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La Svizzera e il WEF avanzano mano nella mano

Per il fondatore del Forum, Klaus Schwab, il WEF è legato alla Svizzera Keystone

Il Forum economico mondiale si è chiuso positivamente. Gli organizzatori e le autorità svizzere si rallegrano per l'ottima collaborazione.

Nei Grigioni, molti leader hanno capito l’importanza d’integrare i principi etici nelle proprie attività e nelle proprie scelte.

Come lo indica il suo nome, il World Economic Forum (WEF) ha una portata planetaria. Ma da sempre, le sue radici sono in Svizzera. E così sarà anche in futuro, parola del fondatore Klaus Schwab.

“La Svizzera è apprezzata in tutto il mondo per la qualità dei suoi servizi”, racconta il patron a swissinfo, “e poi è un po’ il centro del mondo, dato che si trova a metà strada tra l’America del Sud e l’Asia”.

Schwab sottolinea sottolinea poi “l’eccellente collaborazione” con le autorità svizzere. “A tutti i livelli: Confederazione, cantoni e comuni”.

“È vero che siamo sempre più attivi anche nel resto del mondo (nuovi uffici a New York e Pechino), ma il centro nevralgico e il Forum resteranno in Svizzera”.

A Davos, spazio anche alle critiche

Da parte sua, il presidente della Confederazione non vede alcun rischio che il Forum possa traslocare. “Non è certo all’ordine del giorno. E penso che nessuno lo voglia”.

Secondo Moritz Leuenberger il popolo svizzero è favorevole alla presenza del vertice “dei grandi della terra” in casa propria.

“All’inizio era un semplice appuntamento tra uomini d’affari”, fa notare il ministro. “Oggi il Forum è un luogo d’incontro per politici, artisti e business men”.

“Meglio così”, esclama, “ora c’è posto anche per la critica. A Davos ci si confronta anche con chi è contrario alla globalizzazione. È l’essenza stessa del dialogo”.

Per il ministro, la Svizzera ha solo da guadagnare dalla presenza del vertice sul suo territorio. “Il WEF ci offre dei contatti che cerchiamo invano tutto l’anno. È importante per l’immagine della Svizzera nel mondo”, ha concluso.

Lanciate numerose iniziative

Bilancio positivo anche per il ministro dell’economia Joseph Deiss: “L’accordo con la Russia, quello con gli Stati Uniti, il vertice informale sull’OMC. È stato un Forum eccellente”, ha dichiarato.

“Siamo molto soddisfatti”, prosegue, “è una fortuna per il nostro paese ospitare una rassegna internazionale di tale portata”.

Quest’anno a Davos sono state lanciate varie iniziative, in particolare in materia di povertà, educazione e sanità.

Ma i temi principali al centro dei dibattiti sono stati la Cina e l’India, il clima e le energie, l’occupazione, le identità regionali e le loro crisi.

Integrare i valori etici

Al termine dei 5 giorni e dei 244 dibattiti, qualche motivo di preoccupazione è venuto a galla: il moltiplicarsi dei problemi sociali nel mondo, i grandi disequilibri e l’evoluzione demografica su tutti.

“In tutto il mondo vi sono problemi sociali”, constata Peter Brabeck, patron di Nestlè. “Se non li affrontiamo, dovremo attenderci un’impennata di governi populisti”.

“In conclusione”, confida Renato Raffaele Martino, presidente del Consiglio pontificio per la giustizia e la pace, “vedo prender forma un bisogno: il bisogno di etica, che deve essere applicato a tutti i livelli dell’organizzazione umana”.

swissinfo, Pierre-François Besson, Davos
(Traduzione : Michel de Marchi)

“L’imperativo creativo” era lo slogan della 36esima edizione del WEF, conclusasi oggi.
Economia e politica sono stati i temi al centro dell’attenzione dei partecipanti.
A Davos, la Svizzera ha stretto accordi con Russia e Stati Uniti.
Molte le iniziative lanciate nella località grigionese.
Bill Gates, patron di Microsoft, ha proposto un piano di lotta alla tubercolosi.

Il Forum economico mondiale di Davos (WEF) è stato fondato da Klaus Schwab nel 1971. All’inizio si chiamava Managememt Symposium.

Nel 2002 il Forum si è tenuto a New York, in segno di solidarietà verso il popolo americano dopo gli attentati alle torri gemelle dell’11 settembre 2001.

Qualche tempo fa sembrava che il Forum dovesse abbandonare Davos, anche a seguito di pressioni in questo senso da parte di alcuni ambienti svizzeri.

Alla 36esima edizione del WEF i presenti sono stati 2400, 735 i dirigenti di società, una quindicina di capi di stato e di governo e alcune star, tra cui Angelina Jolie e Mohammed Alì.

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