maria Cristina Valsecchi

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