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L’Armenia al centro del dibattito con la Turchia

E' tornato il sereno sulle relazioni fra Svizzera e Turchia Keystone

Durante l’incontro di martedì fra Micheline Calmy-Rey e il suo omologo turco Abdullah Gül, è stata affrontata la questione armena.

I due ministri hanno ammesso le loro divergenze ma sono concordi sulla necessità di affrontare una ricerca storica sul tema.

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey è giunta martedì ad Ankara per una visita ufficiale di lavoro di tre giorni in Turchia.

La responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è stata accolta al suo arrivo all’aeroporto di Ankara da Naci Acinki, direttore degli affari europei presso il ministero degli esteri.

Ha poi raggiunto il palazzo presidenziale per una visita di cortesia di un quarto d’ora al presidente Ahmet Necdet Sezer.

In seguito la consigliera federale si è recata al mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk, il fondatore della Turchia moderna e laica, e vi ha posato una corona di fiori rossi e bianchi.

Dopo avere osservato un minuto di silenzio, Calmy-Rey ha firmato il libro d’oro, nel quale ha «salutato le spoglia del grande uomo Atatürk, che ha fondato la Turchia moderna», ed ha augurato «a questo paese pace e prosperità».

Questione armena

Nel tardo pomeriggio la responsabile del DFAE è stata ricevuta dal vicepremier e ministro degli affari esteri Abdullah Gül.

Nel colloquio con Gül, la ministra degli esteri elvetica ha affrontato la questione del genocidio armeno.

Delicato per il governo turco, il tema aveva già condotto nel 2003 a dissapori diplomatici tra Berna e Ankara.

Una visita di Calmy-Rey era infatti stata annullata nel settembre di quell’anno dopo che il Gran Consiglio vodese aveva riconosciuto quale genocidio gli eventi del 1915 e pochi mesi dopo il Consiglio nazionale aveva espresso lo stesso parere.

Le opinioni dei due ministri in merito sono apparse divergenti. Gül ha posto l’accento sull’evoluzione storica degli accadimenti ed ha giudicato «inadeguato» il riconoscimento ufficiale del genocidio armeno da parte delle autorità elvetiche.

Entrambi i ministri hanno però espresso il loro accordo sulla necessità di affrontare una ricerca storica per appurare come realmente siano accaduti i fatti.

Calmy-Rey ha espresso la propria soddisfazione per la volontà del ministro degli esteri turco di costituire una commissione internazionale di storici incaricata di fare luce sui fatti.

Diritti dell’uomo

Nel corso della discussione, è stato affrontato anche il tema dei diritti dell’uomo. La capa del DFAE si è congratulata con il suo omologo per «le riforme e gli sforzi compiuti».

Parlando della manifestazione di donne violentemente repressa lo scorso 7 marzo ad Istanbul, Micheline Calmy-Rey ha tuttavia espresso il desiderio che «la volontà politica trovi poi conferma sul terreno».

Il colloquio si è in seguito spostato sulle relazioni bilaterali tra la Svizzera e la Turchia.

«I rapporti economici fra i due paesi potrebbero essere migliorati», ha affermato la ministra elvetica, evocando ad esempio la possibilità che venga concluso un accordo di doppia imposizione fra Berna e Ankara.

Adesione all’Unione Europea (UE)

Si è discusso pure della possibile adesione della Turchia all’UE. Calmy-Rey ha affermato a tal proposito che Berna «giudica positivamente questa possibilità».

«In caso di adesione, la Turchia potrebbe essere sottoposta a deroghe e regole eccezionali permanenti», ha rilevato la responsabile del DFAE in un’intervista pubblicata oggi sul giornale turco «Türkiye».

Un modello di partecipazione «parziale o limitato» all’UE potrebbe interessare la Svizzera, ha aggiunto.

swissinfo e agenzie

Durante il primo giorno del suo viaggio ufficiale in Turchia, Micheline Calmy-Rey ha dapprima incontrato per una visita di cortesia il presidente turco Sezer.

Dopodicché è stata accolta dal vicepremier e ministro degli affari esteri Gül.

Mercoledì, la consigliera federale visiterà la regione sudorientale del paese, dove sono previsti incontri con esponenti dell’amministrazione centrale e locale e con rappresentanti di diverse organizzazioni non governative nella città curda di Diyarbakir.

Calmy-Rey proseguirà poi il suo viaggio alla volta di Istanbul, dove giovedì terrà alla Camera svizzera di commercio una conferenza sul tema della posizione della Svizzera in Europa e delle relazioni bilaterali con Ankara.

Tra il 1915 e il 1918, le truppe dell’esercito ottomano uccidono da 800’000 a 1,8 milioni di persone.
Il massacro avviene durante gli ultimi anni dell’impero Ottomano, che nel 1923 lascia il posto alla Turchia moderna.
La Turchia non ha mai riconosciuto il genocidio degli armeni.

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