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Gli irriducibili Romanci

A Coira, alcune rovine romane sono presentate in una struttura realizzata dall'architetto grigionese Peter Zumthor (swissinfo) swissinfo.ch

Un popolo misterioso e l'imperialismo romano, dalla colonizzazione tedesca al risveglio di un'identità: una sintesi possibile per la storia romancia.

Sguardo sul passato di un microcosmo culturale alpino all’incrocio delle grandi civiltà europee.

“Nus essan en l’onn 50 a.Cr. La Gallia è occupada dals Romans. Sulet ina culegna da Gals giagliards e cumbattivs resista anc andina als invasurs”.

Vale a dire: “Siamo nel 50 avanti Cristo. L’intera Gallia è occupata dai Romani. Proprio tutta? No! Un villaggio abitato da Galli irriducibili resiste ancora e sempre all’invasore”, la celebre formula ripresa da Asterix e firmata da Goscinny, tradotta per l’occasione in “Rumantsch Grischun”.

Asterix e i suoi resistevano all’imperialismo romano. Ma per la cultura romancia – lingua romanza – è la germanizzazione a rappresentare un pericolo concreto.

Lingue in eredità

I Romani hanno donato al mondo mediterraneo soprattutto la rete di strade e gli acquedotti. A gran parte dell’Europa occidentale, hanno lasciato in eredità la loro lingua.

Plasmato dalle influenze precedenti (cultura dei popoli locali) e successive (invasioni, immigrazione), il latino volgare si è trasformato in diverse lingue.

Lingue che si possono riunire in vari gruppi linguistici: gallo-romanzo (francese), occitano-romanzo (occitano, provenzale, catalano), ibero-romanzo (spagnolo, portoghese, galiziano), italo-romanzo (italiano, corso), balcano-romanzo (rumeno, dalmatico).

Ladino e friulano, in uso nel Nord d’Italia, e il romancio, parlato esclusivamente nel cantone dei Grigioni, provengono invece da un gruppo linguistico battezzato “retoromanzo”.

Arrivano i Romani

Ma chi erano i Reti? Non si sa molto di questo popolo venuto a insediarsi nelle Alpi intorno al 500 avanti Cristo. L’ipotesi più verosimile è che provenissero dal mondo celtico. Origine etrusca, balcana, o semita? Il mistero non è stato ancora risolto.

È nel 15 a.C. che i Reti furono soggiogati dai Romani. Divenuta provincia, la regione (compresa tra le Alpi retiche e il Danubio) divenne la “Raetia” e fino a circa l’anno 400 sarà sottoposta ad un’intensa romanizzazione.

Attraverso la presenza militare romana e lo sviluppo del commercio, la miscela di lingue retiche indigene e di latino popolare diede vita a una variante retica del latino volgare. Lo sviluppo del cristianesimo, a partire dal quarto secolo, fornì il proprio contributo a questa evoluzione.

E venne il tempo della germanizzazione

Nell’806 Carlomagno introdusse in Rezia il sistema amministrativo dei Franchi. Un conte tedesco andò a governare la città di Coira e numerosi funzionari d’oltre Reno si trasferirono nella regione.

Dopo meno di 40 anni, il Vescovo di Coira venne distaccato dalla diocesi di Milano e associato a quella di Mayence, e questo orientò in maniera definitiva la Rezia verso il Nord germanofono.

Ma è stato fra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, che l’autonomia dei Grigioni prese forma. Il sistema feudale lasciò progressivamente il posto a una democrazia imperniata su comuni e su giurisdizioni autonome che, nel 1471, fondarono la Repubblica delle Tre Leghe.

Un tragico fatto di cronaca ha accelerato l’evoluzione linguistica già in corso. Nel 1464 un incendio distrugge Coira, la capitale. La città sarà ricostruita da artigiani germanofoni, che ci si fermeranno e determineranno la totale germanizzazione del posto.

Dalla lingua scritta, la rinascita

Tuttavia dal sedicesimo secolo, soprattutto grazie alla Riforma, il romancio diventa lingua scritta.

Per motivi pratici, il tedesco è rimasto per tre secoli la lingua ufficiale della Repubblica delle Tre Leghe. Ma nel 1794, la Dieta (cioè l’esecutivo), proclama il trilinguismo (tedesco, romancio, italiano) della Repubblica che, nel 1803, diventa il cantone svizzero dei Grigioni.

Se le costituzioni cantonali del diciannovesimo secolo riconoscono e tutelano le tre lingue dei Grigioni (unico cantone svizzero trilingue), la realtà ha ben altro aspetto: l’autorità cantonale dell’epoca spinge in maniera decisa verso la germanizzazione dei Romanci. Per contrastare questa tendenza, come anche l’immigrazione germanofona, si levano voci che incitano alla difesa del romancio.

La “Lia Rumantscha” (Lega romancia) viene fondata nel 1919, ma è solo nel 1938 che la Svizzera riconoscerà al romancio dignità di lingua nazionale sullo stesso piano di tedesco, francese, italiano, alle quali però viene concesso in più lo statuto di “lingue ufficiali”. Un riconoscimento nazionale che aiuterà comunque i Grigioni a prendere coscienza della loro identità.

Lo statuto del romancio è consolidato da un rafforzamento dell’articolo costituzionale sulle lingue, nel 1996. Ma quello che più di ogni altra cosa ha segnato la cultura romancia durante la seconda metà del ventesimo secolo è la creazione, nel 1982, del “rumantsch grischun” (rg), una lingua scritta sovraregionale.

Perché, in realtà, quello che si designa come “romancio” è un insieme di cinque idiomi differenti, ognuno tenacemente radicato in un minuscolo territorio, isolotto latino in terra germanofona.

swissinfo, Bernard Léchot
(Traduzione di Serena Tinari)

Dal 1524 al 1798 i Grigioni sono uno stato autonomo alleato alla Confederazione. Sono costituiti da tre Leghe (Lega della Ca’ di Dio, Lega Grigia, Lega delle Dieci Giurisdizioni).

Quando Napoleone invade l’Italia nel 1797, i Grigioni perdono in primo luogo i territori del Sud: la Valtellina e la Val Chiavenna finiscono nella Repubblica cisalpina. Invasi a loro volta dalle truppe francesi, i Grigioni sono integrati alla Repubblica svizzera nel 1798.

Con l’Atto di mediazione (1803), Napoleone conferma l’unione del territorio trilingue alla Confederazione. Unione che viene ribadita nel Congresso di Vienna del 1815.

La città di Coira (Chur in tedesco) è il capoluogo del cantone.

Situato nel sud-est della Svizzera, il cantone dei Grigioni (con i suoi 7105 km2, il più grande del paese) presenta un profilo molto accidentato.
Comprende circa 150 valli; le due principali, la Surselva e l’Engadina, si sviluppano parallelamente all’arco alpino.
Secondo il censimento federale del 2000, il cantone dei Grigioni conta una popolazione di 187.058 abitanti (di cui 127.755 germanofoni, 27.038 romanci, 19.106 italianofoni).

La riunione d’autunno delle due Camere federali si svolge quest’anno a Flims, nei Grigioni, dal 18 settembre al 6 ottobre. Questa regione periferica diventa così, durante tre settimane, il cuore politico del Paese.

Sono attesi nella Surselva i massimi rappresentanti della politica federale, dell’economia e della cultura. Questa pubblicità dovrebbe incitare anche un più largo pubblico a visitare la regione.

Per l’occasione, swissinfo propone una serie di articoli e un dossier dedicati al romancio, la quarta lingua nazionale svizzera.

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