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Visti: più soldi per prevenire gli abusi

La ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey vuole potenziare la rete delle rappresentanze all'estero Keystone

La responsabile della diplomazia elvetica chiede un considerevole aumento di budget per accrescere il numero di collaboratori svizzeri nelle rappresentanze elvetiche all'estero.

Micheline Calmy-Rey spera così di prevenire abusi come quelli constatati nell’ambito del rilascio di visti all’ambasciata svizzera in Pakistan.

Per prevenire gli abusi, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey chiede un sostanziale aumento del credito a disposizione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Il budget per il personale del DFAE dovrà essere aumentato di 6 milioni l’anno per i prossimi quattro anni, ha affermato venerdì Calmy-Rey in una conferenza stampa a Berna.

Questi soldi serviranno prevalentemente a potenziare il numero di impiegati svizzeri nelle ambasciate elvetiche.

Più collaboratori svizzeri

Per la consigliera federale, alcune misure di risparmio prese in questi ultimi anni – come la sostituzione di espatriati con impiegati locali nelle ambasciate elvetiche – sono infatti ormai in contraddizione con gli imperativi di sicurezza.

«I collaboratori locali sono più facilmente oggetto di pressioni da parte delle organizzazioni criminali rispetto agli svizzeri», ha spiegato Micheline Calmy-Rey, facendo notare che «è inammissibile che impiegati di sedi diplomatiche elvetiche approfittino della miseria di altre persone».

Di conseguenza, un centinaio di loro sarà presto sostituito da del personale di nazionalità elvetica. Inoltre, occorreranno una cinquantina di collaboratori elvetici supplementari per assicurare il buon funzionamento dei compiti legati alla migrazione.

Affare pakistano

La responsabile del DFAE si è anche espressa sullo scandalo dei visti che lo scorso mese di febbraio ha travolto l’ambasciata elvetica di Islamabad.

Alcuni collaboratori locali della rappresentanza sono infatti sospettati di avere rilasciato illegalmente dei visti e di intrattenere legami con il crimine organizzato.

Venerdì, Micheline Calmy-Rey ha affermato che l’indagine amministrativa sulla vicenda dovrebbe essere conclusa la prossima settimana. «Se necessario sarà avviata un’inchiesta disciplinare», ha precisato.

swissinfo e agenzie

Oltre che in Pakistan, sono stati constatati casi di corruzione nel rilascio di visti anche in Perù, Russia, Nigeria, Serbia, Congo, Eritrea ed Oman.

Ogni anno, le 141 rappresentanze svizzere all’estero rilasciano circa 500’000 visti. Rifiutano ca. 40’000 richieste di visti l’anno.

Il numero dei rilasci dovrebbe passare a 400’000 dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Schengen sul controllo delle frontiere, concluso con l’Unione Europea.

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