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Il CICR si prepara al ritiro israeliano

Un bambino palestinese davanti agli uffici chiusi del CICR, nel campo profughi di Khan Younis Keystone

Il comitato internazionale della Croce Rossa ha sospeso le operazioni nella Striscia di Gaza in seguito ai recenti rapimenti di cittadini stranieri.

Tuttavia, l’organizzazione è pronta a sostenere la popolazione palestinese dopo la partenza dei coloni dalla zona.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha deciso di sospendere precauzionalmente le operazioni nella zona della Striscia di Gaza, vista la delicata situazione in concomitanza con il ritiro israeliano dagli insediamenti.

«Stiamo osservando da vicino le operazioni nella Striscia di Gaza», afferma Iyad Naser, portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) nella zona, prima di specificare: «Quando la situazione sarà più sicura, riprenderemo le nostri abituali attività».

A partire dalla mezzanotte di domenica, la presenza dei coloni israeliani nella regione sarà considerata illegale. Da lunedì mattina –e per un periodo di due giorni – le forze armate intimeranno per un’ultima volta ai recalcitranti di lasciare gli insediamenti. Chi si opporrà, verrà evacuato con la forza a partire da mercoledì.

Misure precauzionali

Naser ha spiegato che la decisione di sospendere le operazioni è stata adottata dopo che la scorsa settimana due impiegati delle Nazioni Uniti – uno svizzero e un britannico – e un palestinese erano stati rapiti da alcuni uomini armati nel campo profughi di Khan Younis.

L’intervento della polizia aveva permesso di liberare gli ostaggi, ma nello scontro a fuoco con i rapitori – membri del movimento Fatah – erano rimasti feriti due civili.

Diversi altri operatori di organizzazioni internazionali erano stati recentemente sequestrati per brevi periodi nella Striscia di Gaza, spesso allo scopo protestare nei confronti dell’Autorità Palestinese (AP) per la detenzione di parenti o l’assenza di lavoro.

Garanzie di sicurezza

Dal canto suo, il CICR è in contatto sia con l’AP che con i gruppi armati, nel tentativo di poter tornare a operare sul campo, spiega Naser.

«L’AP è responsabile della sicurezza nella zona palestinese della Striscia», sottolinea, «ma anche le entità coinvolte nei recenti rapimenti devono assicurare che il CICR non sarà preso di mira».

Il portavoce ha inoltre aggiunto che il CICR sta raccogliendo dati e studiando con precisione tutti i possibili scenari che potrebbero delinearsi durante e dopo il disimpegno israeliano nella zona.

In particolare, ribadisce Naser, si vuole garantire l’accesso a cure sanitarie, cibo e acqua per i palestinesi che vivono in aree circondate da insediamenti ebraici: queste zone potrebbero infatti venire isolate durante le operazioni di ritiro.

Per ovviare a questo rischio, il CICR ha già costituito delle riserve di cibo e materiale medico nella Striscia di Gaza e fornito assistenza in tal senso all’AP.

Cauto ottimismo

Iyad Naser si dice prudentemente ottimista per quanto concerne il futuro: «Spero che i palestinesi potranno finalmente avere maggiore libertà di movimento e abbiano l’opportunità di una vita quotidiana più tranquilla».

Inoltre, continua, «per la prima volta i territori saranno aperti agli scambi economici e ciò rappresenta un notevole progresso». Tuttavia, conclude Naser, «è impossibile affermare fino a quando il CICR resterà nella zona: il suo compito è quello di rimanervi fino a quando la situazione lo richiede».

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), con sede a Ginevra, è stato fondato nel 1863.

Il CICR fornisce il suo aiuto in caso di conflitti armati ed è il garante delle Convenzioni di Ginevra.

Circa 1,4 milioni di palestinesi e 8’500 israeliani vivono nella Striscia di Gaza.
Nel febbraio 2005, il Governo israeliano ha approvato il piano del primo ministro Ariel Sharon, che prevede il ritiro unilaterale. Le operazioni iniziano questa settimana.
Circa 55’000 soldati sono stati mobilitati.
Secondo i sondaggi, la maggioranza degli israeliani è favorevole al ritiro.

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