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La Svizzera, nuovo Eldorado all’Expo di Shanghai

Quattro minuti di seggiovia e si raggiunge il tetto: il culmine del padiglione elvetico. swissinfo.ch

Il padiglione elvetico sta riscuotendo grande successo tra i visitatori dell'Esposizione universale: le code per accedere all'infrastruttura sono finora le più lunghe di tutta la manifestazione.

«È fantastico! Spero davvero che non venga demolito», esclama entusiasta Zhan Jia Long, appena arrivato – con la seggiovia – sul tetto del padiglione, dove si trova un prato con fiori alpini. All’orizzonte, il fiume Huangpu, i grattacieli di Shanghai e l’immenso perimetro dell’Expo.

Agente immobiliare, Zhan Jia Long è arrivato il giorno dell’inaugurazione in compagnia della moglie Wang Man Hong e della figlia Jenny; il padiglione rossocrociato è in cima alla loro lista dei luoghi da ammirare. L’installazione figura infatti tra i “pesi massimi”: dopo alcuni giorni di attività, risulta essere tra le più visitate e apprezzate.

Una lunga attesa

Molto prima di raggiungere il tetto del padiglione, la famiglia ha dovuto attendere per circa tre ore – con trenta gradi di temperatura – prima di poter accedere all’esposizione. I responsabili hanno annunciato che la fila d’attesa per entrare nel padiglione elvetico era la più lunga in assoluto, davanti a quelle per le installazioni di Francia e Germania.

Nonostante l’attesa, né la famiglia Zhan né gli altri visitatori sembrano spazientirsi. Wang Man Hong è vicedirettrice di una compagnia elettrica di Shanghai nonché segretaria della sezione aziendale del partito comunista: «Siamo già stati in Europa, ma non in Svizzera. Speriamo davvero di poterci andare!», confida.

Immagini stupefacenti

Zhan Jia Long colleziona i coltelli svizzeri e le fotografie dei paesaggi elvetici, la figlia adora il cioccolato, la moglie si impegna per proteggere l’ambiente: «Siamo venuti con la navetta elettrica, non con l’automobile. Sono ansiosa di vedere i paesaggi elvetici!», dichiara convinta.

Più tardi, quando finalmente si aprono le porte del padiglione, la famiglia resta a bocca aperta di fronte alle immagini mozzafiato del film “The Alps”, proiettato in tre dimensioni al cinema IMAX. Il pubblico può ammirare le nevi eterne, i ghiacciai, le vette delle montagne…

Lo spettacolo è talmente coinvolgente che la maggior parte dei visitatori ignora completamente i ritratti a grandezza naturale – proiettati su grandi schermi – di vari svizzeri, celebri (la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, l’avventuriero Bertand Piccard) e meno celebri, i quali presentano la loro visione della Confederazione.

La spiegazione di Wang Man Hong è semplice: «Queste persone possono essere tranquillamente ritrovate in Internet, mentre le immagini di una tale qualità sono uniche».

La teleferica e il binocolo

Visione idilliaca, quasi fosse tratta da un libro illustrato. Ma la Svizzera è davvero così, caratterizzata da paesaggi fantastici e senza abitanti? «Credo proprio di sì, la densità della popolazione è molto bassa», afferma Wang Man Hong. Il marito è poco convinto: «Non credo che la realtà sia proprio questa. Ci mostrano queste montagne perché sono la cosa più bella della Svizzera».

Un po’ più lontano, sulla rampa che conduce all’entrata della teleferica, attraverso speciali binocoli tridimensionali è possibile ammirare una Svizzera più tecnologica; molti visitatori leggono con grande attenzione i pannelli esplicativi che forniscono informazioni supplementari. La famiglia Zhan scopre così l’esistenza di una tecnica svizzera che consente di riciclare il cemento, e osserva con attenzione i pannello dedicato ai parchi eolici nel canton Giura.

Finalmente, giunge il momento più atteso: superato l’ultimo tratto di colonna, la famiglia può salire sulla seggiovia. I passeggeri viaggiano a gruppi di sei – per quattro minuti – lungo un enorme cilindro vegetale. Un percorso di «felicità pura», commenta Wang Man Hong, conquistata da un paese che la fa sognare. Anche il marito condivide l’entusiasmo, ma è dispiaciuto per l’assenza di neve: «Sarebbe stato ancora meglio», si rammarica.

Un esempio

La famiglia non risparmia gli elogi. La figlia Jenny vuole tornarci con le amiche, la madre intende accompagnare al padiglione svizzero i propri clienti, il padre dice di aver imparato molto cose sull’ecologia, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la gestione delle acque, il riciclaggio.

«Credo che questi metodi possano essere un esempio per il nostro paese», afferma, assicurando che una volta rientrato a casa cercherà informazioni su Internet, per sapere se il padiglione sarà demolito oppure no. «Se la risposta fosse affermativa, lancerò una campagna per il suo mantenimento», promette.

Tutte queste emozioni mettono appetito. Fortunatamente, il padiglione dispone di una grande «piazza pubblica», accessibile a tutti senza fila d’attesa. Qui è possibile fare uno spuntino, ripararsi dal sole e schiacciare un pisolino. La famiglia esita: il ristorante svizzero offre infatti un menu molto stuzzicante, ma caro: quello più economico costa 188 yuan, ovvero circa 30 franchi.

«Farà un bel buco nel nostro portamonete», commenta la signora Wang, la quale non si lamenta comunque troppo: quando si tratta della Svizzera, tutti i sacrifici valgono la pena di essere fatti.

Alain Arnaud, Pechino, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Con i suoi circa 18 milioni di abitanti, Shanghai è la città più popolosa della Cina e l’indiscutibile capitale economica del paese. Grazie al rapido sviluppo seguito alle riforme economiche del 1992, la megalopoli è oggi un centro finanziario, commerciale e logistico d’importanza mondiale.

La Cina (Hong Kong incluso) è sin dal 2002 il principale partner commerciale della Svizzera in Asia. Nel 2008 le esportazioni svizzere in Cina hanno superato i 6 miliardi di franchi, le importazioni dalla Cina si sono invece attestate a poco meno di 5 miliardi di franchi.

La Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo a disporre di un eccedente commerciale nei confronti del gigante asiatico.

Circa 300 aziende elvetiche hanno compiuto degli investimenti diretti in Cina e dispongono di sedi a Shanghai o nella vicina provincia dello Zhejiang.

Stando ad un recente sondaggio realizzato dalla Camera di commercio Svizzera-Cina, il 75% di queste società si dice “molto ottimista” sullo sviluppo dei loro affari in Cina nei prossimi 5 anni. Il 66% di loro prevede inoltre d’assumere una media del 15% di dipendenti in più nel 2010.

L’esposizione universale di Shanghai, alla quale partecipano più di 190 paesi e una cinquantina di organizzazioni internazionali, è la più grande mai organizzata.

La superficie dedicata all’Expo, lungo entrambe le sponde del fiume Huangpu nel cuore della metropoli, raggiunge i 5.28 km2.

Nel corso dei 6 mesi di durata dell’avvenimento, dal 1. maggio al 31 ottobre 2010, gli organizzatori si attendono 70 milioni di visitatori, il 95% dei quali cinesi.

La prima esposizione universale si è svolta a Londra nel 1851. L’ultima a Saragozza in Spagna, nel 2008.

Numerose opere realizzate per le esposizioni universali sono in seguito diventate degli emblemi delle città organizzatrici: tra queste, la Torre Eiffel a Parigi, l’Atonium a Bruxelles o lo Space Needle a Seattle.

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