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Il Lauberhorn, una vecchia storia di famiglia

Viktor Gertsch davanti al monumento dedicato ai vincitori del Lauberhorn. Sullo sfondo, il negozio di famiglia swissinfo.ch

Nel 1930, Ernst Gertsch ha organizzato la prima competizione sulle pendici di Wengen per stabilire chi – tra indigeni e turisti inglesi – poteva definirsi il miglior sciatore della regione. Ottant'anni più tardi, il figlio Viktor perpetua la tradizione famigliare.

Wengen, mercoledì 13 gennaio. Dopo aver superato faticosamente i tornanti della valle di Lauterbrunnen, il piccolo treno entra in stazione stridendo sulla cremagliera. All’orizzonte, appena sopra lo spesso manto di nubi che ricopre la stazione, si scorgono le reti di sicurezza che delimitano la pista del Lauberhorn.

Sabato, i discesisti del circo bianco si affronteranno in questa prova mitica, che incorona i migliori atleti. Al momento, però, Wengen non è ancora in preda alla frenesia che caratterizza i giorni delle competizioni.

All’interno dell’ufficio in cui sono gestite le gare – situato nell’edificio da cui parte la teleferica per il Männlichen – Viktor Gertsch sta ultimando i preparativi in vista dell’evento tanto atteso. 68enne, quest’uomo dirige con sicurezza e convinzione il comitato organizzativo delle corse del Lauberhorn. Un compito, questo, che svolge da quarant’anni, dopo aver raccolto l’eredità del padre, ideatore della competizione nel 1930.

Rivalità anglo-svizzera

«Mio padre desiderava organizzare una gara tra gli svizzeri e i britannici che trascorrevano le vacanze in questa regione. L’intenzione era quella di mostrare che gli indigeni erano sciatori altrettanto capaci», racconta Viktor Gertsch.

Un obiettivo raggiunto: i rappresentanti locali si sono infatti aggiudicati ben 14 delle prime 15 edizioni della competizione. Lo sci alpino moderno è nato proprio da questa amichevole rivalità tra inglesi e rossocrociati: Ernst Gertsch e Sir Arnold Lunn – del Kandahar Ski Club di Mürren – ne sono infatti considerati i padri fondatori.

Nemmeno la Seconda guerra mondiale interrompe la storia del Lauberhorn. Le gare si svolgono regolarmente, e Karl Molitor – anch’egli nativo di Wengen – riesce a imporsi per sette volte. Viktor Gertsch nasce proprio in quell’epoca: sin da piccolo, è quindi a stretto contatto con i campioni che rivaleggiano sui ripidi pendii sopra il suo villaggio.

«Anche se mio padre non aveva il tempo per occuparsi di me e dei miei quattro fratelli e sorelle, ci siamo sempre organizzati per essere presenti alle competizioni. Ero particolarmente affascinato dagli austriaci, che negli anni Cinquanta erano davvero forti. A volte vincevano loro, a volte gli svizzeri: un po’ come avviene oggi!».

All’inizio degli anni Sessanta, Viktor Gertsch si cimenta a sua volta con le piste del Lauberhorn, utilizzando sci in legno: «Il mio miglior risultato penso sia stato un venticinquesimo posto nello slalom. Non ero infatti abbastanza coraggioso per essere più veloce nella discesa». Il padre si era aggiudicato la prima edizione dello slalom, nel 1930.

Dopo aver frequentato la scuola di commercio a Losanna, Viktor Gertsch si sposta poi all’estero per scoprire gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda.

L’ombra degli incidenti

Nel 1970, Ernst Gertsch chiede al 28enne Viktor di succedergli alla direzione delle gare del Lauberhorn. Pur non avendo alcuna esperienza, il figlio decide di raccogliere la sfida. A partire da quel momento, i suoi ricordi dopo quarant’anni di gestione della competizione sono quasi solo positivi.

Coadiuvato dal suo amico Fredy Fuchs, dagli altri sei membri del comitato, da 150 fidati collaboratori e da circa 1’500 volontari attivi nei giorni delle gare, Viktor Gertsch dice di aver potuto assistere praticamente ogni anno a delle «sfide favolose».

