Pesci d’allevamento nostrani imbottititi di antibiotici

Un pesce svizzero di allevamento su quattro contiene residui di antibiotici o di fungicidi ed uno su sei non è addirittura commestibile.
È quanto emerge da uno studio condotto di recente dai chimici cantonali a livello nazionale. A fine ottobre sono stati esaminati 204 campioni di pesce – trote, salmoni e salmerini – provenienti da piscicolture svizzere e straniere, ha indicato lunedì il chimico cantonale ginevrino Claude Corvi. «Siamo rimasti sorpresi dai risultati riguardanti gli allevamenti elvetici: 27 dei 101 pesci esaminati contenevano tracce di antibiotici o del fungicida ‘verde di malachite’», ha aggiunto. Gli esemplari – tutti destinati alla tavola dei consumatori – provenivano da 54 piscicolture elvetiche.
I salmonidi i più a rischio
In diciassette casi i quantitativi di antibiotici e fungicidi superavano addirittura i valori limite fissati dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Soprattutto i salmonidi sono risultati«imbottiti» di verde di malachite, con concentrazioni fino a 70 volte superiori alle norme ammesse. L’impiego di questo fungicida a base di rame è solitamente vietato, tranne per il trattamento di una malattia specifica del novellame.
I risultati sono preoccupanti, ha indicato Corvi, soprattutto se paragonati a quelli stranieri. Il 18 per cento dei campioni di pesci d’importazione – provenienti per lo più da paesi dell’Unione europea – presentava residui di medicinali. Nessuno di essi superava però le norme.
Farmaci a go go
Gli allevatori elvetici hanno probabilmente esagerato nell’impiego di medicinali a titolo di prevenzione: il loro impiego dovrebbe invece intervenire solo in caso di malattia manifesta, sottolinea Corvi. I piscicoltori che non hanno rispettato le norme sono stati richiamati all’ordine dai chimici cantonali. Verranno inoltre intensificati i controlli nel settore: in parte concordati con gli allevatori, in parte a sorpresa.
Il pesce migliore dal Ticino
In controtendenza i dati del Ticino. Tutti e sette i campioni provenienti dalle piscicolture di Pura (4) e Sonogno (3) sono risultati «puliti»: nessuna traccia di sostanze nocive, ha reso noto il chimico cantonale Mario Jäggli. Nel cantone vi sono solo questi due stabilimenti, nei quali vengono allevate unicamente trote. «Abbiamo esaminato anche tre trote d’importazione, provenienti dall’Italia ed anche in quelle non è stata trovata la minima traccia di sostanze estranee», ha aggiunto Jäggli.
La presenza di queste sostanze nei pesci non è pericolosa per l’uomo: bisognerebbe ingerire quantità enormi di pesce prima di subirne le conseguenze. «Si tratta piuttosto di non esporre il consumatore a sostanze che non fanno parte della sua alimentazione», ha precisato Jäggli. «Non è normale che antibiotici e fungicidi vengano utilizzati regolarmente nell’allevamento: bisognerebbe rispettare il principio per cui un pesce è un pesce e non deve contenere nulla di antropogeno», ha concluso il chimico cantonale.
swissinfo e agenzie

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