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Eva Aeppli, l’artista delle «bambole» sofferenti, è morta

L’artista basilese è deceduta lunedì a Honfleur, in Francia, due giorni dopo aver compiuto 90 anni. La prima moglie di Jean Tinguely (1951-1960) lascia più di 300 sculture, pitture e disegni, dopo un lungo percorso autonomo e originale.

Nata nel 1925 a Zofingen, nel canton Argovia, Eva Aeppli frequenta la Scuola di arti decorative di Basilea negli anni 1940, dove incontra Jean Tinguely, che sposerà nel 1951 e che seguirà a Parigi due anni dopo. Lavora in diversi atelier e incontra numerosi artisti della pop art, del nuovo realismo e dell’arte minimalista.

Comincia a lavorare con dei disegni a carboncino, prima di creare figure a grandezza naturale in stoffa, cuoio e bronzo. Con le sue danze dei morti, gli scheletri, le mani e soprattutto i crani o le teste, Eva Aeppli resta fuori dai sentieri battuti, fedele alla sua arte cupa, che evoca la disperazione della condizione umana. Membro di Amnesty International, ne sostiene i progetti e nel 1990 crea una sua fondazione, Myrrahkir.

Le sue opere sono presentate dal 1954 nei musei e nelle collezioni private. Importanti retrospettive sono state allestite nel 1993 a Stoccolma e nel 1994 a Soletta e a Bonn. Dal 2012, la sua operaCollegamento esterno è repertoriata online dall’Istituto svizzero per lo studio dell’arte (ISEA) a Zurigo.

Eva Aeppli ha avuto due figli. Felix Vital Leu (1944-2002), nato da una prima unione con l’architetto basilese Hans Leu, è stato uno dei più celebri tatuatori svizzeri. Dal suo secondo matrimonio, nel 1950 nasce Miriam Tinguely, che fa carriera nel disegno e nell’incisione. 

(Immagini: Keystone, testo: Isabelle Eichenberger, swissinfo.ch)

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