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Una passeggiata di quattro secoli nelle Alpi

Le imponenti montagne evocano da sempre la vicinanza dell'uomo al paesaggio celeste (Thomas Imbach) Thomas Imbach

Il Kunsthaus di Zurigo dedica una ricca esposizione temporanea alla catena montuosa che si estende dalla Francia alla Slovenia.

Attraverso 300 opere del presente e del passato, la Alpi diventano un caleidoscopio di cultura, colori, scienza e misticismo.

Da secoli le Alpi sono musa d’ispirazione per migliaia di artisti del mondo intero.

Su di esse si sono posati gli sguardi più diversi, dando vita a una produzione artistica assai poliedrica, che la Società zurighese di belle arti ha voluto presentare in una mostra aperta fino al 2 gennaio prossimo.

Chi si aspetta di vedere soprattutto il Monte Bianco o il Cervino dipinti in tutte le salse rimarrà stupito nel ritrovare queste mitiche vette rappresentate soltanto in una minoranza delle opere esposte: «La storia e la percezione della catena montuosa al cuore dell’Europa va ben al di là dei clichés ai quali siamo abituati», spiega a swissinfo Catherine Hug, collaboratrice del commissario principale della mostra, Tobia Bezzola.

Disegno divino

La mostra si apre così con un’insolita visione desertica delle Alpi. Un paesaggio quasi lunare fatto di massi rocciosi trasportati a valle dall’erosione del terreno, dove la vita umana non trova alcun spazio.

«Prima della nascita dell’alpinismo, agli inizi del XVIII secolo, la gente temeva le alte vette delle nostre montagne. Le credeva invalicabili e non osava sfidarle perché le considerava il disegno di una volontà divina», sottolinea Catherine Hug.

L’interesse per questo territorio si è quindi concentrato per secoli più che sulle sue caratteristiche geografiche, sulla sua valenza mistica. Ma anche sulle peculiarità scientifiche della sua flora e della sua fauna, come illustra un libro di Konrad Gessner del XVI secolo sugli uccelli che vivono nella regione alpina, l’opera più antica dell’esposizione.

Panorama

La catena montuosa che si estende su 1200 km dalla Francia alla Slovenia, nel cuore del vecchio continente, ha suscitato negli artisti le emozioni più disparate.

Il pittore svizzero Vallotton, ad esempio, rappresenta le montagne da lontano, arrotondandone le vette come fossero cosparse di lava che avanza inesorabile, metafora dei ghiacciai in movimento. Nei quadri di Campton invece i massicci montagnosi sono luoghi impervi e cosparsi di trappole. Da pratico alpinista, l’artista inglese illustra con estrema precisione la pericolosità dei crepacci e la spigolosità delle cime che tuttavia sembrano permettere ai pochi eletti che riescono a raggiungerle di toccare il cielo.

Ampio spazio è poi dedicato al magico rosseggiare delle vette al tramonto («Alpenglühe») – fenomeno atmosferico che attrae molti turisti e ha ispirato numerose tele – ma anche ai dipinti di pittori ignoti, o «artisti della domenica» che nelle Alpi hanno trovato un imprendibile panorama da ritrarre.

Anche la vita alpestre e i suoi abitanti non cessano di suscitare la curiosità degli artisti, affascinati dal messaggio romantico veicolato da personaggi folcloristici alla «Heidi e Peter» o da feste tradizionali come quella di «Unspunnen», a Interlaken.

Geologia e cartografia

L’eterogenea esposizione zurighese dedica poi un reparto al severo e impassibile sguardo scientifico di geologi e cartografi che con il loro lavoro da certosini hanno aperto la via all’attraversamento della catena rocciosa.

Non poteva mancare l’iconografia utilitaristica delle Alpi, rappresentata come un elemento naturale che storicamente ha assunto un ruolo strategico fondamentale: «La montagna come fortezza, fonte di protezione dall’invasore, di chiusura in se stessi», sottolinea Catherine Hug, evocando il Ridotto nazionale, cardine della difesa svizzera durante la seconda guerra mondiale.

«Al contempo però le Alpi diventano un luogo di collegamento fra il nord e il sud dell’Europa», come evidenziato dalla scultura di Thomas Schüttel in poliestere di un tunnel scavato all’interno di una montagna.

Turismo

La passeggiata all’interno delle Alpi elvetiche non poteva che terminare con una ricca sezione dedicata al turismo del presente e del passato.

Il turismo diventa un importante strumento di sviluppo per le economie locali già nel XVIII secolo, con la nascita dell’alpinismo. A questo proposito, la mostra espone gli esemplari di alcuni giornali d’epoca dove è evocata l’impresa dell’inglese Edward Whymper, che per primo scalò il Cervino nel 1865.

Da un quadro di Charles Hamilton Smith dove è ritratta la terribile frana che nel 1806 distrusse Arth-Goldau si scopre poi con un po’ di sconcerto che la Svizzera era meta anche di un certo «turismo delle catastrofi», che attirava in passato soprattutto i visitatori inglesi.

L’offerta turistica assai differenziata della regione alpina (si va dall’escursionismo, alla cultura, alle possibilità di cura al semplice viaggio rilassante in un paesaggio idilliaco) è esaltata nei numerosi cartelloni pubblicitari esposti.

«La regione alpina è descritta come un paradiso terrestre», afferma Catherine Hug. Con la sua mostra multiforme, il Kunsthaus rende giustizia a questo paesaggio.

swissinfo, Anna Passera, Zurigo

Esposizione «Nelle Alpi» al Kunsthaus di Zurigo fino al 2 gennaio 2007.
Circa 300 opere (soprattutto dipinti e fotografie, ma anche sculture, filmati e contributi audio) di 138 artisti dal XVI secolo ad oggi.
Orari d’apertura: lunedì-giovedì 10-21; venerdì-domenica: 10-17; chiuso il lunedì.
Catalogo «In den Alpen» (disponibile solo in tedesco): 272 pagine.

Le Alpi sono la catena montuosa più alta e imponente d’Europa.

Si estendono su circa 1200 chilometri e occupano una superficie di circa 300’000 km2.

La loro cima più alta è il Monte Bianco, che con i suoi 4810 m è considerato il «tetto d’Europa».

Situate nel cuore del vecchio continente, abbracciano otto paesi: Svizzera, Austria, Germania, Liechtenstein, Francia, Monaco, Italia e Slovenia.

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