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«La masai bianca» presto sul grande schermo

Corinne Hofman nella sua abitazione di Castagnola Keystone

Corinne Hofmann, autrice del best-seller «La masai bianca», la storia del suo amore impossibile per un guerriero masai, si prepara a ritornare in Kenia da dove è fuggita 14 anni fa.

Domiciliata dal 2002 vicino a Lugano, parteciperà alle riprese del film tratto dal suo primo romanzo. Incontro.

Autrice di successo, soprattutto in Germania, Corinne Hofmann ci riceve nella sua casa in prossimità di Lugano. Una villa in pietra rossa sulle pendici del Monte Bré la cui vista spazia sul lago e sul Monte San Salvatore. «Che meraviglioso paesaggio», esclama Corinne Hofmann, «sembra una piccola Rio !»

«Due anni fa», racconta, «sono tornata per la seconda volta a Lugano e mi sono innamorata della regione. Così ho deciso di lasciare Zurigo e di venire a vivere qui con mia figlia Napiraï. La natura, il clima, per noi sono ideali.»

A rischio della vita

Napiraï oggi ha 15 anni. È anche per lei che, il 6 ottobre 1990, Corinne Hofmann è rientrata definitivamente in Svizzera, dopo aver vissuto quattro anni nella savana keniana. Corinne vi aveva seguito un bel guerriero masai incontrato in occasione di una vacanza a Mombasa, per il quale aveva abbandonato tutto: la Svizzera, la famiglia, il fidanzato e il negozio di abbigliamento che gestiva a Bienne.

Per Lketinga, il padre di Napiraï, la giovane donna – nata nel 1960 a Frauenfeld (TG) da padre tedesco e madre francese – ha vissuto come un’indigena. In condizioni spesso spossanti, ai limiti della resistenza umana. A rischio della vita.

Ma tutti gli sforzi di adattamento non sono riusciti a fare di lei una buona moglie masai. Perlomeno non agli occhi di Lketinga. La gelosia del fiero guerriero samburu, i suoi accessi di violenza hanno messo alla prova la resistenza della giovane donna.

Così, come quattro anni prima aveva abbandonato tutto per fare ritorno in Africa, Corinne ha abbandonato nuovamente tutto per rientrare in Svizzera. Ricominciando da zero, con una figlia di diciotto mesi, «nata da un amore meraviglioso», ricorda la donna, divenuta scrittrice un po’ suo malgrado.

La scrittura come liberazione

In effetti il suo primo libro, uscito nel 1988 in Germania con il titolo «Die weisse Massaï» è stato scritto un po’ per caso. «È stato prima di tutto una liberazione», racconta la signora Hofmann. «E poi volevo lasciare una testimonianza a mia figlia». Corinne Hofmann si è data alla scrittura per esorcizzare i suoi demoni. Ma il suo racconto è anche un grido d’amore nei confronti dell’Africa e della sua gente. «Penso a loro ogni giorno», confessa.

Il successo planetario del libro non ha dato alla testa alla ex-biennese. «Naturalmente» ammette «la mia vita è cambiata, sono invitata a dei talk-show, soprattutto in Germania, a dibattiti, conferenze, letture pubbliche. Ma mia figlia, la sua educazione e la sua felicità hanno sempre la precedenza.»

Ritorno in Kenia, 14 anni dopo

Oggi, a meno di un anno dalla pubblicazione di «Zurück aus Afrika», il seguito de «La masai bianca», uscito nello scorso ottobre, Corinne Hofmann si appresta a vivere una nuova avventura. Per la prima volta dal 1990, si prepara infatti a tornare in Kenia e a ritrovare la famiglia dell’ex marito (alla quale ha sempre fornito un aiuto finanziario), forse anche a rivedere quest’ultimo.

Rimarrà in Kenia circa tre settimane per assistere alle riprese del film tratto dalla sua storia. «Ho potuto partecipare alla redazione della sceneggiatura. Ci sono volute tre stesure per arrivare a quella buona.»

Il suo ruolo sarà interpretato dall’attrice tedesca Nina Hoss. Quello di Lketinga da Jacky Ivo, un attore nero semi-professionista. «Purtroppo non è un guerriero masai, non è nemmeno keniano», si rammarica Corinne Hofmann, «ma è stato scelto tra diverse centinaia di candidati.»

Per il resto, saranno gli abitanti del luogo a fare da comparse. Non gli abitanti di Barsaloi, il villaggio nel quale ha vissuto. «La scenografia è stata interamente ricostruita nei dintorni di Mombasa», spiega l’autrice, che esprime apprezzamento per l’aiuto fornito dal governo keniano alla squadra tedesca che lavora sul posto.

Il film uscirà nel 2005

Napiraï non la accompagnerà. «Una ragazza della sua età, in Kenia, può essere costretta a sposarsi e subire un’escissione. Potrebbe anche essere trattenuta contro la mia volontà. Non voglio correre questo rischio.» Anche Corinne Hofmann prova una certa inquietudine all’idea di tornare in Kenia : «I primi contatti non saranno certamente facili», afferma.

Il film deve uscire sugli schermi l’anno prossimo. Corinne Hofmann è convinta che sarà un successo. «Certo», ammette, «non riflette interamente il contenuto del libro, interi passaggi o personaggi sono stati soppressi, ma ho fiducia nel risultato.»

Verso la consacrazione

Quando è arrivata in Ticino, Corinne Hofmann voleva aprire un albergo. Il progetto non è stato realizzato. «Invece di aprire un albergo ho scritto «Zurück aus Afrika». Attualmente il libro sta battendo tutti i record di vendita in Germania e nei paesi nei quali è stato tradotto.

Corinne Hofmann non pensa di essere diventata una scrittrice a pieno titolo? «Non so se scriverò un terzo libro», confessa, «devo ancora trovare gli editori per la versione francese e italiana del secondo. In ogni caso», precisa, «non scriverò mai romanzi. Amo troppo le testimonianze, le storie vissute…»

swissinfo, Gemma d’Urso a Lugano-Castagnola

«La masai bianca»: oltre 2 milioni di copie vendute, tradotto in 17 lingue.
Pubblicato in italiano da Rizzoli.
«Zurück aus Afrika», uscito nell’ottobre 2003, sta anch’esso diventando un best-seller.

Corinne Hofmann ha conosciuto il successo nel 1998 con la pubblicazione della sua autobiografia «La masai bianca».

Il suo secondo libro, «Zurück aus Afrika», del 2003, racconta il suo riadattamento alla vita in Svizzera.

Corinne Hofmann tornerà in Kenia per la prima volta dopo 14 anni, per partecipare alle riprese del film tratto dal suo primo libro.

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