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Un’arma contro Sars, cancro ed Aids

L'epidemia di Sars ha colpito oltre 8'000 persone nel mondo swissinfo.ch

L’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona, nel canton Ticino, ha messo a punto una nuova tecnica per produrre gli anticorpi contro la polmonite atipica (Sars).

Una scoperta importante che potrà essere applicata anche nella lotta di altre malattie, quali l’Aids, l’epatite C ed i tumori.

Un passo avanti nella lotta contro gravi malattie infettive e cancro è stato compiuto dall’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona (Irb).

L’istituto ticinese ha messo a punto le prime armi specializzate nel combattere il virus della Sars, la polmonite atipica che ha colpito più di 8’000 persone nel mondo, uccidendone circa 800.

L’importante scoperta, di interesse mondiale, è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica “Nature Medicine”, che riporta la tecnica scoperta dai ricercatori dell’Irb per ottenere anticorpi specializzati.

“Si tratta solo di un primo passo”, afferma Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Irb.

Recuperare le cellule memoria

“L’idea risale ad un secolo fa, ma si tratta di una tecnologia di grande potenzialità soprattutto nel campo delle malattie infettive”, spiega Lanzavecchia riferendosi alla pratica di somministrare ai pazienti anticorpi di cavallo per neutralizzare le tossine del tetano e della difterite.

Il metodo elaborato dal direttore del’Irb e da Elisabetta Traggiai, una ricercatrice dell’istituto, in collaborazione con l’Università di Marburgo in Germania, l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive degli Stati Uniti, l’ospedale Sacco di Milano e l’azienda Chiron di Siena, consiste nell’ottenere degli anticorpi umani specializzati denominati “anticorpi salvavita”.

La nuova tecnica ottiene gli anticorpi interrogando i linfociti B – le cellule responsabili della produzione di anticorpi – che nella loro memoria conservano, anche a distanza di anni, il ricordo delle infezioni combattute dal sistema immunitario.

“Con questa tecnica possiamo clonare le cellule della memoria, che possiamo considerare come delle “banche” dove sono stati depositati tutti gli anticorpi che ci hanno protetto da incontri con virus, batteri e tossine durante tutta la vita”, indica il professor Lanzavecchia.

Il responsabile dell’Irb continua spiegando che “clonando queste cellule possiamo produrre, in vitro, anticorpi monoclonali in grado di proteggerci da particolari infezioni o tossine”.

Il metodo messo a punto permette inoltre di ottenere, in poche settimane, degli anticorpi più efficaci e potenti.

Come sottolinea Lanzavecchia “questi anticorpi si sono rivelati superiori a quelli prodotti con tecniche alternative più tradizionali”.

Speranze per il futuro

Grazie alla scoperta dell’Irb, che rilancia il potenziale della sieroterapia – la procedura di iniettare al malato il siero estratto da animali immunizzati o da donatori che hanno superato un’infezione – i ricercatori possono ora sperare di combattere anche altre malattie.

“I grandi obiettivi che vogliamo porci sono la ricerca di anticorpi contro il virus Hiv, responsabile dell’Aids, e contro l’epatite C”, afferma il direttore del laboratorio bellinzonese.

Per queste infezioni, i ricercatori sanno già che gli anticorpi possono proteggere, ma nessuno è ancora stato in grado di produrre anticorpi abbastanza potenti ed ad ampio spettro per coprire tutte le varianti di questi virus.

“Pensiamo che con questa tecnica potremo produrre un certo numero di anticorpi e farne una specie di cocktail, in grado di non lasciare nessuna possibilità di sopravvivenza al virus”, indica Lanzavecchia.

L’immunologo italiano conclude aprendo uno spiraglio di speranza anche nella lotta contro il cancro: “In futuro, gli anticorpi salvavita potranno essere utilizzati anche nella lotta contro altre malattie, come i tumori”.

swissinfo e agenzie

L’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona, inaugurato nel 2000, è finanziato dal Comune, dal Cantone, dalla Confederazione e da fondi privati e da altri istituti.

Sotto la direzione del professor Antonio Lanzavecchia, dieci gruppi di ricerca studiano i differenti aspetti dell’immunologia cellulare e molecolare.

secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, la polmonite atipica (Sars) ha colpito 8’098 persone nel mondo, causando 774 decessi.
un solo caso riscontrato in Svizzera.

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