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Università sotto il segno dell’armonizzazione

Rientro nelle università svizzere sotto il segno di Bologna Keystone

Lunedì le università svizzere riaprono i battenti. Per la prima volta il rientro sarà armonizzato grazie alla riforma di Bologna.

Il numero di studenti, intanto, ha fatto segnare un nuovo record: è aumentato, in media, del 2% rispetto all’anno scorso.

In cifre questo rialzo percentuale si traduce così: gli iscritti e le iscritte negli atenei svizzeri sono complessivamente 169 mila 500, le matricole sono 33 mila 440. Secondo l’Ufficio federale di statistica (UFS) il numero di studenti e di studentesse è destinato a crescere ulteriormente fino al 2105, raggiungendo entro quella data da 192 mila a 200 mila studenti.

L’Università di Zurigo, per esempio, ha annunciato di aver raggiunto più di 24 mila iscritti, una cifra record a sua volta favorita dalla riforma di Bologna che da quest’anno è applicata a tutte le sue facoltà.

Giurisprudenza gettonata

L’UFS prevede a corto termine l’aumento più forte delle iscrizioni nelle facoltà di diritto. Le scienze economiche, già in calo dal 2004, dovrebbero invece vedere il numero di iscritti regredire fino al 2007. L’aumento degli studenti che vogliono ottenere un dottorato dovrebbe inoltre confermarsi anche nei prossimi anni, grazie all’aumento di studenti stranieri ed in particolare di donne.

A queste cifre si aggiungo 113 mila 800 iscritti alle Alte scuole universitarie (di cui 17 mila 400 matricole), con un aumento dell’1,3% rispetto a un anno fa, e 55 mila 500 iscritti alle Alte scuole specializzate e alle Alte scuole pedagogiche, con 16 mila nuovi iscritti e un aumento del 4%.

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Riforma di Bologna

Questo contenuto è stato pubblicato al Nel 1999, i ministri dell’istruzione superiore di 29 paesi europei si sono incontrati a Bologna per sottoscrivere un accordo per la creazione di un’Area Europea dell’Istruzione Superiore. Attualmente, la Dichiarazione di Bologna è stata siglata da 45 Stati. I punti più importanti di questa riforma sono l’introduzione di due cicli principali di studi, il consolidamento…

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La riforma di Bologna

Tutti i nuovi studenti saranno collocati sotto il regime della riforma di Bologna, mentre nel 2005 erano interessati alle nuove direttive universitarie il 65% degli studenti e delle studentesse.

Le uniche facoltà che ancora non applicano la riforma di Bologna, con il sistema di bachelor e master e i diplomi eurocompatibili, sono quelle di medicina e veterinaria. In questi casi si dovrà aspettare ancora un anno, fino all’entrata in vigore della nuova legge sulle professioni mediche.

Alcune facoltà hanno già introdotto la riforma di Bologna da due anni. Come noto essa persegue la realizzazione di uno spazio europeo per l’università e la ricerca dinamico e competitivo. I punti cardine della riforma sono il sistema di studi a due livelli, bachelor e master, e l’adozione di un sistema di crediti didattici (denominato ECTS) per promuovere trasparenza e mobilità.

L’ECTS è il sistema europeo di riconoscimento, trasferimento e accumulazione di crediti formativi. Un credito ECTS corrisponde a un carico di lavoro di uno studente pari a 30 ore. Un anno accademico è calcolato di 60 crediti ECTS (1800 ore di lavoro). Per un diploma bachelor si richiedono 180 crediti ECTS, per il master da 90 a 120.

Nel 1999 la Svizzera è stata una delle prime nazioni a sottoscrivere la Dichiarazione di Bologna e a realizzare rapidamente quanto previsto. I cicli di studio SUP sono stati per la maggior parte convertiti nel sistema bachelor dal settembre 2005.

Le critiche degli studenti

La settimana scorsa l’Unione svizzera degli universitari (USU), la più importante associazione studentesca elvetica, ha nuovamente formulato della critiche nei confronti del sistema di Bologna e delle sue conseguenze.

Secondo l’organizzazione i piani di studio sono molto più condensati di prima per rispettare, appunto, i termini della riforma. Ma queste scadenze costringono un numero sempre maggiori di giovani a studiare a tempo pieno, senza poter conseguire dei guadagni per vivere.

Per ovviare a questo problema, l’USU chiede una sistema di aiuti alla formazione sul piano federale, basato su un aumento delle borse. Su questo preciso punto vengono inoltre deplorate le disparità di trattamento tra un cantone e l’altro.

swissinfo e agenzie

In Svizzera ci sono da un lato ci sono le università e i politecnici federali (PF) e dall’altro le scuole universitarie professionali (SUP).

Le dieci università e i due PF vantano una lunga tradizione, che nel caso delle università risale in parte al XV secolo (l’Università di Basilea, la più vecchia, fu fondata nel 1460).

Le sette SUP sono invece sorte dalla fusione di circa settanta istituti di vario tipo (scuole tecniche, scuole superiori di gestione commerciale ecc.).

I due gruppi di scuole formano una rete capillare di istituti d’insegnamento e di ricerca di elevata qualità e propongono una vasta scelta di profili formativi.

Cinque università cantonali si trovano nella Svizzera tedesca: Basilea, Berna, Lucerna, San Gallo e Zurigo. L’Università di Friburgo ha sede in un cantone bilingue (francese e tedesco).

Nella Svizzera romanda ci sono tre università: Ginevra, Losanna e l’Universität Neuenburg. Il Ticino ospita Università della Svizzera Italiana.

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