Prospettive svizzere in 10 lingue

Uno sguardo d’insieme alla pittura contemporanea

"Uova" di Andy Warhol, 1982, polimeri sintetici e colori serigrafici su tela © Warhol Foundation/ProLitteris, Zürich

Il Kunstmuseum di Berna apre le sue porte alla Collezione Mondstudio, nota internazionalmente come una delle più importanti collezioni di arte contemporanea.

Intitolata “There is Desire Left”, l’esposizione presenta una selezione di 80 opere decisamente rappresentative delle prese di posizioni pittoriche degli ultimi 40 anni.

Messa insieme all’inizio degli anni ’80 da un collezionista di origine bernese che preferisce restare nell’ombra per lasciare la parola all’arte, la Collezione Mondstudio ha raccolto in 25 anni circa 600 opere di un’importanza capitale.

“Essa è una delle più significative collezioni di arte contemporanea soprattutto per 2 motivi – spiega Claudine Metzger, curatrice della mostra – possiede un livello qualitativo molto alto e si distingue per una politica d’acquisto, o di compra-vendita, molto coerente.”

“E questi due elementi fanno si che la collezione sia costituita da un grande intreccio non solo di domande ma anche di soluzioni, che esplicitano e presentano le diverse problematiche concernenti la pittura.”

Il filo rosso

Le 11 sale che il Kunstmuseum ha dedicato a questa esposizione raccolgono effettivamente una gamma di soluzioni differenti a domande che riguardano l’essenza stessa della pittura.

“Ci sono artisti che s’interessano al modo in cui il colore viene steso sulla tela, come Robert Ryman, considerato un classico”, precisa Claudine Metzger. “O altri che si concentrano piuttosto sulle questioni relative all’astrazione e alla figurazione, tra cui ad esempio Herbert Brandl. Poi sono presenti opere di artisti che estendono il medium della pittura dal bidimensionale al tridimensionale”.

Oltre a rendere concretamente visibili le differenti domande che hanno animato le opere di ciascun artista, l’esposizione consente anche di notare come alcune questioni e le relative risposte restano attuali nel tempo.

Alle tele quadrate e monocromatiche di Robert Ryman risalenti al 1965 presentate nella prima sala, fanno eco, nell’ultima, quelle realizzate con intenti simili ma in tempi più recenti dall’artista olandese Jos van Merendonk.

Un simile raffronto è possibile anche tra l’opera dell’italiana Dadamaino (1935-2003) intitolata Volume (1958) e L-06.2 (2006) del giovane zurighese Reto Boller che a quasi 50 anni di distanza trova un modo analogo per estendere il medium pittorico al tridimensionale.

Confronti non convenzionali

Un altro aspetto interessante dell’esposizione è costituito dall’ordine con cui sono state sistemate alcune opere, la cui combinazione produce in alcuni casi accostamenti inusuali.

Ne è un esempio la sala che espone le colorate meditazioni pittoriche di Joseph Marioni – un teorico della pittura radicale che dipinge meravigliose tele monocromatiche – insieme ai lavori recenti dell’artista tedesco Andreas Exner.

Definiti da lui stesso – con un po’ d’ironia – come “pitture monocrome usate”, questi lavori sono capi d’abbigliamento acquistati in negozi dell’usato sui quali l’artista è intervenuto cucendo delle stoffe di una tonalità simile al colore degli abiti.

“Exner è un artista molto più giovane che fa riferimento alla tradizione della pittura monocromatica e che attraverso spiritosi interventi rende attuale ancora oggi il rapporto con questa tradizione”, sottolinea Claudine Metzger.

Un po’ provocatoria e anche discutibile, la scelta di esporre l’opera di Marioni accanto a quella di Exner rivela però anche il carattere della collezione, oltre allo sguardo del collezionista che, come precisa la curatrice, era presente al momento della sistemazione delle opere.

Non solo pittura

Sebbene la pittura sia predominante, la mostra bernese presenta anche il lavoro di due artisti che non hanno scelto questo medium espressivo. Di James Reineking sono esposte alcune sculture in acciaio e Tamara Grcic, è presente con un video, con delle foto e un’installazione.

“Ciò che è interessante – spiega però Claudine Metzger – è che il lavoro di questi due artisti risponde a domande in cui comunque la pittura occupa un ruolo centrale”.

Proiettato su 12 schermi con tempi differenziati, il video “Let’s Go, Let’s Go” (2002) mostra dei giocatori di basket intenti a giocare, ma mai una volta viene ripreso uno di loro mentre centra il canestro.

“In questo video non c’è assolutamente alcuna componente narrativa, si vedono solo movimento e colore”, sottolinea Claudine Metzger. “Tanto che si potrebbe quasi definirlo un video astratto, che in maniera simile alla pittura, mostra colori e strutture”.

Un ‘desidero aperto’

“There is Desire Left”, titolo della mostra ma anche di un’opera di Tim Ayers che vi è qui esposta, vuole ricordare alcuni aspetti della passione del collezionista. Da un lato la sua grande voglia di confronto continuo con nuove domande riguardanti la pittura, dall’altro l’impossibilità di soddisfare tutti i suoi desideri d’acquisto.

Ma il titolo dell’esposizione fa riferimento anche al lavoro degli artisti. Un lavoro che non ha mai fine, perché – conclude Claudine Metzger – “anche se un’opera sembra conclusa lascia sempre aperte altre domande che spingono a dipingere nuove immagini in nuove forme, colori e nuove formulazioni”.

swissinfo, Paola Beltrame, Berna

Concepita in stretta collaborazione con il collezionista Adrian H. Koerfer, la mostra “There is Desire Left” consente non solo uno sguardo d’insieme sulle prese di posizione pittoriche degli ultimi 40 anni, ma mette in luce anche l’ampiezza dello sguardo di un collezionista competente e riservato.

Allestita secondo uno stile personale e poco convenzionale la mostra accosta opere note a meno note creando una sorta di dialogo appassionante che mette in gioco le posizioni artistiche più diverse.

In mostra sono presentate opere di: Tim Ayres, Reto Boller, Herbert Brandl, Max Cole, Dadamaino, Andreas Exner, Helmut Federle, Bernard Frize, Tamara Grcic, Joachim Grommek, Katharina Grosse, Alex Katz, Garry Kuehn, Brice Marden, Joseph Marioni, Ingo Meller, Jos van Merendonk, Richard Allen Morris, Julian Opie, David Reed, James Reineking, Gerhard Richter, Winston Roeth, Robert Ryman, Dirk Skreber, Alan Uglow, Andy Warhol, John Wesley, Jerry Zeniuk, Peter Zimmermann

“There is Desire Left – 40 anni di arte pittorica dalla collezione Mondstudio”, rimarrà aperta al Kunstmuseum di Berna fino al 27 aprile. Conclusa la tappa bernese, dal 1 di giugno al 23 settembre la mostra sarà poi ospitata dal museo di Wiesbaden.
Delle oltre 600 opere della Collezione Mondstudio, solo 80 sono esposte al Kunstmuseum ed esprimono la posizione pittorica di 30 artisti internazionali.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR