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Una pillola fiscale amara per i diplomatici svizzeri

Micheline Calmy-Rey ha tentato di rassicurare i diplomatici Keystone

Da quest'anno, con l'introduzione del nuovo certificato salariale, i diplomatici svizzeri si vedranno tassare anche le indennità che ricevono al di là del salario di base.

In occasione della conferenza annuale degli ambasciatori a Berna, che si concluderà giovedì, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha detto di comprendere le loro preoccupazioni, pur ammettendo che non tutti i problemi potranno essere risolti.

Come ogni anno, il ministero degli affari esteri (DFAE) ha convocato gli ambasciatori, i consoli generali e i capi ufficio della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) per una conferenza di tre giorni a Berna.

L’incontro ha offerto l’occasione alla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, che quest’anno è anche presidente della Confederazione, di ricordare le grandi linee della politica estera elvetica.

E ha dato la possibilità a Carla Del Ponte di fare la conoscenza dei suoi futuri colleghi. L’attuale procuratrice del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia è appena stata nominata ambasciatrice in Argentina, un incarico che assumerà a partire dal prossimo mese di gennaio.

Un conto salato

Ma al di là dei grandi problemi della politica internazionale, i diplomatici svizzeri hanno anche delle preoccupazioni ben più prosaiche: l’ammontare della prossima fattura delle imposte.

Dall’inizio dell’anno, i diplomatici sottostanno – come tutti gli svizzeri – al nuovo certificato di salario, che fa rientrare nella categoria del «reddito» tutte le indennità e i premi finora esentasse.

In maggio una settantina di diplomatici avevano scritto a Micheline Calmy-Rey per renderla attenta alla questione.

«È vero che questo problema tocca in modo particolare i funzionari della Confederazione all’estero, perché ricevono molte indennità a titolo di spese e rimborsi», ammette Jean-Philippe Jeannerat, capo della comunicazione del DFAE.

Ma i diplomatici vedranno davvero le loro tasse triplicarsi, come hanno scritto alcuni quotidiani? «Non ho mai citato una simile proporzione», rettifica Jeannerat. «Alcuni aumenti arriveranno fino al 50% della fattura totale. Non si possono escludere singoli casi in cui l’aumento potrebbe anche essere maggiore, ma si tratterà di eccezioni».

Del resto il nuovo certificato di salario vale per tutti i contribuenti svizzeri. La differenza sarà percepita anche da alcuni quadri dell’economia privata e da alcune categorie professionali, come quella dei giornalisti. Fra i diplomatici saranno i funzionari a reddito medio-basso a subire gli aumenti d’imposte maggiori, precisa Jean-Philippe Jeannerat.

La partita non è vinta

«Non ci sono soluzioni semplici. Abbiamo a che fare con la logica implacabile delle autorità fiscali», ha detto lunedì in apertura della conferenza Micheline Calmy-Rey, consapevole del fatto che il sistema di prestazioni del suo ministero «deve essere adattato al clima fiscale attuale».

La capa della diplomazia ha quindi nominato un gruppo di lavoro e avviato discussioni con il ministero delle finanze e con il servizio del personale della Confederazione.

La decisione finale spetterà però al governo ed eventualmente al parlamento. «La partita non è vinta», ha avvertito Calmy-Rey, promettendo di impegnarsi con tutte le sue forze per trovare una soluzione soddisfacente.

«Si tratta di difendere un principio riconosciuto da decenni», ha confidato un diplomatico che chiede di mantenere l’anonimato. «La posizione di Micheline Calmy-Rey riassume bene quella del personale del ministero. So che non sarà facile, ma le do fiducia».

swissinfo, Marc-André Miserez
(traduzione: Andrea Tognina)

Nel 2007 gli iscritti al concorso per la carriera diplomatica erano solo 74, contro un centinaio in media nei dieci anni precedenti e oltre 200 nel 2005 e 2006.

Il DFAE sta analizzando attualmente le ragioni per questo calo, pur non parlando per il momento di difficoltà di reclutamento a lungo termine.

Per Jean Philippe Jeannerat si tratta piuttosto di un fenomeno congiunturale. Quando l’economia va bene, le persone altamente qualificate hanno maggiori possibilità di trovare un posto di lavoro.

Il settore privato offre la possibilità di ottenere più rapidamente degli ottimi salari, mentre la diplomazia è una carriera pagante solo sul lungo termine.

All’inizio della carriera il salario è un poco al di sotto dei 100’000 franchi e aumenta progressivamente fino a raggiungere i 212’000 franchi, un obiettivo che si raggiunge di solito dopo oltre 20 anni nella diplomazia.

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