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Verso un aumento delle ondate di calore

Tutto è buono per trovare un po' di refrigerio Keystone

Secondo i climatologi, la temperatura media nelle nostre regioni potrebbe aumentare di 4-5 gradi entro la fine del secolo. E la canicola potrebbe diventare un fenomeno comune.

Riuniti per tre giorni a Thun, nell’Oberland bernese, 70 esperti di tutto il mondo hanno discusso dell’evoluzione climatica degli ultimi 100 anni.

«Entro la fine del secolo – ha spiegato Martin Beniston dell’Istituto di geografia dell’Università di Friburgo – dobbiamo aspettarci ad un aumento delle ondate di calore».

Esprimendosi in occasione dell’incontro internazionale organizzato da ProClim, il forum svizzero sul clima e il mutamento globale, il ricercatore non ha neppure escluso un aumento della temperatura media di 4 o 5 gradi.

«Durante le giornate calde, il termometro potrebbe segnare fino a 10 gradi in più rispetto ai valori attuali», ha aggiunto.

Secondo gli esperti riunitisi a Thun, l’estate canicolare del 2003 – durante la quale sono stati superati i 41 gradi – non sarebbe dunque stata che un segnale premonitore di quello che ci attende in futuro.

«La tendenza è invece incerta per quel che concerne il maltempo», ha rilevato Beniston.

Tempeste invernali

Non è invece di questo avviso il riassicuratore elvetico Swiss Re: «Sulla base di uno studio scientifico, prevediamo in Europa un netto aumento dei danni dovuti alle tempeste invernali», ha indicato Pamela Heck, della sezione «Clima e pericoli naturali» di Swiss Re.

In particolare, lo studio prevede una crescita dei danni tra il 16 e il 68% per il periodo compreso tra il 1975 e il 2085.

In Svizzera, la temperatura media è aumentata di quasi 2 gradi dal 1970. Simultaneamente, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli avvenimenti meteorologici estremi, come l’uragano Lothar, le inondazioni e gli smottamenti di terreno.

Tra le regioni più fortemente colpite dalle catastrofi climatiche, la regione attorno a Thun e tutto l’Oberland bernese.

Influenza dell’uomo

Il geografo Heinz Wanner rileva dal canto suo che l’influsso dell’uomo sullo stato energetico della Terra è almeno altrettanto importante di quello esercitato dalla natura stessa. E questo influsso non cessa di crescere.

«In futuro c’è dunque una forte probabilità di assistere ad un aumento dei fenomeni estremi sull’arco alpino», prevede Wanner.

Il ricercatore bernese non vuole tuttavia essere troppo allarmista: «I fenomeni estremi non sono appropriati per documentare un cambiamento climatico», osserva. Per fare ciò, servono infatti delle misure effettuate su un periodo molto lungo (qualche secolo) e su vasta scala.

swissinfo e agenzie

Il 25 luglio è stato finora il giorno più caldo dell’anno in Svizzera.
Il valore più alto è stato registrato a Sion (Vallese): 35,9 gradi.
Il record svizzero risale all’estate canicolare del 2003: 41,5 gradi a Grono, nei Grigioni.

Stando a quanto indicato dal Gruppo di esperti intergovernativi nel rapporto 2001 sul cambiamento climatico, gli aumenti di temperatura, come quelli osservati dal 1910, non sono mai stati così accentuati negli ultimi 1000 anni.

Globalmente, le temperature sono mediamente cresciute di circa 0,6 gradi Celsius. Soltanto negli ultimi 30 anni, l’aumento è stato di 0,1-0,2 gradi ogni decennio.

In Svizzera, la temperatura media è salita di quasi 2 gradi dal 1970. Nel contempo si sono pure moltiplicati gli eventi climatici estremi, come l’uragano Lothar nel 1999 e gli smottamenti di terreno nel 2000 e 2005.

I ghiacciai, considerati gli indicatori più sensibili dei cambiamenti climatici, hanno visto diminuire la loro superficie in Svizzera del 18% tra il 1985 e il 2000.

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