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I flauti di Santi

Sono migliaia i flauti di Pan usciti dall'atelier di Santi Occorso. swissinfo.ch

Dalla Sicilia alla Svizzera con una passione nel cuore. È la storia di Santi Occorso, artigiano paziente e minuzioso, che nel suo atelier ridà vita al bambù creando flauti apprezzati in tutto il mondo.

Di sogni nel cassetto non ne ha. Non più. Santi Occorso, una vita sofferta lontano da casa, ha potuto realizzare ciò che voleva: costruire flauti mantenendo un legame con la sua terra natia.

A Bellinzona, nel canton Ticino, si è ritagliato un angolo di Sicilia. Nel suo giardino ha piantato aranci, mandarini, pompelmi, limoni e fichi d’India. Nel suo atelier coltiva invece la passione trasmessagli dal padre.

«Aveva l’abitudine di costruire piccoli flauti e di suonarli mentre pascolava la sua capretta», ricorda l’emigrato italiano.

Porte piccole, porte grandi

Originario di Finale, vicino a Cefalù, Santi Occorso ha vissuto un’infanzia tutt’altro che facile nella Sicilia del Dopoguerra. «Mio padre era cieco e io ero l’unico figlio maschio della famiglia. Per diversi anni ho dovuto passare di porta in porta a chiedere l’elemosina».

A 20 anni si sposta a Firenze per studiare all’Accademia delle Belle Arti. «Le mie sorelle mi pagavano gli studi stirando camice», ricorda. All’università conosce Doris, studentessa svizzera di Soletta. Approfittando del boom della costruzione degli anni ’70, i due si trasferiscono a Zurigo, dove Santi ottiene il suo primo impiego come disegnatore. «Dopo un mese sono stato licenziato siccome non rendevo come gli altri. Il giorno dopo mi sono presentato in un altro studio di architettura, dove peraltro mi pagavano di più».

« È successo più volte nella mia vita: una cosa inizialmente negativa si è poi rivelata positiva», constata. «Mio padre me lo ripeteva spesso: Dio ti chiude una porta piccola e te ne apre una più grande».

Per Santi, la “grande” porta si è spalancata in un negozio di musica di Zurigo. «Ci andavo per osservare la qualità degli strumenti in vendita. Avevo un flautino in tasca e una commessa mi ha chiesto se l’avevo costruito io. Le ho suonato una tarantella e alla fine mi ha chiesto se potevo portarle qualche pezzo. In una settimana hanno venduto una ventina di flauti».

Dai mercati alle scuole

Quello di costruire flauti, racconta Santi, era un semplice hobby. Un passatempo diventato però lavoro a tempo pieno dopo un ulteriore insuccesso lavorativo. «Da Zurigo sono venuto a Bellinzona, dove un anno più tardi sono stato licenziato. Mi sono ritrovato senza lavoro, con due figli a carico. Non potevo starmene con le mani in mano e ho così deciso di fare il costruttore di flauti».

Santi inizia a proporre i suoi strumenti ai mercati cittadini di Locarno, Lugano e Bellinzona. Poi ai negozi nella Svizzera tedesca e in seguito alle grandi fiere internazionali.

«Oggi costruisco flauti soprattutto per le scuole di musica della Svizzera tedesca. Ho anche richieste da parte di musicisti di tutto il mondo».

Voglio “quella” canna!

In 35 anni di attività, sono migliaia i flauti dolci, flauti di Pan e friscaletti usciti dall’atelier di Santi. Strumenti fatti con canne di bambù, con legno di ulivo, con ossa di cervo, struzzo o pecora.

Per l’artigiano siciliano, la ricerca della perfezione – musicale ed estetica – è sempre stata la costante del suo lavoro. «In passato mi infilavo tra i rovi per andare a prendere la canna di bambù che faceva al caso mio. Ora vado dai grandi importatori, i quali mi permettono di aprire i pacchi di merce e scegliere i pezzi migliori».

A Santi occorre circa una settimana per realizzare un flauto di Pan di medie dimensioni. I clienti sono pronti a sborsare migliaia di franchi per avere tra le mani uno dei suoi strumenti. «A differenza della maggior parte dei flauti sul mercato, i miei vengono trattati con olio e cera dura. Risultano quindi opachi ed estremamente resistenti».

Costruire con le proprie mani

Nel suo atelier ai piedi del Castello di Montebello, Santi – all’alba dei settant’anni – lavora da solo. «Forse è un modo di conservare gelosamente il mio lavoro », confessa. «O magari ho il timore che qualcuno possa svolgerlo meglio di me».

La professione di costruttore di flauti non è comunque destinata a scomparire, ritiene Santi. «Mi sembra che le nuove generazioni stiano riscoprendo l’artigianato e la bellezza di produrre qualcosa con le proprie mani».

1970: 526’600

1980: 421’500

1990: 379’700

2000: 321’600

2010: 287’100

Alla fine del 2010, gli italiani erano ancora la comunità straniera più importante in Svizzera, con una percentuale del 16,3%.

Al secondo posto figurano i cittadini tedeschi (263’300 persone, 14,9%) e al terzo i portoghesi (212’600, 12,0%).

Il numero di italiani è costantemente diminuito dal 1974 (allora erano circa 559’200), principalmente per i rientri in patria e le naturalizzazioni.

Il flauto di Pan è uno strumento musicale composto da più canne di diversa lunghezza, legate o incollate tra loro.

Il suono è emesso tramite la vibrazione dell’aria all’interno delle canne.

Si tratta di uno strumento molto popolare presso le comunità pastorali di diverse regioni del mondo (basti pensare alle Ande).

Tra i flautisti contemporanei più noti vi è il rumeno Gheorghe Zamfir, il cui flauto di Pan ha composto le colonne sonore di film quali C’era una volta in America, Picnic a Hanging Rock e Karate kid.

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