Ex-voto sotto la lente in Ticino: due mostre a Lugano e Rancate

Gli ex-voto sono doni votivi offerti dai fedeli di religione cattolica a Cristo, alla Madonna o ai santi in segno di riconoscimento per grazie ricevute. Le due esposizioni, in corso a Rancate ed a Lugano, raccolgono oltre 170 tavole dipinte tra il Seicento e l'Ottocecento, alcune delle quali sono considerati dai critici tra gli ex-voto più antichi della Confederazione.
Nuova, articolata iniziativa della Svizzera Italiana nel campo degli ex-voto, quelle testimonianze di fede tipiche della cultura popolare cattolica che servivano ad attestare un miracolo (vero o presunto che fosse) e ringraziavano la divinità. Con una duplice esposizione, una a Lugano e l’altra a Rancate (nel Mendrisiotto), il Ticino offre una panoramica delle più belle tavole votive dipinte delle sue parrocchie, un “assaggio” dal patrimonio locale che comprende gli ex-voto più antichi di tutta la Svizzera.
Viene così ripreso un tema che già nel 1950, anno di un’importante mostra allestita dal tandem Bianconi-Martinola, aveva riscosso grande successo. Il persistente interesse del Cantone è culminato in seguito nella pubblicazione, nel ’99, del primo inventario completo degli ex-voto dipinti ticinesi, a cura di Augusto Gaggioni e padre Giovanni Pozzi.
Proprio il voluminoso catalogo costituisce adesso lo spunto per le due mostre, pensate per avvicinare il grande pubblico sia alle opere in sé, sia ai problemi di attribuzione e conservazione che comportano.Le due esposizioni, infatti, si presentano diverse sia per impostazione sia per quantità di materiale raccolto.
In quella luganese, allestita presso il Museo Cantonale d’Arte, si affronta la problematica del restauro, attraverso la selezione di oltre cinquanta ex-voto dalle particolari caratteristiche tecniche e di conservazione, databili tra il XVII e il XIX secolo. Le tavole sono esposte accostandone alcune già restaurate ad altre ancora in fase di recupero. Alcuni esempi, particolarmente significativi, sono inoltre accompagnati da fotografie che illustrano le varie fasi della lavorazione.
La mostra di Rancate, che trova spazio presso la Pinacoteca Züst, raccoglie invece 120 ex voto già restaurati ma di cui, in parecchi casi, non si conosce l’autore. Il “fil rouge” è rappresentato in questo caso dai tentativi di attribuzione proposti dai curatori, che chiamano in causa pittori o botteghe operanti sia sul territorio ticinese che all’estero.
Per il Seicento e il Settecento circolano i nomi di Torriani e Petrini, accompagnati da influenze toscane, liguri, lombarde e transalpine, con una produzione che interessa soprattutto il Mendrisiotto e l’area del Ceresio. Nell’Ottocento si impone invece il “re degli ex voto” Giovanni Antonio Vanoni, con una netta prevalenza di tavolette votive nella regione di Locarno, sede dell’importante Santuario della Madonna del Sasso.
A prescindere dal loro valore simbolico e spirituale, gli ex-voto offrono un prezioso spaccato della vita ticinese dell’epoca. Al di là della disgrazia che il committente è riuscito ad evitare, le scene rappresentate documentano infatti le condizioni di vita di contadini e mercanti, l’ambiente medico, i mezzi di trasporto. Un tuffo nel passato della Svizzera italiana, insomma, grazie ad un’arte popolare giudicata per troppo tempo inferiore rispetto a quella “colta” e capace invece di sorprendenti esiti qualitativi.
Alessandra Zumthor

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