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Angelina Jolie difende i diritti umani a Davos

Angelina Jolie all'Open Forum di Davos Keystone

L'Open Forum di Davos si è chinato venerdì sui diritti dell'uomo. La causa era difesa da una madrina d'eccezione: l'attice americana Angelina Jolie.

I partecipanti hanno puntato il dito contro gli Stati Uniti, i governi corrotti, ma anche la Banca mondiale e un’opinione pubblica passiva.

Il ventre appena arrotondato dei primi mesi di gravidanza le da una motivazione in più. Così Angelina Jolie, a Davos per il Forum economico mondiale, si è detta “mortificata” di vedere che gli Stati Uniti non hanno ancora ratificato la Convenzione dell’Onu sui diritti dei bambini.

“Come americana mi vergogno profondamente”, ha confessato. “Il congresso dovrebbe ratificarla al più presto», ha detto l’attrice, che nella stazione sciistica grigionese è accompagnata dal compagno Brad Pitt.

«Se il problema ci preoccupa veramente, come osiamo non ratificarla?» ha aggiunto.

Dito puntato contro gli Usa

Non solo della Convenzione dell’Onu sui bambini si è discusso all’Open Forum.

Il direttore di “Human Rights Watch”, l’organizzazione in difesa dei diritti umani, ha denunciato come negli ultimi quattro anni, invece di progredire, si siano fatti passi indietro su questo piano.

Kenneth Roth ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, rei di aver utilizzato la tortura in nome della lotta al terrorismo. “Con il pretesto che anche gli USA lo fanno, ora altri stati giustificano il mancato rispetto dei diritti umani”, ha tuonato Roth.

Ma gli Stati Uniti non sono gli unici imputati al tribunale mediatico di Davos. I partecipanti all’Open Forum hanno preso di mira anche i governi nazionali e la Banca Mondiale.

Anche l’opinione pubblica, troppo passiva, non è stata risparmiata. “L’opinione pubblica non s’interessa dei problemi del Nepal, dove da dieci anni vi è una guerra in corso. Dov’è il nostro impegno? Qual è il nostro sforzo?”, si è chiesto Reinhardt Fichtel di Terre des Hommes.

L’importanza dei media

Per far progredire la questione dei diritti dell’uomo, Angelina Jolie ha puntato sull’educazione. “Poche persone in questa sala avranno letto la Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Vi sono comunque molti altri modi per tenersi informati”, ha detto.

L’attrice è consapevole dei propri limiti: “Quando parlo del problema del Darfur con il governo locale, mi dicono ‘Ah, magnifico!’. Ma poi il giorno dopo parlo con il governo americano e tutto cambia”.

L’impegno delle “star” in favore dei diritti dell’uomo è tuttavia molto utile. Nella sala, l’entusiasmo iniziale si è trasformato in un ascolto serio e attento, come ha notato Simon Weber, della federazione delle chiese protestanti svizzere, coorganizzatrice dell’Open Forum.

“Il pubblico ha ascoltato attentamente e l’interesse non era rivolto solo alle grazie della signora Jolie”, ha aggiunto Peter Brey, segretario generale di Terre des Hommes, che ha preso parte all’organizzazione della conferenza.

In risposta alle critiche piovute sull’Open Forum di aver invitato la coppia più glamour del momento solo per farsi pubblicità, Brey ha detto che tutto ciò che può essere utile alla causa dei diritti dell’uomo è positivo.

“Non mi stupirei se ora alcuni giovani andassero a casa a scaricare la Dichiarazione dei diritti dell’uomo per leggersela”, ha detto Weber, ricordando come uno degli scopi dell’Open Forum è quello di far prendere coscienza alle persone dei problemi del mondo.

“Oggi c’erano molti giovani, che magari torneranno anche domani” ha concluso.

swissinfo, agenzie e Andreas Kaiser a Davos

Nel 2002, in risposta alle critiche dei no-global e delle ONG che vedevano nel Forum di Davos la « grande messa del capitalismo », gli organizzatori hanno creato l’Open Forum.

L’idea dell’Open Forum è di integrare le voci critiche alla globalizzazione nei dibattiti del WEF.

L’Open Forum è organizzato dal WEF in collaborazione con la federazione delle chiese protestanti svizzere.

Contrariamente al WEF, che si tiene a porte rigorosamente chiuse, l’Open Forum è aperto a tutti.

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