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Svizzera, la metropoli nel cuore delle Alpi

La Svizzera è sempre più una realtà metropolitana e multiculturale. www.metropoly.ch

La Svizzera è un piccolo paese che sta diventando una grande metropoli. Un cambiamento, una trasformazione, che influisce sulla nostra vita più velocemente di quanto immaginiamo.

In questa prospettiva di crescente urbanizzazione, l’organizzazione sociale e la gestione dello spazio costituiscono indubbiamente due grandi problemi, ma non i soli, di scottante attualità.

Il 75% circa della popolazione residente in Svizzera vive nelle aree urbane e negli agglomerati. Il processo di urbanizzazione esercita tuttavia una pressione sempre crescente sui territori urbani ed è affiancato da diversi inconvenienti: aumento del traffico e dell’inquinamento, problemi sociali e di deficit pubblico.

Tutte sfide che si delineano imperativamente sull’orizzonte della Svizzera del futuro e che meritano non solo una riflessione, ma anche delle risposte. Ci sta provando da oltre dieci anni, per esempio, l’associazione Metropoli Svizzera, fondata nel 1994 da personalità del mondo della politica, della pianificazione, della cultura, dell’architettura, della salute pubblica e dei mass media.

Attraverso momenti di riflessioni e manifestazioni pubbliche, cerca di contribuire attivamente alla riflessione sulle implicazioni territoriali, istituzionali e culturali del fenomeno metropolitano. Per comprendere meglio queste trasformazioni, l’associazione ha curato un’esposizione itinerante che circolerà dal 2006 al 2007 in tutta la Svizzera.

Il punto di partenza

L’assunto da cui partono i promotori dell’esposizione “Metropoly – la Svizzera urbana” è appunto che la Svizzera è un paese urbanizzato: gli agglomerati, le città e i villaggi finiscono per fondersi in un tutt’uno. Esattamente come il resto dell’Europa, la Svizzera sta assumendo una conformazione sempre più insediativa e a ritmi rapidissimi.

Una situazione che rischia di sfuggire al controllo politico, vanificando pertanto ogni sforzo di orientare una politica di crescita secondo i criteri dello sviluppo sostenibile. Basti pensare che in Svizzera, per esempio, si costruisce sempre più in fretta: l’equivalente di un metro quadrato al secondo.

“Metropoly” mette dunque in discussione situazioni acquisite, prendendo le distanze dagli stereotipi della Svizzera da cartolina. E, soprattutto, si interroga sul futuro soffermandosi in particolare su tre livelli: lo sviluppo territoriale, l’integrazione multiculturale e il federalismo.

Quali sono le conseguenze della struttura federalistica, con i suoi 26 cantoni e i suoi 3000 comuni? Quali sono le possibili soluzioni sul tappeto? È realistica la richiesta di una riforma degli attuali confini? Attorno a questi e ad altri interrogativi ruota il dibattito sul futuro urbano della Svizzera.

Il Ticino parte del sistema urbano

Il Ticino, terra di transito, di turismo, di terziario, percorsa da importanti vie di comunicazione internazionali, è parte integrante della grande metropoli svizzera. E ha un ruolo chiave come ponte tra i due poli di Zurigo e Milano. E la grande Lugano, frutto di un processo di aggregazione riuscito, intende assumere in questo contesto un peso specifico.

In un cantone dove il dibattito sulle aggregazioni comunali è inserito in un cantiere tutto in divenire, riflettere sulla dimensione urbana è un fatto inevitabile. Lo studio “Città 2004” realizzato dal Canton Ticino in base al rapporto del Consiglio federale sulla politica degli agglomerati urbani, evidenzia del resto l’importanza del nuovo ruolo delle città e dei poli urbani.

La stessa Accademia di architettura, che ha sede a Mendrisio, ha creato al suo interno l’Istituto per il progetto urbano contemporaneo. Un punto di riferimento importante in grado di accompagnare i cambiamenti del territorio nell’ottica del migliore sviluppo possibile. E proprio all’Accademia è stato avviato un ciclo espositivo sulle metropoli del mondo emergente.

Heidi e le caprette solo nell’immaginario

Intervenendo ad un dibattito pubblico sul tema, il presidente del Consiglio di Stato ticinese Luigi Pedrazzini ha sottolineato che “Metropoly Svizzera” è una realtà. “In questa rete di dinamiche nazionali e transfrontaliere, è coinvolto anche il Ticino che ha ora la possibilità di scegliere se essere una regione che subisce le scelte degli altri o una regione che agisce in modo dinamico nella rete “metropolitana” svizzera e transfrontaliera”.

Sebbene nell’immaginario di molti stranieri la Svizzera è ancora associata ad Heidi, bianche caprette, stelle alpine, cime innevate e robusti contadinotti dalle guance rosse e dai presumibili sani principi, la realtà è però palesemente ben diversa. E anche i paesaggi incantati ed idilliaci non sono stati risparmiati dall’invasione selvaggia del cemento.

“Siamo stati socializzati in termini di città e campagna. Si deve ora tener conto del fenomeno di metropolizzazione della Svizzera, per controllarlo meglio” aveva dichiarato al momento della presentazione della “Carta per il futuro di una Svizzera urbana” il sociologo Michel Bassand, professore al Politicenico federale di Losanna. A distanza di qualche anno la metropolizzazione della Svizzera è sempre più una realtà inconfutabile.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

La Svizzera è un paese urbano. Crescendo, le agglomerazioni, le singole città e i villaggi si fondono in un’unica rete urbana. Basilea, Ginevra, Zurigo e il Ticino sono regioni metropolitane. La Svizzera è diventata urbana, e questo incide sulla nostra vita.

Il 4 dicembre è stata inaugurata a Lugano l’esposizione “Metropoly – la Svizzera urbana”, in agenda fino all’11 dicembre. Essa si prefigge di sensibilizzare una fetta di pubblico ancora maggiore, soprattutto di giovani, per rispondere alle sfide poste da una Svizzera cosmopolita e urbana.

La mostra ha già toccato 6 regioni della Svizzera: Basilea, Turgovia, Meyrin, Canton Giura, agglomerato Obersee.

La mostra itinerante prodotta dall’Associazione Metropoli Svizzera, si articola su tre temi principali, che viene sempre inserito in una prospettiva locale a seconda delle regioni svizzere toccate:

• lo sviluppo territoriale, perché non possiamo continuare a costruire alla velocità di 1 metro quadrato al secondo.
• l’integrazione, perché in Svizzera vivono persone provenienti da 194 nazioni e inoltre la relazione tra generazioni sta cambiando radicalmente.
• il federalismo, perché la struttura delle istituzioni (Governi comunali, cantonali, …) va ripensata.

Composta di pannelli, filmati e fotografie, la mostra è concepita in modo tale da stimolare la riflessione su temi chiave che sono altrettanti nodi da sciogliere: la multiculturalità nei quartieri, la nuova politica regionale, la mobilità, l’impatto dell’urbanizzazione sulla qualità della vita.

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