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Chi è tagliato per una carriera forense?

Keystone

Entusiasmati dalle serie televisive alla CSI – Scena del crimine, i giovani affollano le aule delle facoltà di scienze forensi. Il curriculum è impegnativo, gli impieghi scarseggiano e chi trova lavoro deve fare i conti con orari irregolari. A cosa si deve il fascino di questa carriera?

In fondo a una scalinata, nelle viscere di un vecchio edificio verde della capitale svizzera, si trovano gli uffici del dipartimento universitario di scienze forensi e balistica, diretta da Beat Kneubuehl, uno dei maggiori esperti europei di ferite d’arma da fuoco.

Due giovani siedono davanti al loro computer. Fanno parte di un’equipe di cinque persone. In uno stanzino sul retro, decine di scatole di plastica riempite di cellulosa pendono da una struttura metallica. Sono state usate di recente per misurare l’effetto di una lattina di spray al pepe.

Matematico di formazione, Beat Kneubuehl si è specializzato in scienze forensi dopo 33 anni trascorsi in seno al laboratorio di balistica dell’esercito svizzero. Ha fatto carriera analizzando le forze della natura e degli oggetti. Un mestiere per nulla monotono, sottolinea. «Ogni caso è diverso».

Il suo compito non è di investigare una scena del crimine, ma di interpretarla, sottolinea il professore. «Guardiamo gli indizi e cerchiamo di farli parlare. Cosa è successo? Dove sono finite le tracce di sangue? Cerchiamo di ricostruire la dinamica degli eventi».

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Un curriculum attrattivo

Lo scorso anno, 89 studenti hanno iniziato un bachelor in scienze forensi all’università di Losanna, la prima scuola di polizia scientifica al mondo e uno dei rari istituti in Europa ad offrire una formazione di base in questo campo.

Il numero di iscritti ha raggiunto l’apice tra il 2005 e il 2006, con 118 studenti. Un caso? Difficile stabilirlo, ma sta di fatto che proprio in quell’anno sei delle dieci serie televisive di maggior successo negli Stati Uniti ruotavano proprio attorno a temi polizieschi.

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Una carriera in questo campo attira persone «interessate a comprendere come funziona o non funziona il corpo umano», spiega Susanne Keuneke, ricercatrice all’istituto di scienze sociali, comunicazione e media all’università Heinrich Heine di Düsseldorf, in Germania.

Assieme ad altri due colleghi, Susanne Keuneke ha cercato di capire se le serie televisive hanno un’influenza sui giovani che scelgono questo tipo di curriculum. Hanno scoperto che i film hanno un impatto su quegli studenti che hanno già un interesse per la medicina e le cui conoscenze di medicina legale «non erano corrette al cento per cento, ma realistiche».

Sulle 27 persone intervistate, 24 erano donne. Come mai? Susanne Keuneke non ha una risposta chiara. «Ci però sono diverse ricerche che mostrano come le donne sviluppino un  più grande interesse per una professione quando questa è mostrata in televisione».

Anche in Svizzera c’è un’importante proporzione di donne interessate alle scienze forensi. Tra il 2004 e il 2012, rappresentavano circa due terzi di tutti i diplomati all’università di Losanna. Una tendenza simile si riscontra anche a Zurigo, dove su 12 studenti dell’istituto di medicina forense, solo due sono uomini.

Fuoco sacro

Che qualità bisogna avere per fare questo mestiere? Per Beat Kneubuehl ci vuole una «buona dose di fantasia e creatività».

«È necessario avere il fuoco sacro», aggiunge Michael Thali, direttore dell’istituto di medicina legale dell’università di Zurigo. «Gli studenti devono essere interessati a risolvere un caso. È come quando si guarda la televisione o si legge un giallo. Bisogna aver voglia di trovare la chiave del problema. Chi non ha sviluppato questa passione negli anni, credo sia al posto sbagliato».

Questo tipo di lavoro non è adatto nemmeno a chi sogna orari regolari. Michael Thali racconta che nel suo dipartimento una giornata tipo inizia alle 7 del mattino: scanner a un cranio con una tecnica non invasiva che lui stesso ha partecipato a sviluppare, denominata Virtopsy; poi ci sono le analisi, le autopsie, i rapporti per i giudici e la polizia.

I casi di omicidio si alternano a compiti più banali, come le analisi del sangue di conducenti ubriachi. «Non si sa mai cosa ti aspetta. È questo il lato interessante del nostro lavoro».

Pochi sbocchi

In Svizzera, dove il tasso di crimini violenti è relativamente basso rispetto agli altri 35 paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, uno dei principali ostacoli a una carriera forense è la relativa scarsità di opportunità d’impiego.

Le statistiche dell’università di Losanna, risalenti al 2008, mostrano come un anno dopo la laurea, 28 dei 36 diplomati avevano un impiego, e di questi 19 erano attivi nel loro campo.

Nel team di Beat Kneubuehl vi sono cinque persone per un totale di due posti e mezzo. A Zurigo, malgrado il programma si sia sviluppato molto negli ultimi vent’anni – da 60 a 150 impiegati – le possibilità di far carriera accademica restano limitate, commenta Michael Thali.

L’interesse per questa materia non sembra però scemare. L’università di Losanna è sommersa da richieste di informazioni da parte di potenziali studenti e media. Michael Thali ritiene che la televisione abbia dato visibilità alle scienze forensi. Attualmente sono una decina le serie in onda sulle reti svizzere.

«Fino a dieci anni fa la gente reagiva con stupore davanti a un medico legale. Oggi questo mestiere suscita sempre più interesse e fa volare l’immaginazione. Per noi non né certo una cattiva pubblicità».

L’università di Zurigo sta studiano se ci sono fattori genetici che spiegano il grado di tolleranza dell’alcool nei giovani bevitori. È stata anche chiamata ad identificare lo scheletro di Jörg Jenatsch (1596-1639), simbolo della lotta dei Grigioni per la libertà e l’indipendenza.

A Losanna i ricercatori dell’istituto di fisica delle radiazioni sono stati invitati nell’agosto del 2012 a partecipare all’inchiesta sul decesso di Yasser Arafat, per cercare di comprendere se l’ex presidente palestinese è stato avvelenato con il polonio radioattivo.

Dal canto suo, l’università di Berna ha analizzato le prove relative all’omicidio di una famiglia britannica. Padre, madre e nonna erano stati uccisi nella loro auto vicino ad Annecy nel settembre 2012. Solo le due figlie erano sopravvissute.

Recentemente, sono stati occupati ad analizzare la carne contenuta nelle lasagne congelate e in altri prodotti già pronti venduti in Europa, per determinare se contenessero carne bovina o suina.

(Traduzione dall’inglese, Stefania Summermatter)

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