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Una pista per lottare contro le dipendenze

I ricercatori ginevrini si sono concentrati sulla dipendenza psichica alla cocaina RSR

Ricercatori dell'Università di Ginevra sono riusciti ad identificare i segreti della dipendenza psichica alla cocaina e forse anche ad altri stupefacenti.

Questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di un nuovo prodotto destinato non solo ai tossicomani ma anche ad altre categorie di «dipendenti», come i fumatori.

L’assunzione di cocaina e di droghe in generale provoca varie forme di dipendenza, fra cui la tentazione di consumare nuovamente la droga in questione anche a distanza di mesi, un fenomeno ben noto pure ai fumatori che decidono di smettere con la sigaretta.

Finora i meccanismi psichici che invogliano a «ricominciare» erano poco conosciuti. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra ha almeno in parte colmato la lacuna, scoprendo il segreto della dipendenza psichica alla cocaina e forse ad altri stupefacenti.

«La nostra scoperta dimostra che la dipendenza è un disturbo del cervello e che almeno in teoria un trattamento è possibile», spiega a swissinfo il professor Christian Lüscher, direttore del progetto di ricerca.

Lo studio dei ricercatori ginevrini è stato pubblicato domenica dalla rivista specializzata «Nature Neuroscience». Fra una decina d’anni potrebbe sfociare in un farmaco capace di porre un termine alla tossicodipendenza. Ma Lüscher è prudente: «Bisogna dire che è molto difficile trattare le tossicomanie. Attualmente in neurologia ci sono una ventina di nuove idee sul come farlo. La nostra è una di queste».

Permeabilità al calcio

Le esperienze della squadra del professor Christian Lüscher e della ricercatrice Camilla Bellone, della Facoltà di medicina dell’Università di Ginevra, sono finora state condotte sui topi, a cui è stata amministrata una dose di cocaina.

Le sperimentazioni hanno dimostrato che, sin dalla prima dose di cocaina, la regione cerebrale in cui è prodotta la dopamina – la sostanza che provoca la sensazione di «ricompensa» in occasione dell’assunzione di droga – subisce una modifica di tipo organico: le cellule diventano permeabili al calcio, mentre prima non lo erano.

Secondo Lüscher, questa modifica svolge un ruolo preponderante nel fenomeno della dipendenza psicologica.

I ricercatori si sono poi chiesti come rovesciare il fenomeno, in modo da ripristinare la situazione anteriore all’assunzione di cocaina.

In questo modo hanno scoperto che una sostanza brevettata dal gruppo farmaceutico Roche – la Ro 67-7476 – è capace, fra l’altro, di rendere le cellule nuovamente impermeabili al calcio. L’inversione di tendenza richiede solo pochi minuti.

«Quando un topo riceve una dose di cocaina, le ‘saracinesche’ del calcio nel suo cervello sono aperte durante quattro giorni. Se gli viene amministrata questa sostanza si richiudono in pochi minuti», spiega Christian Lüscher.

Nuovi orizzonti

Per ora, i ricercatori non sono riusciti a stabilire se il prodotto della Roche provoca gli stessi effetti dopo assunzioni di cocaina ripetute e su un lungo periodo. Per contro, il metodo può essere applicato ad altre sostanze, tra cui l’alcol.

Questi risultati «fanno nascere la speranza di una cura farmaco-terapeutica sull’arco dei prossimi cinque a dieci anni», sottolinea la squadra ginevrina.

Per motivi commerciali, le aziende farmaceutiche potrebbero tuttavia mostrare una certa reticenza a sviluppare un prodotto destinato ai soli tossicomani. La Roche per il momento non ha l’intenzione di sviluppare le ricerche.

Il fenomeno legato al consumo di cocaina sembra tuttavia essere molto simile a quello dello stress e alla voglia incontrollabile di mangiare.

«Qualora quest’ipotesi dovesse verificarsi, con la progressione attuale dell’obesità la questione della redditività di un farmaco non si porrebbe più», rileva il professore ginevrino.

swissinfo e agenzie

Stando a un’inchiesta realizzata nel 2002 dall’Istituto di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie, almeno 60’000 persone in Svizzera consumano eroina e/o cocaina. La metà di esse sono dipendenti.
Il 36% degli uomini e il 24% delle donne di età compresa tra 15 e 24 anni ha consumato almeno una volta cannabis.
In Svizzera un terzo della popolazione di età superiore ai 15 anni fuma tabacco.
Si stima che le persone dipendenti dall’alcol siano circa 300’000.

In Svizzera, la Legge sugli stupefacenti si basa sul cosiddetto modello dei quattro pilastri: prevenzione, terapia, riduzione dei rischi (aiuto alla sopravvivenza) e repressione.

Secondo quanto dichiarato domenica da Christian Lüscher, della Facoltà di medicina di Ginevra, in assenza della volontà dell’industria farmaceutica, la politica delle droghe in Svizzera dovrebbe forse includere anche un finanziamento specifico per i programmi scientifici volti ad effettuare ricerche cliniche per lo sviluppo di farmaci.

La Commissione federale per le questioni legate alla droga ha preconizzato nell’autunno del 2005 un approccio globale e pragmatico per lottare contro tutte le sostanze che agiscono sul cervello, inclusi alcol, medicinali o nicotina.

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