Il solo – e tragico – momento negativo del quarantennio è la morte del giovane austriaco Gernot Reinstalder, deceduto il 18 gennaio 1991 in seguito a una terribile caduta nell’ultima curva del tracciato. Un episodio che ha segnato Viktor Gertsch: «Preferisco non parlarne. È stato veramente terribile. Ogni volta che rivedo una caduta in televisione ripenso immediatamente a quel momento».

Gli incidenti sono la preoccupazione maggiore degli organizzatori: «Ci impegniamo per assicurare la massima sicurezza. Ogni anno installiamo nuove reti di protezione e tentiamo di rallentare gli atleti nei passaggi più ripidi. Quest’anno, a titolo di esempio, abbiamo aggiunto delle curve; inoltre, stiamo valutando la possibilità di tagliare alcuni alberi per allungare il tracciato. Ciononostante, il rischio è sempre presente. Inoltre, il corridore è a sua volta responsabile per la propria sicurezza».

Un mito per sempre

Alcuni esperti, come l’ex campione austriaco Franz Klammer, temono che questi cambiamenti possano snaturare il percorso della gara, rendendola troppo facile. Viktor Gertsch non la pensa così: «Potrete constatare sabato che la pista è sempre impegnativa. Se la sicurezza lo consente, tenteremo di lasciare i dossi affinché gli atleti non mantengano la stessa posizione di ricerca della velocità durante tutta la competizione».

In virtù dei suoi 4’455 metri di corsa, del dislivello di 1’000 metri e di vari passaggi impegnativi, il Lauberhorn è una delle gare più prestigiose di tutto il circuito della Coppa del Mondo. Il campione austriaco Hermann Maier l’ha infatti definita una sorta di “Jurassic Park”.

Nonostante il suo tracciato atipico e gli impianti di risalita piuttosto vetusti, il futuro del Lauberhorn è dunque assicurato, secondo Viktor Gertsch. «Questa gara figura nel calendario a lungo termine della Federazione internazionale di sci. Sarebbe impensabile disputare il Gran Premio di Monaco lontano da Montecarlo: lo stesso vale per il Lauberhorn».

Non è invece sicuro che a Viktor succeda un altro esponente della dinastia dei Gertsch: «Ottant’anni [di Lauberhorn] nella nostra famiglia dovrebbero bastare», commenta ridendo l’attuale responsabile. Viktor aggiunge: «A partire dalla primavera, mio figlio si occuperà del nostro negozio di articoli sportivi. Non l’ho mai coinvolto nelle gare, poiché desidero in primo luogo che si guadagni da vivere. Il Lauberhorn regala degli amici e tanti ricordi, ma poco denaro».

Viktor Gertsch non intende comunque pensare ancora alla successione: «Il Lauberhorn è parte della mia vita. Ho chiesto agli altri membri del comitato di farmi notare se sto diventando senile, ma finché avrò la forza, continuerò a svolgere questo lavoro».

Samuel Jaberg, Wengen, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

L’ottantesima edizione della competizione si svolge dal 15 al 17 gennaio 2010 nella stazione sciistica bernese di Wengen. Il programma prevede una supercombinata (venerdì), una discesa (sabato) e uno slalom (domenica).

Così come la “Streif” di Kitzbühel, in Austria, la discesa del Lauberhorn è considerata una delle grandi classiche dello sci: l’equivalente di Wimbledon nel tennis o della Parigi-Roubaix nel ciclismo.

La gara – disputata nella maestosa cornice dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau – costituisce un importante vettore turistico per tutta la regione, che si presenta al pubblico internazionale come una rinomata destinazione per vacanze e sport invernali.

Nel 2009, la discesa di Wengen è stata l’evento televisivo più visto nella Confederazione, dopo la partita di calcio Svizzera-Israele, decisiva per la qualificazione al Mondiale. La gara è seguita ogni anno da circa un milione di persone.

Gli atleti svizzeri hanno finora conquistato 24 vittorie, contro le 27 degli austriaci. L’ultimo rossocrociato a imporsi è stato Didier Défago, nel 2009. L’atleta era poi riuscito a conquistare anche la discesa di Kitzbühel.

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