Prospettive svizzere in 10 lingue

Bisogna valorizzare i giovani stranieri

Keystone

Gli svizzeri hanno una cattiva immagine dei giovani stranieri e ciò secondo la Commissione federale della gioventù va corretto.

La Commissione chiede un maggior impegno per l’integrazione dei bambini e dei giovani stranieri nella società civile e nel mondo politico svizzero.

Ad una settimana dall’avvallo per la futura naturalizzazione automatica della terza generazione di stranieri da parte della camera dei cantoni, lo status degli stranieri in Svizzera di nuovo al centro di discussioni a Berna, alla presentazione martedì di un rapporto sull’integrazione. Autore la Commissione federale per la gioventù (CFG).

Perché l’integrazione avvenga, dice il rapporto, bisogna favorire la conoscenza della lingua locale e aprirsi al dialogo interculturale. In cambio i giovani stranieri devono mostrare rispetto per le leggi e i codici del paese adottivo.

Secondo la CFG i giovani di origine straniera potrebbero infatti arricchire la società elvetica con le loro competenze specifiche e avere un ruolo molto più attivo, se solo ne avessero la possibilità.

Confronto tra culture

“I bambini e i giovani non scelgono le condizioni in cui crescere”, constata Leo Brücker-Moro presentando il rapporto della commissione, da lui presieduta.

“Uno status di soggiorno precario, conflitti di valori tra la cultura d’origine e quella adottiva, una situazione economica difficile ed un clima politico poco favorevole frenano molto spesso l’integrazione dei giovani di origine straniera”.

Nel rapporto «Punti di forza da riconoscere e valorizzare», viene esaminata la politica svizzera d’integrazione dalla prospettiva dei bambini e dei giovani, con esempi positivi di integrazione realizzati dai giovani stessi o con l’aiuto di personale specializzato nel sociale.

Nonostante gli sforzi intrapresi, il punto debole dell’integrazione sembra proprio il dialogo interculturale. Il rapporto sottolinea ad esempio come spesso le autorità e le amministrazioni non riescano a rispondere con la necessaria professionalità alle domande sempre più numerose di dialogo interculturale.

Il “patto” generazionale

Ispirandosi all’idea del “patto” tra generazioni la società svizzera deve impegnarsi con un atteggiamento di apertura e riconoscere che l’integrazione fa parte dei doveri di una società, sottolinea il rapporto.

“Perché l’integrazione dei bambini e dei giovani sia resa possibile si devono modificare alcune condizioni quadro, tra cui un accesso migliore alla formazione professionale, e una naturalizzazione resa meno difficile”, spiega Marion Nolde, segretaria della CFG.

Per la Commissione quando vengono valutate le domande di estensione di permesso di soggiorno, ai bambini e ai giovani andrebbe accordato uno statuto particolare.

Adolescenti “consulenti” dei bambini

“Quando ad esempio un giovane deve abbandonare il paese in seguito al rifiuto di un prolungamento della domanda d’asilo, dovremmo perlomeno permettergli di terminare la propria formazione professionale. Ciò faciliterebbe la sua reintegrazione nel suo paese d’origine”, dice Marion Nolde.

Le idee e modi d’uso per una politica d’integrazione innovativa potrebbero suggerirli i bambini e i giovani stessi. La Cfg invita in questo senso le autorità e le organizzazioni delle comunità straniere a far ricorso alle competenze dei più grandi, creando un sistema di “mentoring”, in cui i più grandi farebbero per così dire da padrini ai più piccoli.

Secondo la commissione è molto importante infine la padronanza della lingua del posto anche da parte dei genitori: “Ciò permette di accompagnare il processo di integrazione dei propri figli”, spiega Leo Brücker-Moro.

Anche se in realtà molto spesso sono piuttosto i bambini, grazie alla scuola e ai giochi con i coetanei, quelli che imparano la lingua locale più velocemente e senza preconcetti e fanno poi da ponte tra i propri genitori e la società che li ospita.

swissinfo e agenzie

Nel 2001 il 43% dei bambini nati in Svizzera aveva uno o due genitori stranieri.

Un quarto dei giovani di meno di 20 anni residenti in Svizzera erano di nazionalità straniera.

I tre quinti di loro erano nati in Svizzera.

Il 39 % proveniva da paesi dell’Ue (41% italiani).

ll 37 % dall’ex-Yugoslavia, 8 % dalla Turchia e il 16% da altri paesi.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR