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Vishnu visto da Oriente e Occidente

Narasimha (uomo-leone), regione Panari (Museo Rietberg) swissinfo.ch

Si sono aperte in questi giorni a Zurigo due mostre iconografiche dedicate alle numerose incarnazioni della divinità induista Vishnu.

Mentre il museo Rietberg espone miniature indiane del 17° e 18° secolo, il museo Etnologico dell’Università presenta invece il Vishnu visto dai viaggiatori europei.

Non si conosce quando e come abbia avuto inizio la venerazione di Vishnu. Inizialmente, nei Veda, Vishnu era considerata una divinità minore.
Solo successivamente è diventato, insieme a Shiva e Brahma, uno dei membri della Trimurti, la Trinità indù e una delle più importanti divinità religiose.

Una divinità dalle infinite incarnazioni

Conosciuto come il Conservatore, Vishnu è un dio essenzialmente passivo che esce dalla sua meditazione eterna e interviene nel mondo solo quando l’etica e la morale sono in declino. Quando l’ordine universale è minacciato, Vishnu si manifesta in una delle sue incarnazioni (avataras, cioé discese).

Secondo la tradizione le incarnazioni di Vishnu possono essere teoricamente infinite. I testi classici ne citano dieci: Matsya (pesce), Kurma (tartaruga), Varaha (cinghiale), Narasimha (uomo-leone), Vamana (nano), Parashurama (Rama con l’ascia), Rama, Krishna, Buddha e Kalki (l’incarnazione ventura). La successione di queste incarnazioni non è casuale. Esse rimandano alle 4 età mitologiche e alle evoluzioni psichiche e culturali dell’essere.

Ogni incarnazione di Vishnu è collegata a storie meravigliose che, sin dal 10° secolo, si sono standardizzate e sono state illustrate da molte scuole pittoriche indiane in modo simile ai miti biblici.

Le miniature della scuola Pahari

L’intero percorso espositivo presentato al museo Rietberg si concentra proprio attorno a questi miti. Nelle 60 miniature indiane del 17° e 18° secolo appartenenti alla collezione del museo Rietberg, viene raffigurato Vishnu in una delle sue 10 incarnazioni sulla terra.

Le opere, di levatura eccezionale e di grande suggestione iconografica, appartengono alla famosa scuola pittorica Pahari, regione al nord dell’India. Tratto caratteristico degli artisti appartenenti a questa scuola sono l’estremo lirismo, la precisione del tratto, l’accuratezza dei particolari e il delicato cromatismo.

Queste opere d’arte di piccolo formato, spesso non più grandi di una cartolina, rappresentano inoltre documenti di grande interesse sociologico, in quanto ci forniscono uno spaccato degli usi e dei costumi indiani dell’epoca.

L’India vista con gli occhi dell’Europa

All’India e al suo sistema religioso è dedicata anche la seconda mostra zurighese apertasi al Museo Etnologico dell’Università. Ne sono protagonisti i materiali, soprattutto iconografici, raccolti dai viaggiatori europei che dal 17° secolo hanno soggiornato in India.

Questi viaggiatori, che avevano spesso molte difficoltà a capire la cultura e il sistema di vita indiano, cercavano materiale illustrativo che documentasse le loro descrizioni. Molto spesso si servivano di miniature indiane che copiavano sul posto o portavano in Europa dove venivano consegnate ad altri studiosi o illustratori.

“Per loro queste illustrazioni – ci spiega Paola von Wyss Giacosa, etnologa dell’Università di Zurigo e curatrice della mostra – sono anche documento e prova della correttezza di quello che dicono.”

I temi scelti dai viaggiatori

Tutti i viaggiatori, siano essi olandesi, francesi, inglesi, italiani, sacerdoti, marinai, commercianti o avventurieri, tutti sono consapevoli che per capire un poco la mentalità indiana devono cercare di capirne la religione.

A questo tema dedicano centinaia di pagine che corredano di illustrazioni a carattere religioso e tra le divinità, si concentrano in modo particolare sulla figura di Vishnu.

“Il concetto di Trimurti – afferma Paola von Wyss Giacosa – per loro era abbastanza comprensibile perché lo paragonavano alla nostra trinità. Però questa divinità, Vishnu, che è uno di 3 ma è anche uno e uno solo, perché è lui quello che dorme sul serpente, è lui che crea il mondo, è lui che dà ordine, era forse percepita come la divinità più importante. Vishnu, poi, li affascina perché è il più variato, il più esotico. Gli vengono sempre raccontate, come minimo, queste 10 storie.”

L’importanza delle illustrazioni

Grazie all’editoria nascente e alle nuove tecniche di riproduzione dell’immagine, le relazioni di viaggio vengono pubblicate in tutta Europa favorendo la diffusione di un numero sempre maggiore di informazioni sull’India.

Ma sono soprattutto le illustrazioni a incidere in maniera indelebile sull’immagine che l’occidente si va formando dell’India. “Bisogna capire – aggiunge Paola von Wyss Giacosa – che il pubblico in Europa, in India non era mai stato. Tutte le descrizioni erano abbastanza astratte per le persone mentre quello che era illustrato aveva invece una concrezione e aiutava l’immaginazione.”

“Quando un argomento viene illustrato di colpo naturalmente ha più importanza di altri che illustrati non vengono. E ciò che viene stabilito in queste illustrazioni e che secondo me ha influenzato fino ad oggi la concezione europea, è il canone dello sguardo Europeo sull’India.”

swissinfo, Paola Beltrame, Zurigo

“Vishnu. Un dio indiano nelle sue molteplici forme” rimarrà aperta al museo Rietberg fino al 28 gennaio 2007. In mostra miniature indiane originali del 17° e 18° secolo della scuola Pahari nel nord dell’India.

La mostra “Vishnu. I viaggiatori europei incontrano una divinità indiana”, presentata al Museo Etnologico dell’Università di Zurigo, rimarrà aperta fino al 12.11.2006. In mostra i materiali iconografici raccolti dai viaggiatori europei sulle incarnazioni di Vishnu e sui rituali religiosi dedicati a questa divinità.

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