Il racconto di Notter sul sequestro nelle Filippine
Andreas Notter, il delegato elvetico del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) rapito nelle Filippine e liberato il 18 aprile, ha fatto ritorno in Svizzera. Nel suo incontro con la stampa ha espresso solidarietà con il collega italiano Eugenio Vagni, tutt'ora in mano ai rapitori.
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«Dormivamo in tenda, pioveva spesso e talvolta anche intensamente. C’erano inoltre animali abbastanza inquietanti», ha detto Notter. «Adesso sono molto felice e sollevato di essere in Svizzera», ha aggiunto, affermando ad ogni modo di voler tornare nelle Filippine.
Di fronte ai giornalisti accorsi alla sede del CICR a Ginevra, Notter ha poi raccontato nel dettaglio lo svolgimento delle giornate durante la prigionia: «Ammazzavamo il tempo come potevamo: giocando a carte, leggendo o discutendo tra di noi. Cercavamo soprattutto di spiegare ai nostri rapitori il perché della nostra presenza nel paese».
Le minacce di morte sono sempre state prese sul serio. «Eravamo al corrente che i nostri rapitori non hanno in passato esitato a decapitare i loro ostaggi».
Le circostanze della liberazione, ha indicato l’ex ostaggio, restano misteriose anche per lui. Preoccupato per la sorte del collega italiano, Notter ha affermato di aver visto Eugeni Vagni per l’ultima volta il 16 aprile. Sofferente di un’ernia, Vagni non era in grado di camminare.
Notter, Vagni e la filippina Mary Jean Lacaba – liberata il 2 aprile – erano stati rapiti il 15 gennaio nel sud delle Filippine da ribelli islamici appartenenti al gruppo di Abu Sayaff.
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