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Si del Nazionale a Internet nelle scuole

La Confederazione dovrebbe investire 100 milioni di franchi per Internet nelle scuole; 900 milioni arrivano da Cantoni e privati. Non tutti sono d'accordo.

Nonostante i dubbi sul rispetto del federalismo e della coerenza di un impegno del genere, con 120 voti contro 43 (soprattutto UDC), il Consiglio nazionale mercoledì è entrato in materia sulla legge federale che promuove l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle scuole. L’esame particolareggiato si terrà lunedì prossimo, dopo un nuovo esame da parte della commissione.

Dopo l’entrata in materia, la Camera del popolo ha respinto una proposta della sua commissione di rinviare il progetto al governo. Con 96 voti contro 65, ha seguito il consigliere federale Pascal Couchepin per il quale il rinvio avrebbe provocato “un ritardo considerevole e probabilmente scoraggiato i partner privati”.

Sei imprese forniscono al progetto “Partenariato pubblico privato – Scuole in rete (PPP – Sir)” più di 100 milioni di franchi, mettendo a disposizione materiale. 800 milioni saranno investiti dai cantoni. L’impegno della Confederazione sarebbe incentrato sulla formazione degli insegnanti.

L’opposizione più accanita è giunta dai banchi dell’UDC. Per Theophil Pfister (UDC/SG) la Confederazione non è tenuta a intervenire nella scuola obbligatoria, di esclusiva competenza cantonale. Anche una maggioranza della commissione ha espresso riserve sulla compatibilità costituzionale della legge.

Pascal Couchepin ha ricordato che la Confederazione è responsabile delle Scuole universitarie professionali (SUP) e delle Università. Orbene, l’impegno di Berna si concentrerà sulla formazione dei docenti preposti a queste nuove tecnologie. Inoltre, l’impegno dello stato è limitato a 20 milioni di franchi all’anno per un periodo di cinque anni, ha aggiunto il ministro dell’economia.

Chiara Simoneschi (PPD/TI) ha strenuamente difeso il progetto di cui ha vantato i pregi e il carattere moderno. “Si dovrebbe sostenere questa collaborazione tripartita (Confederazione, cantoni e privati) a favore di una causa tanto urgente ed essere contenti d’aver trovato questa soluzione”, ha sottolineato la Simoneschi.

Anche i radicali hanno fatto sapere d’essere disposti ad accantonare i dubbi suscitati dal progetto. Occorre colmare il ritardo accumulato dalla Svizzera rispetto allo sviluppo d’Internet in Europa, ha osservato Johannes Randegger (PLR/BS).

Nonostante le critiche mosse a un progetto “mal strutturato”, anche i socialisti vi si sono allineati, per “non compromettere il futuro delle giovani generazioni in un settore tanto importante come quello delle nuove tecnologie dell’informazione”, ha sottolineato Hans Widmer (PS/LU).


swissinfo e agenzie

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