Il parlamento tende la mano agli espatriati

Il parlamento svizzero vuole miglioramenti per gli espatriati, sia sul piano amministrativo, sia su quello politico. Tramite due mozioni ha incaricato il governo di attuarli. Per l'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE), si tratta di un "segnale molto incoraggiante".
Proprio in piena campagna elettorale, oggi è giunto il sostegno della Camera dei Cantoni alla richiesta del deputato popolare democratico lucernese Pius Segmüller di fornire informazioni politiche complete agli svizzeri all’estero. Concretamente si tratta di far pervenire agli espatriati anche le documentazioni dei partiti e non solo le spiegazioni ufficiali che accompagnano il materiale di voto.
Segmüller ha constatato di persona questa lacuna. “Ho inoltrato questa mozione perché io stesso ho vissuto per quattro anni e mezzo in Italia e benché fossi iscritto nel registro elettorale, non ricevevo documentazione sufficiente per farmi effettivamente un’opinione completa per votare o eleggere”, ha spiegato a swissinfo.ch l’ex comandante della Guardia svizzera pontificia.
“Molto soddisfatto che il governo sia entrato in materia e che le Camere abbiano sostenuto all’unisono” la sua mozione, il parlamentare popolare democratico è fiducioso sulle capacità del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di “trovare le modalità di ricevere la documentazione dei partiti e, insieme con i cantoni, di trasmetterla” agli espatriati.
“Questi cittadini devono essere presi sul serio non solo come forza per l’economia, ma anche come forza elettorale”, sottolinea Segmüller.
Per il direttore dell’OSE Rudolf Wyder, la decisione parlamentare “prova che i partiti politici sono interessati al dialogo con gli svizzeri all’estero”. Wyder si felicita “dei contatti fra l’elettorato all’estero e i partiti politici, che hanno bisogno di conoscere le loro opinioni, come anche di quello che gli svizzeri all’estero possono dire alla propria nazione”.
Il ruolo importante svolto dai connazionali all’estero nella politica svizzera è riconosciuto anche dal governo, ha ricordato oggi in aula la relatrice della commissione preparatoria Anne Seydoux-Christe.
Se le elezioni federali del 23 ottobre sono una scadenza troppo breve perché si possa già garantire la diffusione delle informazioni dei partiti alla diaspora, Pius Segmüller è convinto che ciò sarà possibile per le seguenti, fra quattro anni. “Si tratta di un progetto a lungo termine”, puntualizza anche Rudolf Wyder.
Tanti servizi, un solo sportello
Sul fronte amministrativo, i senatori hanno accolto la mozione della deputata liberale radicale ginevrina Martine Brunschwig Graf di centralizzare in un unico sportello tutti i servizi dell’Amministrazione federale destinati agli svizzeri all’estero. Questo dovrà inoltre essere messo a disposizione delle amministrazioni cantonali e comunali.
Il governo ha riconosciuto la legittimità della richiesta della consigliera nazionale liberale radicale. “I vari servizi incaricati degli incarti e delle questioni riguardanti gli svizzeri all’estero potrebbero effettivamente collaborare in modo più stretto e coordinato”, ha indicato l’esecutivo nella sua presa di posizione.
D’altro canto all’interno del DFAE esiste già uno sportello unico, costituito dalla Direzione consolare, ha sottolineato oggi davanti ai senatori la ministra degli affari esteri e presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey. “Sportello che stiamo consolidando. Il coordinamento interdipartimentale in favore degli svizzeri dell’estero auspicato dall’autrice della mozione contribuirà a rafforzare l’importanza di questo sportello”.
Ma se “occorre che l’amministrazione concentri i propri mezzi nei rapporti con gli svizzeri all’estero, che si coordini meglio”, ciò per Rudolf Wyder non basta. “Bisogna andare oltre e creare una legge sugli svizzeri all’estero, che sia la base legale non solo di un coordinamento amministrativo, ma di una strategia d’insieme nei confronti della diaspora”.
Gli svizzeri dell’estero possono prendere parte dal 1977 a votazioni ed elezioni federali.
Dal 1992 la Confederazione concede ai cittadini svizzeri residenti all’estero il diritto di voto per corrispondenza a livello federale.
Per poter partecipare alle votazioni e alle elezioni federali, gli svizzeri all’estero devono essere immatricolati nella rappresentanza elvetica nel paese di residenza e iscriversi in un registro elettorale di un comune della Confederazione.
Dal 1992 ad oggi la partecipazione politica della Quinta Svizzera è aumentata costantemente. Alla fine del 2010, nei registri elettorali erano iscritti 135’877 svizzeri dell’estero.
Alle ultime elezioni federali del 2007, si erano candidati per l’elezione alla Camera del popolo 44 connazionali dell’estero. Nessuno di loro è però riuscito a farsi eleggere.

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