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La stampa svizzera celebra un commiato agrodolce

Köbi Kuhn e Hakan Yakin uniti nella gioia per la vittoria contro il Portogallo Keystone

Battendo il Portogallo nell'ultima partita dell'«era Kuhn», la nazionale elvetica ha ottenuto domenica la prima vittoria in un campionato europeo: un risultato che – come evidenziato dai giornali – non cancella la delusione per l'eliminazione precoce.

Il Tages Anzeiger è esplicito, rilevando che «i calciatori elvetici hanno fallito l’obiettivo, e ne sono coscienti». Secondo il giornale, ai giocatori rossocrociati è mancata la qualità globale. «La Svizzera è una buona squadra unicamente quando tutto funziona alla perfezione. Tuttavia, a Euro 2008 ben poco ha funzionato a dovere».

Nel suo commento, la Neue Zürcher Zeitung si sofferma sulla figura di Köbi Kuhn, che ha concluso domenica la sua avventura di sette anni alla guida della nazionale rossocrociata. «Nel mondo del calcio attuale, Kuhn costituisce l’antitesi dell’allenatore che urla, si dimena, dà spettacolo e fa pretattica: si tratta di un vero e proprio fenomeno».

Proprio per questa unicità, commenta il quotidiano zurighese, gli si può perdonare il fatto che in tre occasioni la nazionale svizzera non sia giunta nella forma migliore alla fase finale di una competizione internazionale.

Nessuno meglio di Köbi

Anche la Neue Luzerner Zeitung mette l’accento sulle caratteristiche dell’allenatore uscente: «Da un lato, va riconosciuto che la Svizzera ha fallito il suo obiettivo a Euro 2008; dall’altro, non si può dimenticare che Kuhn resta l’allenatore elvetico di maggior successo». Secondo il giornale, «egli è sempre rimasto il Köbi Kuhn di Zurigo, che il sabato si reca alla Migros per fare acquisti, sempre sincero e mai borioso». Il suo lavoro, conclude, costituisce un «bonus» per il successore Ottmar Hitzfeld.

Anche la Basler Zeitung sottolinea: «Nella sua 73esima partita alla guida della nazionale, Kuhn ha ottenuto la 32esima vittoria. Si tratta di un bilancio favoloso per l’allenatore svizzero di maggior successo». Inoltre, aggiunge il quotidiano, «il successo di domenica sera ha restituito ai tifosi rossocrociati un po’ di gioia pura».

È mancato qualcosa

Il quotidiano romando Le Temps, commentando l’ultima prestazione della nazionale a Euro 2008, scrive: «Köbi Kuhn e i suoi collaboratori sono effettivamente riusciti a far nascere una generazione di giocatori talentuosi, disinibiti, coraggiosi e – a volte – ingenui, ma alla nazionale continua a mancare l’istinto vincente e alcuni attaccanti capaci di fare la differenza».

24Heures descrive la serata di domenica come «un momento di comunione, che ha riunito la squadra nazionale, il suo pubblico e Köbi Kuhn». Tuttavia, scrive il giornale vodese, «la Svizzera – anche se a testa alta – lascia il campionato europeo senza avere raggiunto l’obiettivo. Ed è questo sentimento strano che lascia tutti sorridenti ma con un retrogusto amaro».

Sulla stessa lunghezza d’onda Le Matin: «Una vittoria che permette alla Svizzera di concludere il torneo con una nota positiva, ma non basta a compensare le lacune di una squadre che – al di là della qualità del gioco – ha mancato l’obiettivo».

Involuzione dopo il 2006

Secondo il Corriere del Ticino, «Kuhn ha avuto il merito non indifferente di riuscire a creare un gruppo omogeneo in nazionale, mettendo fine alle tradizionali divisioni che da sempre facevano parte del clan rossocrociato».

Alla lunga però, stando all’analisi del quotidiano ticinese, «il ruolo di buon papà che ha sempre voluto recitare non è più bastato: l’evoluzione della squadra si è fermata nel corso del Mondiale del 2006 e da lì in poi si deve addirittura parlare di involuzione, andata di pari passo con l’innesto di nuovi giovani giocatori».

Kuhn, scrive l’articolista, «non ha capito che dopo il Mondiale di Germania era il momento giusto per farsi da parte: è facilmente comprensibile, con l’allettante Europeo casalingo ormai alle porte ed una popolarità dilagante, diventata difficile da gestire per un uomo semplice, non abituato a muoversi sotto la luce dei riflettori».

Bilancio in chiaroscuro

Sempre secondo il Corriere, «le tappe di avvicinamento all’Europeo sono state un disastro:la continua rotazione dei giocatori, la mancata ricerca di un modulo alternativo, l’incapacità di trasmettere alla squadra nuovi stimoli, le difficoltà di comunicazione con la stampa e con parecchi calciatori hanno indebolito la figura dell’allenatore e impedito alla squadra di crescere. Il giusto preludio della nostra disfatta a Euro 08. Anche per questo non dimenticheremo facilmente Köbi Kuhn».

Dal canto suo, La Regione guarda al futuro: «Ci sono volute nove partite per registrare finalmente il primo successo della Svizzera in un Europeo: proprio nel giorno del congedo, i rossocrociati spezzano la serie negativa e mandano agli archivi una vittoria inutile sotto il profilo pratico, ma in prospettiva davvero rigenerante per tutto l’ambiente».

swissinfo, Andrea Clementi

Domenica sera la nazionale svizzera è stata diretta per l’ultima volta da Köbi Kuhn.

L’ex calciatore dello Zurigo, 65 anni il 12 ottobre prossimo, era stato nominato allenatore dellla Svizzera il 10 giugno 2001. In precedenza, Kuhn si era occupato delle nazionali giovanili.

Durante questi sette anni, Kuhn ha diretto la nazionale 73 volte. Il suo bilancio: 32 vittorie, 18 pareggi e 23 sconfitte.

Kuhn è riuscito nell’impresa di qualificare la nazionale per tre tornei maggiori di fila – Euro 2004, Mondiali 2006 e Euro 2008 – un record per la Svizzera.

Al suo posto è già stato nominato Ottmar Hitzfeld. L’ex allenatore del Bayern Monaco entrerà ufficialmente in carica il primo luglio.

1. Portogallo 6 punti
2. Turchia 6 punti
3. Cechia 3 punti
4. Svizzera 3 punti

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