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Un’accademia per le Convenzioni di Ginevra

Due soldati statunitensi con un prigioniero afgano. Sovente, la statuto giuridico dei prigionieri di guerra non è chiaro Keystone Archive

È stata inaugurata a Ginevra il 20 settembre 2007 l'Accademia di diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.

Unico al mondo, questo centro permetterà alla diplomazia svizzera di rinforzare il proprio ruolo nella promozione delle Convenzioni di Ginevra. Intervista con il direttore Andrew Clapham.

In seguito alla guerra al terrorismo lanciata dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, anche gli Stati Uniti, la Svizzera e i paesi europei sono diventati teatri di potenziali conflitti; si pone quindi l’interrogativo in merito a quale diritto applicare in questo particolare ambito.

Il professor Andrew Clapham ha inaugurato giovedì a Ginevra un’accademia unica al mondo, che si occuperà del diritto relativo ai conflitti, sancito segnatamente dalle Convenzioni di Ginevra.

Il centro offrirà una formazione post-diploma in quattro settori del diritto internazionale solitamente studiati separatamente: i diritti umani, il diritto internazionale umanitario, il diritto dei rifugiati e il diritto penale internazionale.

swissinfo: Dopo il Consiglio dei diritti umani, l’Accademia. Non teme un’«indigestione» in questo ambito a Ginevra?

Andrew Clapham: No, dal momento che nel mondo vi sono numerose violazioni dei diritti dell’uomo e una maggiore presa di coscienza del problema, ciò che giustifica un ampliamento dell’offerta.

Inoltre, sono stati adottati nuovi trattati – come quello contro la «sparizione forzata di persone» e quello concernente i portatori di handicap – e di conseguenza i giuristi, i diplomatici e i rappresentanti delle organizzazioni non governative (ONG) hanno bisogno di nuove competenze.

swissinfo: accademie simili esistono già a Firenze e all’Aia, così come ad Harvard e negli Stati Uniti. Perché istituirne ancora una?

A.C.:Questa accademia è unica al mondo. Affronteremo infatti i conflitti dal punto di vista globale con quattro discipline che, solitamente, sono studiate separatamente.

Si tratta di una novità, dettata dall’evoluzione della situazione internazionale. La guerra contro il terrorismo origina situazioni di conflitto che non interessano più soltanto zone di conflitto decentrate, ma anche la Svizzera, l’Europa o gli Stati Uniti.

La prigione di Guantanamo costituisce a tal riguardo un caso emblematico: la Corte suprema statunitense deve applicare il diritto internazionale umanitario – proprio dei conflitti armati – oppure i diritti umani?

La stessa domanda si pone quando viene arrestato un presunto terrorista a Londra o in Iraq. La giurisprudenza recente della Corte internazionale di giustizia insiste sull’obbligo di rispettare i diritti umani – per esempio la libertà d’espressione – anche in situazione di guerra, dal momento che questi diritti offrono una protezione più estesa.

Consideriamo il caso dei «bambini soldati»: le Convenzioni di Ginevra proibiscono di reclutare bambini più giovani di 15 anni, mentre il protocollo facoltativo della Convenzione sui diritti dei bambini fissa tale limite a 18 anni.

swissinfo: Che tipo di sbocco offrite ai vostri studenti?

A.C.: Agli studenti verrà data l’opportunità, ad esempio, di lavorare presso il Comitato internazionale della Croce rossa e alcune delle sue agenzie, come l’Alto commissariato per i rifugiati o quello dei diritti umani, o ancora delle ONG come Amnesty International. Sarà inoltre possibile svolgere un dottorato di ricerca o insegnare.

swissinfo: A che tipo di profili è rivolta la vostra offerta?

A.C.: Giuristi, giornalisti, responsabili di ONG o qualsiasi altra persona con un’esperienza professionale pertinente. Offriremo sia un master della durata di dodici mesi, sia dei corsi di formazione continua.

A lungo termine, intendiamo pure istituire una formazione a distanza. Magari con la nostra offerta riusciremo a formare dei futuri relatori speciali dell’ONU… D’altronde, certi di loro cominciano già a considerare, nei loro rapporti, il diritto umanitario alla pari dei diritti umani.

swissinfo: Questa accademia sarà inoltre un centro di competenza per le organizzazioni che a Ginevra si occupano dei diritti umani e dell’azione umanitaria…

A.C.: Certamente. L’istituto potrà effettuare perizie di carattere giuridico che concernono l’ambito umanitario. La nostra accademia permetterà inoltre al Governo svizzero di rafforzare le competenze dei propri diplomatici impegnati nella risoluzione di conflitti, segnatamente in conformità con il diritto sancito nelle Convenzioni di Ginevra.

swissinfo, intervista di Carole Vann e Isolda Agazzi/Infosud
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Professore di diritto internazionale, Andrew Clapham è entrato a far parte dell’Istituto superiore di studi internazionali nel 1997, dopo aver rappresentato Amnesty International presso la sede Onu di New York.

Clapham dirige l’Accademia di diritto internazionale umanitario e di diritti umani, che ha sostituito il Centro universitario di diritto internazionale umanitario.

Nell’ambito della sua politica umanitaria, la Svizzera s’impegna a livello internazionale (per esempio alle Nazioni Unite) per un miglioramento delle condizioni quadro in questo settore. Oltre a ciò, la Svizzera contribuisce alla discussione politica su questo tema.

La Confederazione diffonde le proprie idee sul diritto internazionale umanitario e si impegna affinché esso venga applicato mondialmente. La protezione della popolazione civile durante conflitti armati è un aspetto centrale del diritto internazionale umanitario. La Svizzera è depositaria della Convenzioni di Ginevra.

La Confederazione presta aiuto umanitario proteggendo così la vita e la dignità di persone prima, durante e dopo una situazione di crisi. L’aiuto umanitario della Svizzera è neutrale e indipendente, universale e non motivato politicamente.

Fonte: Dipartimento federale degli affari esteri

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