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Uno studio per capire meglio l’AIDS

Ogni nuovo paziente infettato riceverà un questionario dal suo medico Keystone

L'Ufficio federale della sanità pubblica ha lanciato un'inchiesta pionieristica per determinare in che modo le persone positive al test dell'HIV si sono infettate.

Gli specialisti dell’AIDS sono convinti che esaminando in modo più approfondito i nuovi casi si possa migliorare la prevenzione.

«Il questionario ci aiuterà a localizzare e a capire l’evoluzione dei nuovi casi di infezione», afferma Pietro Vernazza, responsabile del progetto.

Secondo lo specialista di AIDS dell’Ospedale cantonale di San Gallo, le informazioni ottenute grazie all’inchiesta permetteranno di migliorare le misure di prevenzione.

«Attualmente ogni anno circa 750 persone risultano positive al test, ma non abbiamo nessuna idea di quante di loro abbiano contratto l’infezione lo stesso anno del test o l’anno precedente», aggiunge Pietro Vernazza.

Un progetto in tre fasi

Il Governo svizzero inietterà nel progetto 300’000 franchi. L’inchiesta partirà il primo luglio e si concluderà nel giugno del 2006.

In una prima fase i medici sottoporranno ai pazienti che nel corso dei prossimi mesi risulteranno positivi al test un questionario con dieci domande. Una pratica, questa, già in vigore da due decenni.

«Si chiede loro ad esempio se hanno un’idea su dove e con chi sono stati infettati», afferma Vernazza. «

Secondo il responsabile del progetto, una persona che è cresciuta e che ha contratto il virus in un paese dove l’AIDS è endemico non può essere toccata dalla campagna di prevenzione elvetica. Di modo che «il suo caso non può essere considerato come una lacuna della campagna».

In un secondo tempo, ai pazienti verrà sottoposto un questionario più lungo, nel quale si abbordano le conoscenze in materia di prevenzione, di sesso sicuro, di comportamenti pericolosi e di rischi.

Nella fase conclusiva, a quelle persone i cui risultati riveleranno che sono state infettate nei sei mesi precedenti verrà domandato se vogliono essere intervistate personalmente affinché il loro caso possa essere esaminato nel dettaglio.

Il numero di nuovi casi stagna

Malgrado i notevoli sforzi in materia di prevenzione, che hanno permesso ad esempio di far sì che in caso di comportamenti a rischio la percentuale di persone che usa il preservativo sia salita dall’8% del 1987 al 60% oggi, il numero di nuovi casi di infezioni rimane stabile o addirittura aumenta leggermente.

Secondo le statistiche dell’Ufficio federale della sanità pubblica, le contaminazioni da HIV hanno raggiunto l’apice nel 1991, con 2’144 casi, per poi scendere a 581 nel 2000, risalire a 792 nel 2002 e diminuire a 741 lo scorso anno.

«Personalmente credo che le nuove infezioni stiano calando e che ci troviamo confrontati a più casi di persone già contagiate che giungono in Svizzera dall’estero, ma questa ipotesi potrà confermarla solo lo studio», afferma Pietro Vernazza.

«Sono convinto che la campagna STOP AIDS funzioni – conclude – toccherà ora dimostrarlo».

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione di Daniele Mariani)

Dal 1983 in Svizzera sono stati censiti 8’023 casi di AIDS. I decessi sono stati 5’531.
Dal 1985 27’904 persone sono risultate positive al test dell’HIV.
Nel 2040, i nuovi casi di AIDS sono stati 300 e di infezione da HIV 741.
Dal 1981, si calcola che nel mondo circa 20 milioni di persone siano morte a causa della malattia.

Lo studio verrà condotto sulla base di tutti i test HIV positivi effettuati dal primo luglio 2005 al 30 giugno 2006 dagli 11 laboratori abilitati.

La partecipazione all’inchiesta è volontaria ed anonima.

Allo studio partecipano l’Ospedale cantonale di San Gallo, l’Aiuto svizzero contro l’AIDS e l’Associazione dei medici cantonali.

I costi ammontano a 300’000 franchi.

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