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Un gesto di solidarietà e maturità politica

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La decisione del popolo di accettare l'aumento dell'IVA per finanziare l'AI è un gesto di solidarietà e maturità politica, secondo la stampa svizzera. Il voto risicato di domenica rappresenta però un messaggio chiaro: l'AI deve ora essere risanata in modo duraturo.

L’Assicurazione invalidità (AI) è salva, almeno per il momento. È con soddisfazione e sollievo, ma senza grande entusiasmo che la stampa svizzera ha accolto la decisione del popolo di aumentare l’IVA dal 7,6% all’8% per risanare l’assicurazione invalidità, un pilastro della socialità elvetica.

Diversi quotidiani interpretano il voto di domenica come un segno di «grande maturità», di «civismo» e di «solidarietà» del popolo svizzero per il suo sistema sociale. «Sarebbe senza dubbio impensabile altrove», sottolinea il quotidiano romando Le Temps. «Molti leader politici stranieri devono invidiarci questa Svizzera che riesce a far accettare dal popolo un aumento delle imposte, e per di più, in piena crisi economica», nota il Quotidien jurassien.

Gli fa eco lo zurighese Tages Anzeiger, che parla di un gesto di «solidarietà e di raziocinio politico» in un periodo di vacche magre. «Anche se un incremento delle tasse è una posizione difficile da accettare, la maggioranza della popolazione si è lasciata convincere che il sistema sociale non può essere risanato senza denaro supplementare».

Paura e sfiducia

Visione meno gloriosa invece per Le Matin che titola: «Il sì della paura». Per il quotidiano romando, il voto di domenica lascia trasparire un’angoscia verso il futuro, verso un mercato del lavoro incerto e non uno «slancio di solidarietà». Quando si è confrontati alla dura realtà della disoccupazione, si è anche coscienti che l’AI può diventare «il quotidiano di tutti», spiega Le Matin.

«La sfiducia del popolo verso l’AI è grande», scrive dal canto suo il Tages Anzeiger. «Lo dimostra il 45% dei cittadini che ha votato contro il finanziamento aggiuntivo». E non poteva mancare nemmeno un accenno al pilastro della campagna dell’UDC: come sottolinea la Neue Luzerner Zeitung, questo voto così serrato dimostra anche che il «malumore della popolazione verso gli abusi è tuttora importante».

Risanamento duraturo

Se La Liberté elogia la saggezza del popolo svizzero, che meriterebbe senza dubbio «un brevetto di civismo con menzione», La Regione sottolinea che sempre di un «sacrificio si tratta». La decisione popolare deve quindi essere interpretata come un «chiaro avvertimento alle autorità federali: siamo pronti a fare questo sacrificio, ma che sia realmente temporaneo e purché non venga rallentato il processo di risanamento dell’AI», scrive il foglio ticinese.

L’aumento dell’IVA non è infatti una «soluzione ottimale», commenta la Neue Zürcher Zeitung, ma il popolo ha capito che «non c’era alternativa migliore» vista la situazione «desolante dell’AI e il suo legame con l’AVS». Per la Tribune de Genève e 24 Heures, la forte minoranza degli scettici non ha espresso un «voto antisolidale, né stigmatizzante verso gli handicappati, ma piuttosto di sfiducia verso le autorità». È un messaggio implicito al nuovo ministro Didier Burkhalter: «Gli sforzi degli ultimi anni devono proseguire».

La necessità di guardare al futuro, e di trovare una soluzione duratura per le finanze dell’AI, è sottolineata anche dal Corriere del Ticino: «È l’ennesimo segnale di una situazione preoccupante a cui la politica, ma anche l’economia, dovrà riuscire a dare una risposta convincente». E il Tages Anzeiger lancia un appello proprio agli imprenditori affinché facciano uno sforzo in più per aiutare le persone in difficoltà. «I datori di lavoro hanno il dovere, malgrado la difficile situazione economica, di assumere anche le persone meno efficienti. Se non dovessero farlo, nel 2018 l’AI tornerebbe in deficit».

L’ultima vittoria di Couchepin

Il voto di domenica è stato anche l’ultimo dell’era Couchepin, la 20esima vittoria su 22 votazioni. «Couchepin termina con successo la sua carriera di ministro dell’Interno sullo stesso oggetto che gli aveva valso la sua prima sconfitta nel 2004: un aumento dell’IVA per salvare le assicurazioni sociali», precisa Le Temps.

L’azione del ministro non è però esente da critiche. Couchepin lascia la politica con ultimo successo, «malgrado una strategia ambigua», scrive La Liberté. «Annunciando le sue dimissioni prima dell’estate, voleva togliere l’incertezza di una votazione sull’AI, trasformandola in uno scrutinio plebiscitario alla sua persona. Di colpo ha aperto il dibattito sulla sua successione, rischiando di occultare la posta in gioco della consultazione popolare».

In fin dei conti, però, quello di Couchepin è comunque un bel record, ricorda il Corriere del Ticino. Il ministro uscente che lascia a Didier Burkhalter «una patata un po’ meno bollente in mano, tra le tante che come direttore del Dipartimento dell’interno dovrà gestire nei prossimi anni».

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Finanziamento dell’AI: 54,47% sì; 12 cantoni sì, 11 cantoni no.

Rinuncia all’iniziativa popolare generica: 67,9% sì, 23 cantoni sì.

Partecipazione al voto: 40%.

Il tasso normale dell’IVA, attualmente al 7,6%, sarà aumentato di 0,4 punti.

Rialzo più contenuto invece per i tassi minimi, applicati a libri, medicamenti e derrate alimentari, che passeranno dal 2,4 al 2,5%.

Infine, il tasso preferenziale accordato all’industria alberghiera sarà alzato di 0,2 punti al 3,6%.

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