Ambientalisti preoccupati per la pletora di nuove antenne per i telefonini UMTS

Bisogna ridurre le emissioni causate dalla telefonia mobile, per salvaguardare la salute pubblica. Lo chiedono cinque organizzazioni ambientaliste, preoccupate per le migliaia di nuove antenne necessarie per i telefonini della terza generazione (UMTS).
Medici per l’ambiente, Pro natura, Fondazione svizzera dell’energia (FSE), Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FSTP) e Lega svizzera per la salvaguardia del patrimonio nazionale hanno sottolineato, nella conferenza stampa di lunedì a Berna, che le possibili ripercussioni sulla salute umana delle onde elettromagnetiche, prodotte dai telefonini della prima e seconda generazione, non sono mai state studiate a fondo.
Prima della messa in commercio degli apparecchi UMTS, uno studio dettagliato è quindi necessario. Nessuna ricerca epidemiologica degli effetti sulla salute delle stazioni di base, telefonini e altri campi elettromagnetici ad alta frequenza, è mai stata mai pubblicata, ha sottolineato l’invitato Gerd Oberfeld, della Camera dei medici austriaci per l’ambiente. Ma nonostante l’assenza di tali dati – ha aggiunto – è evidente che hanno effetti nocivi sulla salute.
Le concessioni UMTS, messe all’asta lunedì prossimo, faranno aumentare massicciamente le emissioni di campi elettromagnetici, hanno spiegato le cinque associazioni, che hanno chiesto nel contempo la realizzazione, in Svizzera, di una «comunicazione mobile sana» sul modello di quella in vigore a Salisburgo, in Austria. Il limite di emissioni elettromagnetiche dovrebbe quindi essere portato dagli attuali 6 Volt per metro (V/m) a 0,6 V/m, analogamente a quanto avviene nella regione austriaca.
«Non si tratta di escludere la telefonia mobile ma di ridurre gli effetti nocivi dell’elettrosmog che ne derivano», ha detto Armin Braunwalder, direttore della FSE. Le antenne dovrebbero essere concentrate al di fuori delle zone abitate e la loro potenza ridotta.
Per far funzionare i telefonini UMTS saranno necessarie da 4000 a 12’000 nuove antenne. Una coordinazione tra i fornitori di questo nuovo servizio è quindi più che mai necessaria, per permettere un’utilizzazione migliore delle istallazioni già presenti, ha spiegato.
I ripetitori provocano anche effetti negativi sul paesaggio, ha sottolineato Nicole Wagner di Pro Natura. Mancano le condizioni quadro precise. L’associazione ha chiesto che i siti protetti siano risparmiati e che l’analisi dei luoghi venga realizzata da un organo indipendente.
È stato inoltre chiesto al ministro delle finanze, Kaspar Villiger, di destinare l’uno percento del ricavato proveniente dall’asta miliardaria all’analisi degli eventuali rischi per la salute e a un aumento degli effettivi presso l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP). Quest’ultima misura è necessaria per applicare le disposizioni sulla protezione contro le radiazioni non ionizzanti, hanno sottolineato gli organizzatori.
swissinfo e agenzie

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