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Medio Oriente: rapporto sulla neutralità della Svizzera

Il villaggio di Cana dopo il bombardamento israeliano di domenica mattina Keystone

Il governo svizzero ha chiesto al Dipartimento degli affari esteri di preparare un rapporto sulla neutralità dell'azione della Confederazione nel contesto del conflitto mediorientale.

Il documento dovrà inoltre analizzare i problemi legati alla questione del diritto umanitario internazionale nei conflitti asimmetrici.

«La decisione governativa risale a mercoledì scorso, quando l’esecutivo si è incontrato in seduta straordinaria per discutere del conflitto in Medio Oriente», ha affermato il portavoce del Dipartimento degli affari esteri (DFAE), Jean-Philippe Jeannerat, confermando un articolo apparso domenica sulla «SonntagsZeitung».

I lavori non sono ancora iniziati, ha precisato Jeannerat, secondo il quale il tema della neutralità elvetica in Medio Oriente includerà anche aspetti non legati agli avvenimenti attuali tra Libano e Israele.

Circa il diritto internazionale umanitario, l’analisi potrebbe essere allargata ad altri conflitti tra uno o più Stati e uno o più attori non statali.

Nel rapporto, «la Direzione del diritto internazionale pubblico svolgerà un ruolo centrale», ha precisato il portavoce del DFAE.

Conflitto tra due Stati

Sempre domenica, il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha voluto precisare che – secondo lui – la guerra tra Israele e il Libano è «un conflitto armato tra due Stati».

Jakob Kellenberger giustifica la sua opinione sottolineando che l’offensiva dell’esercito israeliano in territorio libanese è avvenuta senza il consenso del governo di Beirut. Lo stesso si può dire per il blocco aereo e marittimo.

«Certo, i combattimenti hanno coinvolto Israele e gli Hezbollah, ma anche in questo caso valgono le regole del diritto internazionale», ha affermato in una lettera pubblicata sulla «NZZ am Sonntag».

Contrariamente al presidente del CICR, mercoledì scorso il Consiglio federale e la Conferenza internazionale sul Libano non si erano pronunciati sulla definizione delle parti in conflitto.

Rispetto delle regole

«Il CICR – ha indicato Kellenberger – ha ribadito con fermezza le regole più importanti del diritto internazionale umanitario, in particolare l’obbligo di non attaccare le popolazioni civili».

L’organizzazione internazionale con sede a Ginevra ha pure preteso, sin dall’inizio del conflitto, il rispetto della proporzionalità nell’utilizzo della violenza militare.

Guardando ciò che succede in Medio Oriente, gli appelli del CICR sembrano tuttavia caduti nel vuoto: la stragrande maggioranza delle vittime sono civili e da più parti è stata condannata l’eccessiva reazione di Israele al rapimento di due soldati del suo esercito da parte dei miliziani di Hezbollah.

Il CICR in Libano

Nel 2006, il Libano rappresenta, dopo il Sudan (Darfur), il principale luogo d’intervento per importanza del CICR. Nel Paese dei cedri, l’organizzazione umanitaria prevede un budget di 100 milioni di franchi, compresi i 5 milioni forniti settimana scorsa dal governo svizzero.

Lo scopo del CICR per i prossimi mesi è di fornire cibo e beni di base a 200’000 persone, di assicurare l’accesso all’acqua potabile a 1,2 milioni di civili e di prestare assistenza medica ad altre 650’000 persone.

swissinfo e agenzie

Israele ha lanciato un’offensiva militare in Libano dopo il rapimento di due soldati israeliani da parte degli Hezbollah e in reazione a lanci di missili dalle postazioni dei miliziani sciiti.

Domenica mattina, un nuovo raid dell’aviazione israeliana ha causato la morte di oltre 50 persone, tra cui più di 30 bambini, a Cana, nel sud del Libano.

Poco dopo, una trentina di razzi lanciati dal Libano sono caduti sulla città portuale di Haifa e sulle località di Nahariya, Kiryat Chmona e Saint-Jean d’Acre. Secondo la polizia israeliana si conta un solo ferito.

Nel pomeriggio, la Svizzera ha lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato per proteggere le popolazioni civili del Libano. Ha inoltre salutato la tenuta di una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Il governo svizzero ha sbloccato un totale di 6,5 milioni di franchi per le operazioni d’emergenza del CICR.
Il ministero degli esteri ha aiutato 875 persone a lasciare il Libano, tra cui 80 cittadini stranieri domiciliati in Svizzera.
Il programma di evacuazione è costato 2,5 milioni di franchi.

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