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Pareri contrastanti sulla nuova legge sugli stranieri

In linea di massima, la proposta di legge regola solo la situazione degli stranieri non cittadini dell'Ue; per questi ultimi valgono le disposizioni degli accordi bilaterali Keystone Archive

Pareri contrastanti sono emersi dalla procedura di consultazione relativa ad una nuova legge federale sugli stranieri: secondo alcuni il progetto crea troppi diritti per i cittadini di stati non membri dell'Ue, per altri è troppo permeato di "paura dell'inforestieramento".

È la terza volta, in trent’anni che il Consiglio federale propone di rinnovare completamente la vecchia legge del 1931 sulla dimora e il domicilio degli stranieri (Ldds). Ma questa volta il tentativo non può fallire, perché l’accordo bilaterale con l’Unione europea (Ue) sulla libera circolazione delle persone pone premesse di trattamento giuridico diverso per i cittadini della stessa Ue. In previsione dell’entrata in vigore di tale accordo, già nel settembre 1998 l’allora consigliere federale Arnold Koller incaricò una commissione peritale di elaborare un avamprogetto di revisione totale della Ldds, che tenesse conto delle esigenze di detto accordo.

La consultazione sull’avamprogetto, già pronto nell’aprile 1999 ed ancora rielaborato dall’Ufficio federale degli stranieri, venne però rimandata in attesa della votazione popolare del 21 maggio 2000 sugli accordi bilaterali con l’Ue. Ora, i risultati della consultazione vengono pubblicati in un rapporto, di cui il Consiglio federale ha preso atto. La revisione della Ldds, concepita come legge quadro, è stata accolta in generale positivamente; ma per quanto concerne il suo orientamento e il suo contenuto, le opinioni divergono alquanto, come c’era da aspettarsi.

A grandi linee, si distinguono due posizioni di fondo. Da un lato viene criticato il fatto che la proposta di legge crea troppi diritti non giustificati per i cittadini di stati non membri dell’Ue e dell’Aels (l’Associazione europea di libero scambio, conosciuta anche con la sigla inglese Efta). Ciò rischierebbe di aumentare gli abusi e di complicare inutilmente le procedure. D’altro lato viene espressa l’opinione secondo cui l’avamprogetto sarebbe permeato dalla “paura dell’inforestieramento”. I nuovi diritti e le semplificazioni proposti dalla proposta di legge sarebbero insufficienti; e l’inasprimento delle disposizioni penali e dei provvedimenti volti a lottare contro gli abusi non sarebbe necessario.

Nel complesso, però, la necessità di rinnovare la vecchia legge del 1931 è generalmente condivisa. Ma la materia è complessa ed entrare nei dettagli qui è praticamente impossibile. Ciò che si può dire, in sintesi, è che la nuova legge si applicherà in prima linea a cittadini di stati terzi. Per i cittadini membri di stati dell’Ue, entrata, ammissione, regolamentazione del soggiorno, attività lavorativa e ricongiungimento familiare sono regolati dall’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone. La nuova Ldds verrebbe applicata a costoro soltanto in modo sussidiario, cioè nei casi in cui l’accordo non prevede alcun disciplinamento o la Ldds è più favorevole.

Silvano De Pietro

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