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I pensionati svizzeri sono finanziariamente sani

L'Ufficio federale delle assicurazioni sociali caldeggia una maggiore solidarietà intergenerazionale f1 online

Un'ampia parte dei pensionati ha una solida situazione economica, è in buona salute e vive più a lungo, rileva uno studio. Dovranno tuttavia essere adottate misure per evitare squilibri in futuro.

Il quadro generale è rassicurante: soltanto il 6% dei pensionati svizzeri può essere definito povero. Sussistono tuttavia importanti disparità per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza.

È quanto risulta da un recente studio, commissionato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas), in cui è stata analizzata approfonditamente la situazione economica dei residenti nella Confederazione (fascia d’età 25-99 anni).

Secondo il professor Philippe Wanner – autore dello studio – le future riforme per la garanzia dell’equilibrio finanziario a lungo termine dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs) dovranno perciò tenere conto non soltanto dell’evoluzione demografica, ma anche della ripartizione delle risorse tra le generazioni.

Età di pensionamento da rivedere

Secondo gli ultimi dati federali e cantonali, il segmento di popolazione più benestante è composto da persone tra i 55 e i 75 anni d’età. Le mamme single, i giovani invalidi e le donne sole in età lavorativa su quattro sono al contrario a rischio di povertà.

Alla luce di queste considerazioni, l’Ufas auspica un’approfondita discussione in merito al futuro del sistema di previdenza. «L’analisi mostra che l’attuale età di pensionamento non è più la soluzione ideale», afferma Yves Rossier, direttore dell’Ufas.

Una tesi condivisa da Giuliano Bonoli, professore universitario ed esperto dei sistemi pensionistici europei. In un’intervista al settimanale L’Hebdo, ha sottolineato: «Le nozioni di età di riferimento a 65 anni e di pensionamento anticipato sono anacronistiche. In futuro è immaginabile una flessibilizzazione tra 62 e 70 anni».

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Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS)

Questo contenuto è stato pubblicato al L’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) è un’assicurazione di base che garantisce un minimo vitale ai pensionati (da 65 anni per gli uomini, da 64 per le donne), agli orfani, ai vedovi e alle vedove. Questa assicurazione obbligatoria è finanziata nella misura dell’80% dai contributi versati dai salariati e dai datori di lavoro. Il resto proviene…

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Pensionati benestanti

Dallo studio emerge inoltre che meno del 5% dei pensionati residenti in Svizzera dipende completamente dall’Avs e dalle prestazioni complementari. La percentuale scende al 2,5% tra i 65 e i 69 anni.

Oltre alle prestazioni di vecchiaia delle assicurazioni sociali, un terzo delle persone tra i 65 e i 69 anni consegue ancora un reddito da lavoro (circa 10’000 franchi l’anno). Inoltre, gran parte dei pensionati può contare su un reddito patrimoniale che raggiunge il culmine poco dopo l’età del pensionamento.

Infine, quasi un quinto delle coppie in pensione dispone di un patrimonio superiore al milione di franchi.

«Generazione privilegiata»

L’ondata di pensionamenti della «generazione del baby-boom» offre una preziosa opportunità per riflettere sui nuovi possibili approcci a livello di assicurazioni sociali, osserva l’autore dello studio Philippe Wanner.

A suo parere, le persone tra i 45 e 64 anni costituiscono una «generazione privilegiata»: hanno potuto godere i frutti di una forte crescita economica durante la loro vita professionale, si stanno avvicinando alla pensione in condizioni finanziarie soddisfacenti e sono in buona salute.

Seguire i cambiamenti

Secondo Yves Rossier, il sistema pensionistico del paese deve adattarsi alle tendenze sociali ed economiche. «Le decisioni politiche non sono mai definitive, sono valide per 10-12 anni: la società si sviluppa costantemente».

«È necessario – continua il direttore dell’Ufas – garantire un quadro legale adeguato alla società, per evitare di rendersi conto, a un certo momento, che i poveri stanno pagando per i ricchi e che il sistema funziona quindi al contrario». Per assicurare che l’evoluzione avvenga nella giusta direzione, «esistono dozzine di possibili soluzioni», aggiunge Rossier.

A titolo di esempio, scrive l’Ufas nel riassunto dello studio, un contributo di solidarietà da parte dei pensionati rappresenterebbe un adeguato correttivo. Inoltre, le famiglie con figli, le famiglie monoparentali e le persone sole dovranno essere messe nelle condizioni di conseguire un reddito più elevato.

A tal fine è necessario migliorare le strutture di custodia per bambini in età scolare o prescolare e fare in modo che il quadro fiscale non costituisca una zavorra.

swissinfo, Julia Slater
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Lo studio «La situazione economica delle persone attive e dei pensionati» ha analizzato le condizioni economiche di quasi 1,5 milioni di persone tra i 25 e i 99 anni residenti in Svizzera nell’anno 2003. Si tratta delle prima analisi di queste dimensioni.

Nel quadro della ricerca sono stati utilizzati i dati dei registri fiscali dei cantoni di Argovia, Neuchâtel, San Gallo, Vallese e Zurigo e quelli del registro AVS.

In Svizzera, il sistema di previdenza si basa su tre livelli (pilastri). Il primo è la previdenza statale. Ogni abitante deve pagare una quota ad un’assicurazione federale – l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs) – che poi, dopo il pensionamento, verserà una rendita destinata a coprire i bisogni di base.

Il secondo è la previdenza professionale. Si tratta di un’assicurazione privata obbligatoria, alla quale salariati e datori di lavoro contribuiscono in parti uguali. Il denaro accumulato è poi riversato sotto forma di rendita o di capitale.

Oltre a queste due forme di previdenza previste dalla legge è possibile costituirne una individuale, il cosiddetto terzo pilastro. Le somme risparmiate sono deducibili dalle imposte. Il capitale è bloccato fino al pensionamento, ma può essere ritirato prima in caso di acquisto di un’abitazione.

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