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Via libera alla riforma di esercito e protezione civile

Esercito e protezione civile diventeranno più piccoli e flessibili Keystone

Una forte maggioranza di votanti ha dato l'avallo alla riforma dell'esercito e della protezione civile.

Una profonda ristrutturazione, la terza dopo la Seconda guerra mondiale, attende le forze armate elvetiche.

I votanti non hanno raccolto i timori di chi vedeva nelle riforme dell’esercito e della protezione civile un passo verso l’integrazione nella Nato e lo smantellamento delle capacità di difesa del paese.

La legge militare, alla base di Esercito XXI, è stata accolta dal 76 % dei cittadini, quella sulla protezione della popolazione dall’80,5 %.

Il voto dei cantoni è stato unanime.Tutti i cantoni hanno approvato la legge militare: i più tiepidi sono stati Svitto (60,6 % di sì) e Uri (63,1), mentre sull’altro fronte in ben undici cantoni la legge ha ottenuto il sostegno di oltre tre cittadini su quattro e in tre di essi (Vaud, Berna e Friburgo) i contrari non hanno raccolto nemmeno il 20 per cento.

Stesso risultato per la legge sulla protezione civile, che ha ottenuto alcuni punti percentuali in più di consensi. Le resistenze maggiori si sono registrate nei cantoni di Svitto, Uri e Vallese.

Meno soldati e scuola reclute più lunga

Esercito XXI è la terza grande riforma delle forze armate dalla fine della Seconda guerra mondiale, dopo esercito 61 ed esercito 95. La nuova legge sull’esercito e sull’amministrazione militare trae le conseguenze del principio di «sicurezza attraverso la cooperazione» e dell’adesione della Svizzera al Partenariato per la pace (PfP)

Il progetto di riforma dell’esercito, uscito da un lungo e complesso dibattito nelle camere federali, prevede una riduzione degli effettivi a un massimo di 140’000 soldati (rispetto agli attuali 360’000), con una riserva di 80’000 militari.

Il limite dell’obbligo di prestare servizio militare sarà ridotto a 30 anni per i soldati semplici ed i sotto-ufficiali. Ridotti pure i giorni totali di servizio, mentre la durata della scuola reclute sarà portata da 15 a 18-21 settimane, con corsi di ripetizione annuali.

Ferma continuata , soldati di professione, nuova struttura

Per il 15% al massimo di reclute sarà inoltre possibile prestare l’intero servizio militare senza interruzioni (ferma continuata).

In alcuni ambiti dell’esercito, in particolare nella formazione, è previsto l’impiego di militari di professione con contratto permanente o a termine, ma il principio dell’esercito di milizia non è messo in discussione.

Fra gli elementi centrali della riforma vi è la nuova struttura dell’esercito. Esercito XXI sarà articolato in nove brigate (più una brigata logistica) e in due forze armate, terrestri e aeree.

Alla sua testa ci sarà un capo dell’esercito (già designato, nella persona dell’ufficiale dell’aviazione Christophe Keckeis). Le brigate saranno subordinate a quattro stati maggiori territoriali.

Protezione civile più snella

Parallelamente alla riforma dell’esercito cambia anche la protezione civile: la nuova legge sulla protezione della popolazione e civile (LPPC) mette la priorità sull’aiuto in caso di catastrofe e solo secondariamente sui conflitti armati.

Anche in questo caso gli effettivi vengono drasticamente decurtati a 120’000 uomini: chi avrà assolto i suoi obblighi militari non dovrà più prestare servizio in «tuta azzurra».

Referendum “extraparlamentare”

Fra le forze parlamentari nessuna era intenzionata a lanciare un referendum contro le due riforme. Ci hanno pensato due comitati borghesi ad hoc, coadiuvati dall’organizzazione giovanile Young4FUN.ch.

Il referendum contro la legge militare era sostenuto solo da Democratici svizzeri e Partito del lavoro, mentre PS e Verdi lasciavano libertà di voto (entrambi i partiti erano invece favorevoli alla legge sulla protezione civile). Numerose sezioni cantonali dell’Unione democratica di centro si opponevano però alle due riforme.

swissinfo, Andrea Tognina e agenzie

La riforma dell’esercito e della protezione civile intende rispondere alle nuove minacce alla sicurezza del Paese.

La riforma prevede un dispositivo militare e di protezione civile più snello e flessibile, pronto ad adattarsi a situazioni mutevoli e a collaborare in ambito internazionale.

I promotori dei due referendum contro Esercito XXI e Protezione civile XXI temono che la riforma indebolisca la capacità autonoma di difesa e di salvaguardia della popolazione della Svizzera.

Riduzione degli effettivi dell’esercito a 140’000 soldati (più 80’000 riservisti)
Riduzione degli effettivi della protezione civile a 120’000 persone

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