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Carla Del Ponte ambasciatrice in Argentina

Carla Del Ponte lascia l'Aja per Buenos Aires AFP

La procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell'Aja per la ex Jugoslavia cambia lavoro. Dal gennaio del 2008 la sessantenne ticinese sarà ambasciatrice svizzera in Argentina.

Carla Del Ponte diventa così una delle rare persone non provenienti dal mondo della diplomazia alle quali il Consiglio federale affida un’ambasciata.

La notizia era nell’aria da tempo. Giovedì, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha ufficializzato la nomina con un comunicato. Carla Del Ponte, nota a livello nazionale per essere stata procuratrice della Confederazione ed internazionale per essersi occupata dei crimini di guerra nella ex Jugoslavia e del genocidio in Ruanda, smette i panni di magistrata e veste quelli di ambasciatrice.

Inizia così una carriera diplomatica che in gennaio porterà Carla Del Ponte nella Repubblica Argentina. Non ci saranno dunque pause per la magistrata ticinese: il suo mandato all’Aja scade in autunno, ma per dei ritardi nella ricerca del suo successore le è stato chiesto di lavorare fino alla fine dell’anno.

A Buenos Aires, Del Ponte prenderà il posto dell’ambasciatore Daniel von Muralt che prossimamente – comunica il DFAE – assumerà nuovi compiti.

La nomina ad ambasciatore di una persona che non ha seguito il tradizionale cursus diplomatico è abbastanza inusuale. Raramente il Consiglio Federale ha fatto questa scelta. Fra le poche eccezioni figurano l’industriale Uli Sigg per Pechino e il giornalista Alfred Defago per Washington.

«La signora Del Ponte è onorata di rappresentare il suo paese in Argentina come ambasciatrice», ha detto la sua portavoce Olga Kavran. «Questo nuovo ruolo rappresenta una sfida che raccoglie con gioia».

Una carriera improntata all’azione

Già durante gli studi di giurisprudenza, Carla Del Ponte, classe 1947, si era resa conto che la sua aspirazione non era quella di fare l’avvocato difensore, ma quella di sostenere l’accusa. Il sogno si realizza nel 1981, quando viene nominata giudice istruttrice del canton Ticino.

Carla Del Ponte comincia la sua tenace lotta contro la criminalità. Delitti economici, traffici d’armi e di droga: le sue sono indagini a tutto campo. Collabora con il giudice italiano Giovanni Falcone e lotta con lui contro la mafia. Nel 1989, a Palermo, sfugge per poco ad un attentato.

Nel 1993 il Consiglio Federale la nomina procuratrice generale della Confederazione, carica che lascia nel 1999, quando il Consiglio di Sicurezza dell’ONU la chiama a diventare procuratrice capo del Tribunale penale internazionale (TPI) per l’ex Jugoslavia all’Aja.

Tra i suoi successi figura la consegna al TPI di Slobodan Milosevic, morto però in cella prima che la corte emettesse un verdetto sulla sua colpevolezza. Sempre per i crimini nella ex Jugoslavia mancano invece all’appello Radovan Karadzic e Ratko Mladic che la procuratrice, nonostante i suoi sforzi, non ha potuto consegnare alla giustizia.

Fino al 2003, Carla Del Ponte ha seguito anche il dossier sul genocidio in Ruanda. Ha dovuto rinunciare al mandato per le pressioni del governo ruandese che l’accusava di rallentare l’iter giudiziario. Osservatori indipendenti ritengono per contro che la magistrata elvetica si sia inimicata le autorità ruandesi perché le sue indagini non vertevano solo sull’etnia Hutu – ufficialmente responsabile del genocidio – ma anche sui reati commessi dai Tutsi, nel frattempo arrivati al potere.

swissinfo e agenzie

Nasce a Lugano nel 1947.

Nel 1981 è nominata giudice istruttrice del canton Ticino. Nel 1985 assume l’incarico di procuratore generale presso il ministero pubblico del canton Ticino.

Dal 1994 al 1999 è procuratrice generale della Confederazione.

Nel 1999 viene nominata dalle Nazioni unite procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell’Aja dove segue i dossier sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia e, fino al 2003, sul genocidio in Ruanda.

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