Prospettive svizzere in 10 lingue

25 anni a difesa dell’italiano

Una ricostruzione del volto di Dante Alighieri esposta nel 2007 all'Università di Bologna Reuters

Valorizzare la lingua e la cultura italiana in un contesto che nell’ultimo quarto di secolo è profondamente mutato, complici la globalizzazione e l’imporsi delle nuove tecnologie. È la sfida della Comunità radiotelevisiva italofona, che ha celebrato i suoi primi 25 anni di vita.

La lingua italiana è destinata a soccombere di fronte allo strapotere dell’inglese quale lingua franca universale in un mondo globalizzato? Quale ruolo ha l’italiano in una società dominata da internet?

Sono tra i principali interrogativi che hanno animato il convegno organizzato a Lugano e incentrato sulla ricerca dell’italiano nel mondo e con il quale la CRI ha voluto sottolineare i suoi primi 25 anni di vita.

Un impegno, quello della CRI, volto alla tutela della lingua italiana, che resta di stretta attualità ma che parte da lontano. Già nel 1985, infatti, la Rai e la Radiotelevisione della Svizzera italiana (RSI) avevano riconosciuto l’importanza dei media per la difesa dell’italiano e avevano sottoscritto a Firenze una risoluzione per promuovere ed incentivare la lingua di Dante non solo all’interno dei confini italiani bensì anche laddove è lingua minoritaria, come ad esempio è il caso della Svizzera.

Un impegno che la CRI, alla quale hanno in seguito aderito un cospicuo numero di canali radiotelevisivi pubblici che offrivano emissioni in italiano, ha fatto immediatamente suo e che, come ha sottolineato il presidente uscente della CRI Remigio Ratti, è rimasto immutato nel tempo e accompagnerà l’organizzazione anche nel suo cammino futuro.

Mondo sempre più globale e multimediale

Se l’impegno è sempre lo stesso, sensibilmente differenti sono invece le condizioni in cui la CRI si trova ad operare nell’attuale contesto globalizzato e multimediale. “Dopo il 2000 abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione digitale e all’imporsi di internet e della diffusione televisiva satellitare”, ha sottolineato Remigio Ratti alludendo ai principali cambiamenti che hanno contraddistinto soprattutto l’ultimo decennio, coinciso proprio con il suo mandato alla testa della CRI.

In un ideale cambio del testimone gli ha fatto eco Dino Balestra, nominato nuovo presidente della comunità proprio a margine dell’incontro luganese. “È sui nuovi media che dovrà imparare a parlare la lingua italiana”, ha affermato ai microfoni della Radiotelevisione Svizzera, considerando il ruolo sempre più importante di internet nella nostra società.

CRI come laboratorio sperimentale

Nel suo discorso di commiato, Remigio Ratti ha evidenziato il ruolo di pioniere della CRI a tutela dell’italiano. “Soprattutto in questo ultimo decennio siamo stati una sorta di laboratorio sperimentale: abbiamo lavorato soprattutto dietro le quinte, in primis per conquistare nuovo pubblico e credo ci siamo riusciti”, ha considerato augurandosi che la CRI possa andare avanti nella sperimentazione per vincere le sfide future in un contesto sempre più dominato dalla multimedialità e dall’interattività con il pubblico.

In effetti l’impegno della CRI è stato potenziato neo corso della sua esistenza: dalla semplice co-produzione e condivisione di programmazione volta ad incentivare la lingua italiana si è passati anche all’organizzazione di seminari grazie all’adesione di istituzioni accademiche che hanno portato ad una fruttuosa collaborazione, come l’Accademia della Crusca.

Italiano tra il globale e il locale

La sfida che la CRI ha raccolto per promuovere l’italiano non passa solo da Roma bensì anche e soprattutto al di fuori dei confini italiani. “Noi vogliamo essere un ponte, tramite i media, tra chi parla l’italiano in Italia e nel mondo”, ha sintetizzato uno dei principali compiti della CRI la segretaria generale Loredana Cornero.

Concretamente la CRI, sfruttando l’estensione della rete di collaborazione, promuove iniziative concepite dalle emittenti straniere con la RAI, cercando di raggiungere non solo la comunità degli italiani ma anche gli amanti della lingua di Dante in genere. In effetti è pure stato sottolineato da differenti oratori che per essere vincenti nella promozione dell’italiano occorre comprendere la realtà tra il globale e il locale, ribattezzata “glocal”, in cui è necessario essere attivi.

“Alla ricerca dell’italiano nel mondo” alla vigilia dei 150 anni dell’Italia
Proprio per sottolineare il suo impegno a difesa dell’italiano, per l’occasione la CRI ha presentato la pubblicazione intitolata Alla ricerca dell’italiano nel mondo, che traccia un bilancio dell’organizzazione in un ideale viaggio attraverso i suoi 25 anni e ne delinea i contorni per il futuro.

Di viaggi veri ha invece parlato il giornalista di Repubblica Paolo Rumiz, che nel suo intervento si è soffermato sui suoi ricordi e le sue storie di vita nell’affrontare il lungo viaggio da Trieste a Istanbul in bicicletta, viaggio che ha paragonato metaforicamente alle tappe della vita.

E dalla tappa ticinese procederà anche il cammino della CRI verso i suoi prossimi 25 anni ricchi di sfide e appuntamenti importanti, a cominciare dal 2011, che segnerà i 150 anni dell’Unità d’Italia e al quale il convegno svoltosi a Lugano ha fatto da ideale preludio.

Costituitasi il 3 aprile 1985 quale collaborazione istituzionale tra radiotelevisioni di diritto pubblico (RAI, RSI, RTV Capodistria, Radio Vaticana e San Marino RTV, la Comunità radiotelevisiva italofona nasce come strumento di valorizzazione della lingua italiana per contrapporsi al proliferare delle reti commerciali private in Italia.

La collaborazione dei membri della comunità, il cui numero è poi cresciuto, si traduce in rubriche e produzioni comuni e nello scambio di prodotti radiofonici, televisivi e via web.

Nel quadro del convegno luganese per i 25 anni della comunità, swissinfo.ch è entrato a far parte dell’organizzazione quale membro associato.

La Svizzera ha quattro lingue nazionali: tedesco (lingua principale del 64% della popolazione), francese (20,5%), italiano (6,5%) e romancio (0,5%). Le prime tre sono anche lingue ufficiali della Confederazione, mentre il romancio lo è solo nei rapporti con le persone di lingua romancia.

La legge federale sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche (LLing) è entrata in vigore il 1° gennaio 2010. È stata approvata nel 2007 contro la volontà del governo e dei partiti di destra, per i quali le lingue dovrebbero essere di esclusiva competenza dei cantoni.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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